La V commissione consiliare della Regione Veneto ha accolto ieri le indicazioni aggiornate dall’assessora alle politiche sociali, Manuela Lanzarin, mantenendo la qualifica di “spoke” all’ospedale di Chioggia. Ora la palla passa all’aula del consiglio, che trasmetterà alla giunta presieduta da Luca Zaia il proprio indirizzo politico e quindi l’ufficialità delle nuove schede ospedaliere, secondo il piano sociosanitario 2019-2023. Assieme a Chioggia tornano spoke anche Castelfranco Veneto, Villafranca di Verona e l’ospedale Civile di Venezia, per il quale è anche in programma una modifica al dettato legislativo, in grado di recepire la specificità lagunare e della città turistica.
Bocciati, almeno in prima istanza, gli emendamenti di Bruno Pigozzo, consigliere del Partito Democratico, atti a ripristinare i 55 posti letto tagliati al nosocomio clodiense e i due primariati di Nefrologia e laboratorio Analisi: l’esponente del PD parla di «sacrificio all’altare del risparmio sanitario», specie se si considera che l’ospedale di Dolo pare aver recuperato i 10 posti letto tagliati in precedenza. Il sensibile aumento dei posti letto destinati alla riabilitazione in tutta la Regione (3mila contro gli attuali 2064) andrà a vantaggio del settore privato, depotenziando le degenze nelle strutture pubbliche.
Ma quanto ai primariati, almeno, non tutto è ancora scontato, dato che la stessa assessora Lanzarin si è riservata di verificare dove andranno a cadere le «apicalità» reintrodotte dopo la concertazione delle ultime settimane con i territori, le parti politiche e sindacali. Dal canto suo l’assessore alle politiche sociali del Comune di Chioggia, Luciano Frizziero, ha commentato: «Se qualcuno perdesse due minuti del proprio tempo prezioso per andare a controllare nel decreto ministeriale n.70 quali dotazioni sono previste per l’ospedale di base, capirebbe senza demagogia alcuna che essere spoke è un ottimo risultato».
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