martedì 10 settembre 2019
SOPRALLUOGO AL DEPOSITO DI GPL: I LAVORI SONO FERMI, IL PERSONALE DI COSTA BIOENERGIE STA FACENDO MANUTENZIONE
Oggi il vicesindaco e assessore all'ambiente del Comune di Chioggia Marco Veronese, l'assessora all'urbanistica e lavori pubblici Alessandra Penzo e gli uffici comunali dei controlli edilizi hanno partecipato ad un sopralluogo all'interno dell'area del deposito di gpl in Val da Rio, richiesta dell'ultima seduta del Comitato Tecnico Regionale riunitosi lo scorso 5 settembre. Il CTR era in loco insieme ai rappresentanti di Costa Bioenergie, la società costruttrice. Lo scopo del sopralluogo era verificare lo stato dei lavori, a seguito della lettera del Ministero dello Sviluppo Economico del 31 maggio scorso, che comunicava l'istruttoria sulla proroga delle opere e contemporaneamente informava l'impresa di non procedere al completamento dei lavori mancanti.
«Dal sopralluogo è emerso che i lavori sono fermi e il personale che opera all'interno svolge solo mansioni di manutenzione degli impianti già realizzati», commenta l'assessora Penzo. «A seguito del sopralluogo si è svolto un incontro che ha fatto il punto sugli interventi ancora mancanti per mettere in funzione il deposito, in merito ai quali dovrà pronunciarsi l'Autorità di Sistema Portuale, che ha competenza sulle concessioni demaniali delle aree scoperte, per le quali l'azienda Costa Bioenergie ha fatto richiesta. L'ufficio urbanistica ha presentato le proprie osservazioni in merito a quest'ultimo procedimento». È inoltre prossimo l'affidamento di uno studio sui rischi connessi al transito della navi gasiere nel porto di Chioggia ad una società esperta del settore.
«Ora faremo richiesta di un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – spiega il vicesindaco Marco Veronese – per sollecitare la convocazione delle commissioni competenti nel rilasciare l'autorizzazione commerciale e il collaudo dell'impianto. In questa sede di valutazione delle commissioni rimarcheremo le nostre posizioni di criticità e contrarietà nei confronti del deposito».
«Dal sopralluogo è emerso che i lavori sono fermi e il personale che opera all'interno svolge solo mansioni di manutenzione degli impianti già realizzati», commenta l'assessora Penzo. «A seguito del sopralluogo si è svolto un incontro che ha fatto il punto sugli interventi ancora mancanti per mettere in funzione il deposito, in merito ai quali dovrà pronunciarsi l'Autorità di Sistema Portuale, che ha competenza sulle concessioni demaniali delle aree scoperte, per le quali l'azienda Costa Bioenergie ha fatto richiesta. L'ufficio urbanistica ha presentato le proprie osservazioni in merito a quest'ultimo procedimento». È inoltre prossimo l'affidamento di uno studio sui rischi connessi al transito della navi gasiere nel porto di Chioggia ad una società esperta del settore.
«Ora faremo richiesta di un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – spiega il vicesindaco Marco Veronese – per sollecitare la convocazione delle commissioni competenti nel rilasciare l'autorizzazione commerciale e il collaudo dell'impianto. In questa sede di valutazione delle commissioni rimarcheremo le nostre posizioni di criticità e contrarietà nei confronti del deposito».
10 commenti:
Chioggia Azzurra suggerisce ai gentili lettori la registrazione di un proprio account Google -anche attraverso uno pseudonimo- con il quale commentare gli articoli, al fine di favorire una miglior comprensione dell'identità digitale tra utenti. Non è nostra intenzione schedare o rintracciare in qualche modo chi commenta anonimamente; anzi lasciamo in tal senso la massima libertà al lettore di non declinare le proprie generalità, restando però nell'ambito del buon gusto e della corretta educazione nel commentare senza offendere alcuno. Siamo certi di essere compresi in questa esigenza, e per questo Chioggia Azzurra ringrazia.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
In pochi giorni due incidenti che hanno coinvolti due TIR in S.S. Romea, nei pressi degli svincoli stradali di Chioggia.
