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martedì 10 novembre 2020

BARBARA PENZO (PD): «IL MIO PENSIERO RIGUARDO LE CASE DI RIPOSO NON ERA RIFERITO A QUELLA DI SOTTOMARINA, CERTA DELLA SUA PROFESSIONALITÀ»

Lo scorso sabato 7 novembre, la segretaria comunale del PD Barbara Penzo -in un intervento nel suo profilo facebook, ripreso da Chioggia Azzurra- aveva argomentato che per la terza e quarta età occorresse ripensare al modello delle case di riposo, favorendo altresì forme differenti quali il cohousing, l'assistenza domiciliare integrata, i servizi nel territorio.

A margine del discorso, Penzo aveva parlato di «anziani che con il blocco delle visite sono caduti in una grande sofferenza, in moltissimi casi hanno smesso di mangiare e si sono spenti nel silenzio, senza più contatti con le famiglie, sepolti nella solitudine prima ancora di morire, talvolta legati al letto».
Per quanto fosse evidente che le due parti del post -la situazione Covid alla residenza di via del Boschetto a Sottomarina e lo stato delle cose in altre strutture- non fossero unite se non dall'argomento, alcune oss e infermiere in forza all'ente si sono risentite per le parole dell'esponente politica, che non rispecchiano per niente la realtà all'interno della struttura.
Del fatto si è avvista la stessa Penzo, la quale da trent'anni lavora nelle politiche sociali al Comune di Venezia, e ha sentito la necessità di chiarire anche a seguito di un colloquio intercorso stamane con il direttore Antonio Rizzato, al quale ha motivato la logica delle proprie parole: «Le questioni vanno separate - spiega Barbara Penzo in dialogo con Chioggia Azzurra - poiché la mia citazione di una rivista (Animazione Sociale, ndr) non ha alcuna connessione con la residenza per anziani di Sottomarina».
La segretaria del Partito Democratico ribadisce la necessità di «osare nuove strade, come in altri Paesi o territori attigui, distinguendo tra persone autosufficienti o meno», ma riconosce che l'articolo «forte, di provocazione, poteva essere interpretato come se ci fosse scarsa accoglienza nella struttura locale, cosa che palesemente non è. Lungi da me - conclude Barbara Penzo - voler mettere in difficoltà gli operatori chioggiotti, della cui professionalità sono certa».

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