Pagine
▼
venerdì 29 novembre 2019
SI DIMETTE GILBERTO BOSCOLO, SEGRETARIO DEL SINDACO FERRO E PRIMO CONSIGLIERE COMUNALE 5 STELLE
Apparentemente a ciel sereno, il segretario particolare del sindaco Alessandro Ferro, Gilberto Boscolo, ha rassegnato le proprie dimissioni nelle mani del primo cittadino. Alla base della decisione, a quel che si apprende, sarebbero motivi di carattere personale. In una nota, Ferro accoglie «con rammarico le dimissioni, dopo averne ascoltato le motivazioni che riguardano la sfera personale, e le rispetto. Voglio ringraziare Gilberto sentitamente per l'attività svolta in questi tre anni e mezzo in segreteria, un incarico portato avanti con serietà, capacità e determinazione». Boscolo era stato candidato a sindaco dal Movimento 5 Stelle nel 2011 (conseguì 2486 voti pari all'8.42%), e ricoprì la carica di consigliere comunale all'opposizione tra il 2011 e il 2016, quando il M5S salì all'amministrazione della città.
giovedì 28 novembre 2019
BILANCIO DI PREVISIONE, IL CONSIGLIO APPROVA LA VARIAZIONE DI FINE ANNO: LE OPPOSIZIONI LAMENTANO TAGLI A PROTEZIONE CIVILE E CENTRO ANTIVIOLENZA
Il consiglio comunale ha approvato ieri, coi voti favorevoli della maggioranza stellata e il dissenso delle opposizioni, la variazione al bilancio di previsione finanziaria 2019-2021, già discussa la scorsa settimana in V commissione. Non è stato un passaggio liscio: le minoranze accusano l'amministrazione di aver procurato «tagli» alla spesa per 440mila euro, anche in settori sensibili. I capitoli infatti sono stati ridotti a tutti gli assessorati, ma spiccano -rispetto sempre alle cifre previste nei mesi precedenti- i 60mila euro in meno per la sicurezza stradale a tutela delle fasce deboli, 99mila euro in meno alla programmazione urbanistica, 17mila euro in meno agli inserimenti degli anziani in attività socialmente utili, 6mila euro in meno alla pulizia dei locali. Per motivi simbolici oltre che pratici i consiglieri di opposizione hanno criticato la razionalizzazione in atto verso la protezione civile (meno 10mila euro), il centro antiviolenza (800 euro) e le pari opportunità.
Era stato l'assessore Daniele Stecco a spiegare i criteri praticati per la variazione di bilancio, ovvero rimettere equilibrio come alla fine di ogni anno per adeguare i capitoli rispetto alle esigenze (alcune aumentate, altre diminuite), citando il caso dei ridotti proventi cimiteriali rispetto alle previsioni, e alla dotazione di un nuovo ecocompattatore a Borgo San Giovanni, oltre alla spesa maggiore per rivedere l'illuminazione pubblica e il calore. Non è sfuggito che è anche accresciuto il fabbisogno per le indennità di carica dei consiglieri (da 291mila a 321mila euro, allo scopo di pagare i gettoni di presenza alle sedute di consiglio e commissione) e un accantonamento per le spese di lite in previsione del pensionamento dell'avvocato civico, dottor Carmelo Papa (e quindi l'esigenza temporanea di avvalersi di professionisti esterni.
Gli strali delle minoranze investono tutti i capitoli apparentemente ridimensionati: dalla programmazione urbanistica -preoccupata Marcellina Segantin in considerazione dell'avvicinamento al PAT e al piano per i centri storici- ai 15mila euro tolti agli incarichi professionali a privati, dalla mancata effettuazione delle iniziative di Ottobre Rosa ai mezzi in dotazione alla Protezione Civile (tra cui un'utilitaria risalente a vent'anni fa). «Non sono assestamenti di bilancio, sono tagli!», tuona il capogruppo del Partito Democratico Jonatan Montanariello: «In commissione il M5S ha detto che i fondi saranno ripianati, ma intanto li toglie. E non sta spendendo il tesoretto per le opere pubbliche». Fa eco la segretaria del PD Barbara Penzo: «È boomerang - afferma rivolta alla maggioranza - dire "togliamo i soldi da dove non vengono usati". Magari non saranno tagli, ma indica che prima non c'era un pensiero, e se c'è un avanzo è perché alcune attività e iniziative non sono partite».