RispondiEliminaCosa sarebbe successo se al posto di quei mezzi pesanti ci fossero state le cisterne da 50.000 litri che dovrebbero trasportare il GPL dal deposito di Val Da Rio?? Pensiamoci sù.
l’ing. Sandro Signoretto, professionista da anni impegnato come consulente in sicurezza e salute negli ambienti di lavoro, leggendo i verbali delle tre riunioni tenutesi presso il Comando Provinciale dei VVF di Mestre-Venezia per la stesura del PEE ha sollevato diverse criticità in merito al “piano di emergenza” dell’impianto GPL, che condivido e che di seguito a grandi linee riassumo.
RispondiElimina- RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE: la Prefettura RICONOSCE UFFICIALMENTE che l’impianto è A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE, e quindi si deduce che il sito non è assolutamente idoneo.
- SCENARI INCIDENTALI: GLI SCENARI INCIDENTALI CONSIDERATI NEL PEE: sono solo quelli relativi alle operazioni di carico di GPL su autobotte e di scarico della nave gasiera per il riempimento dei tre serbatoi, gli scenari di rischio però sono anche altri. Si dovrà tenere pur conto almeno delle navi gasiere che percorreranno il canale a pochi passi da quartieri abitati ed attività produttive e che queste navi potrebbero avere problemi di avarie, incaglio, incendio a bordo e quant’altro; inoltre si dovrà tener conto delle decine di autobotti che dalla “sicura” S.S. 309 Romea, entreranno in città. Anche se la probabilità di incendio sulla nave o di un’autobotte sia molto basso (mai uguale a zero per definizione), il problema è che il danno conseguente ad un eventuale incidente è assolutamente non accettabile in termini umani ed economici.
La responsabilità della Socogas si limita al perimetro dell’impianto GPL demandando tutte le altre problematiche e la competenza ad altri, dalla navigazione al trasporto su gomma.
- PERIMETRO DEGLI SCENARI PIÙ CATASTROFICI: nella prima riunione viene affermato che “gli scenari più catastrofici arrivano al confine stradale”. Si stabilisce in 300 metri il raggio di attenzione a partire dalla recinzione del deposito, raggio entro il quale rientra anche un plesso scolastico.
Tenendo valida l’attuale scelta, i cittadini coinvolti in un’eventuale fuga di gas con relativo incendio sarebbero numerosi: non solo abitanti, lavoratori di aziende vicine e frequentatori del plesso scolastico (di cui peraltro non si fa più alcuna menzione nei verbali), ma anche di automobilisti e passeggeri sulle auto e veicoli vari transitanti in Val Da Rio.
- IL PIANO EMERGENZA ESTERNO PREVEDE VARIE PROPOSTE: predisposizione di semafori, sirene, blocchi stradali e tutto il resto … Il problema è un altro. Anzi, il problema non doveva proprio esserci, perché un impianto così, nel cuore di una città non è assolutamente compatibile.
La città è impreparata e non è stata a suo tempo interpellata come sarebbe stato previsto dalla Legge, sull’approvazione di un impianto a rischio di incidente rilevante e che ora si trova a dover gestire questo “bel regalo”.
Proteggere dai rischi è doveroso, ma Prevenire i rischi è sicuramente prioritario. La migliore Prevenzione è la NON messa in funzione di questo impianto.
Tutti hanno paura di porre la propria firma per la messa in funzione dell’impianto.
RispondiEliminaIl Ministero allo Sviluppo Economica, dopo l’emanazione del Decreto interministeriale che ha dato il via libera alla costruzione dell’impianto a terra, se ne lava le mani sulla messa in esercizio dello stesso, demandando la responsabilità ad altri che resteranno col cerino in mano nel caso dovesse accadere in incidente, mai da escludere.
Ma scusate, sono io che non ho seguito bene tutto o è proprio così: a me sembrano tutti nel buio!!
RispondiEliminaNon vedo che si faccia Niente di efficace per impedire che il deposito entri in funzione!
Perchè?