Dai banchi della maggioranza, Elisa Busetto sostiene che quello di Montanariello sia «sciacallaggio da campagna elettorale», Paolo Bonfà ipotizza che ci sia chi non comprende la differenza tra spesa corrente e spesa per investimenti, assicurando che i fondi in avanzo spostati dalla protezione civile verranno trasferiti ad altro comparto di spesa sempre afferente alla stessa. «I finanziamenti alla protezione civile - chiosa l'assessore Stecco - andavano spesi entro l’8 dicembre, nel risistemare abbiamo scelto un capitolo che va in avanzo automatico, e ora si sta lavorando assieme ai volontari per spendere gli altri capitoli che erano stati impegnati. Lo stesso dicasi per la sicurezza stradale, il denaro razionalizzato è stato tolto a un capitolo che non era stato impegnato, oltre ad aver cercato di evitare qualsiasi riduzione all'urbanistica».
Previsioni sbagliate o meno, dopo il voto l'attenzione e la bagarre si spostano su due misure che en passant sono state citate durante la discussione: un possibile incremento delle addizionali Irpef («stiamo ragionando», ammette l'assessore Stecco), e un contributo che verrebbe richiesto a chi richiederà il permesso di accesso alla zona a traffico limitato nel centro storico di Chioggia: le variazioni di bilancio, come gli esami, non finiscono mai.
Era stato l'assessore Daniele Stecco a spiegare i criteri praticati per la variazione di bilancio, ovvero rimettere equilibrio come alla fine di ogni anno per adeguare i capitoli rispetto alle esigenze (alcune aumentate, altre diminuite), citando il caso dei ridotti proventi cimiteriali rispetto alle previsioni, e alla dotazione di un nuovo ecocompattatore a Borgo San Giovanni, oltre alla spesa maggiore per rivedere l'illuminazione pubblica e il calore. Non è sfuggito che è anche accresciuto il fabbisogno per le indennità di carica dei consiglieri (da 291mila a 321mila euro, allo scopo di pagare i gettoni di presenza alle sedute di consiglio e commissione) e un accantonamento per le spese di lite in previsione del pensionamento dell'avvocato civico, dottor Carmelo Papa (e quindi l'esigenza temporanea di avvalersi di professionisti esterni.
Gli strali delle minoranze investono tutti i capitoli apparentemente ridimensionati: dalla programmazione urbanistica -preoccupata Marcellina Segantin in considerazione dell'avvicinamento al PAT e al piano per i centri storici- ai 15mila euro tolti agli incarichi professionali a privati, dalla mancata effettuazione delle iniziative di Ottobre Rosa ai mezzi in dotazione alla Protezione Civile (tra cui un'utilitaria risalente a vent'anni fa). «Non sono assestamenti di bilancio, sono tagli!», tuona il capogruppo del Partito Democratico Jonatan Montanariello: «In commissione il M5S ha detto che i fondi saranno ripianati, ma intanto li toglie. E non sta spendendo il tesoretto per le opere pubbliche». Fa eco la segretaria del PD Barbara Penzo: «È boomerang - afferma rivolta alla maggioranza - dire "togliamo i soldi da dove non vengono usati". Magari non saranno tagli, ma indica che prima non c'era un pensiero, e se c'è un avanzo è perché alcune attività e iniziative non sono partite».