Per il semplice fatto, che è stato spiegato innumerevoli volte, che la SOCOGAS ha TUTTE le autorizzazioni per poter operare e che molto difficilmente non otterrà anche la possibilità di far partire regolarmente l'impianto. Anzi è probabile che il "conto" che Socoga ha chiesto (un milione di euro) per il fermo di 55 giorni del cantiere causato da un'ordinanza illecita del comune di Chioggia sarà solo un anticipo in quanto la società si è "riservata" di chiedere i danni di immagine e, molto probabilmente tutto quello che segue. Purtroppo tutta questa vicenda è stata gestita MALISSIMO soprattutto a causa di soggetti che hanno alimentato un clima di terrore nella popolazione, spesso con notizie false o esagerate, invece di usare la testa e il normale buon senso del padre di famiglia. L'impianto era meglio che fosse realizzato da un'altra parte ma le eventuali possibilità di farlo fare altrove erano da impugnare TRE anni fa e non certo quando un impianto strategico per l'Italia aveva già tutte le autorizzazioni ed era praticamente ultimato. La strada da percorrere non è quella di andare in cerca di far fallire il comune con risarcimenti milionari ma quella di "trattare" con socoga. Purtroppo la lezione che abbiamo avuto con la darsena porto San Felice a cui il comune ha pagato due milioni di euro non è bastata, la storia si ripeterà ancora e uno dei soggetti protagonisti di questo disastro è sempre lo "scienziato termonucleare" di Roberto Rossi che ha causato, non solo per la darsena porto San Felice, danni di decine e decine di milioni di euro alla nostra città.
EliminaCerto che anche Comitato gpl è stato una delusione, perchè non è riuscito a raggiungere niente di significativo in tre anni. E tre anni non sono pochi!
RispondiEliminaMa senti.. a parte il fatto che io Rossi e i suoi amichetti "verdi" li conosco da anni e proprio non hanno mai capito una mazza di nulla, proprio degli incapaci totali.... pensa che la proposta più "ingegnosa" che avevano "partorito" per far fronte alle alte maree sempre più alte, sai quale era? STIVALONI PIU' ALTI... guarda che non scherzo,è la verità, quando il baby mose ha iniziato a operare e il corso del popolo non e' più andato sotto, allora hanno smesso di fare i banchetti NO MOSE, per poi "inventarsi" che avrebbero realizzato una centrale nucleare ...insomma un gruppetto di incapaci "attrezzati e addestrati" a proteste dove l'obiettivo era quello di sensibilizzare la pancia della gente (in questo caso il terrore di un disastro) .... questo è quello che hanno combinato questi personaggi intortando l'opinione pubblica nella speranza di resuscitare politicamente. I risultati oggettivi? La socogas ha vinto T-U-T-T-E le cause, sicuramente otterrà risarcimenti milionari (secondo te il tar darà torto al consiglio di stato???) l'immagine della nostra città è deteriorata dalla campagna di terrore (pensa che volevano mettere lo striscione sul municipio) e l'impianto lo stanno tranquillamente finendo. Aspetta... ciliegina sulla torta Roberto Rossi CITTADINO DELL'ANNO CLODIENSE.... proprio dei geni, uno più genio dell'altro.
EliminaSe permetti, più che a te, dò retta a quello che dice l’ing. Sandro Signoretto. Almeno lui, oltre ad essere ingegnere è anche esperto di sicurezza e salute.
EliminaIl sig. Roberto Rossi, assieme al suo comitato, sta portando avanti le sue idee, come del resto fai tu attraverso il blog. Il fatto poi che il Rossi sia stato eletto “cittadino clodiense dell’anno” penso ti roda un po’. Che ci vuoi fare, è la vita.
https://youtu.be/xysbU_D9NVM
EliminaPiccola premessa: gli unici che permettono la pubblicazione di commenti anonimi siamo noi. Siete liberi di scrivere quello che volete, sempre che non si arrivi alla diffamazione, spesso HO pubblicato commenti anche molto pesanti nei miei confronti. E' arrivato un commento ieri, che non ho pubblicato, e ora l'anonimo commentare l'ha inviato ancora. Non è diffamatorio, esprime una sua opinione. Però anche questo commento è sempre sulla linea di creare terrorismo sull'impianto descrivendo situazioni assolutamente impossibili. Quindi non lo pubblico... a meno che questa persona si registri con il suo vero nome e si prenda la responsabilità di quello che scrive. In sostanza se vuoi ci metti la faccia, come faccio io, altrimenti non lo pubblico. Ciao
RispondiElimina