Dai banchi della maggioranza, Elisa Busetto sostiene che quello di Montanariello sia «sciacallaggio da campagna elettorale», Paolo Bonfà ipotizza che ci sia chi non comprende la differenza tra spesa corrente e spesa per investimenti, assicurando che i fondi in avanzo spostati dalla protezione civile verranno trasferiti ad altro comparto di spesa sempre afferente alla stessa. «I finanziamenti alla protezione civile - chiosa l'assessore Stecco - andavano spesi entro l’8 dicembre, nel risistemare abbiamo scelto un capitolo che va in avanzo automatico, e ora si sta lavorando assieme ai volontari per spendere gli altri capitoli che erano stati impegnati. Lo stesso dicasi per la sicurezza stradale, il denaro razionalizzato è stato tolto a un capitolo che non era stato impegnato, oltre ad aver cercato di evitare qualsiasi riduzione all'urbanistica».
Previsioni sbagliate o meno, dopo il voto l'attenzione e la bagarre si spostano su due misure che en passant sono state citate durante la discussione: un possibile incremento delle addizionali Irpef («stiamo ragionando», ammette l'assessore Stecco), e un contributo che verrebbe richiesto a chi richiederà il permesso di accesso alla zona a traffico limitato nel centro storico di Chioggia: le variazioni di bilancio, come gli esami, non finiscono mai.
mercoledì 27 novembre 2019
PIGOZZO (PD): «LE ÉQUIPE MEDICHE SPECIALIZZATE VENGANO A CHIOGGIA A PRESTARE OPERA, NON SIA IL CITTADINO A SPOSTARSI A MESTRE»
Oggi pomeriggio, nella sede di calle Padovani, il Partito Democratico di Chioggia è tornato sul tema della sanità a Chioggia e nel Veneto, assieme al consigliere regionale Bruno Pigozzo e al segretario metropolitano della Funzione Pubblica CGIL Marco Busato. Dopo la riforma delle ULSS con il loro accentramento - ha detto Pigozzo alle telecamere di Chioggia Azzurra - «occorre fare il punto a due anni dall'attuazione della cosiddetta "azienda Zero", che avrebbe dovuto rappresentare un risparmio ma invece ha creato parecchie criticità». Secondo il PD, il sistema vigente «deresponsabilizza i direttori generali, meri esecutori di indirizzi dati dall'alto, con pochissimo margine operativo nella collocazione del personale e nel miglioramento della qualità dei servizi».
Inoltre, il consigliere Pigozzo sostiene che «con la carenza di medici c'è bisogno di assumere immediatamente, i direttori sono penalizzati perché devono aspettare le autorizzazioni dall'"azienda Zero"». L'esponente democratico fa riferimento a una «progressiva sanitarizzazione dei servizi sociali: prima c'era un modello di eccellenza, ma stiamo assistendo a una deriva che sposta il finanziamento verso l'aspetto sanitario, lasciando scoperto l'aspetto sociale con gravi conseguenze per la capacità di accesso e per la gestione da parte di Comuni senza risorse, né capacità operative per dare risposte».
Il Partito Democratico chiede che sia ripristinato il finanziamento per la non autosufficienza, già in parte iniziato con 20 milioni in più su base regionale: «Ma è un percorso lungo, le disparità sono ancora molte e inaccettabili». Chioggia, realtà periferica, ha «bisogno di essere strettamente collegata con équipe professionali specializzate - conclude Bruno Pigozzo - e perciò non deve essere il cittadino a spostarsi, bensì le équipe a venire qui per fornire un servizio d'eccellenza».
Inoltre, il consigliere Pigozzo sostiene che «con la carenza di medici c'è bisogno di assumere immediatamente, i direttori sono penalizzati perché devono aspettare le autorizzazioni dall'"azienda Zero"». L'esponente democratico fa riferimento a una «progressiva sanitarizzazione dei servizi sociali: prima c'era un modello di eccellenza, ma stiamo assistendo a una deriva che sposta il finanziamento verso l'aspetto sanitario, lasciando scoperto l'aspetto sociale con gravi conseguenze per la capacità di accesso e per la gestione da parte di Comuni senza risorse, né capacità operative per dare risposte».
Il Partito Democratico chiede che sia ripristinato il finanziamento per la non autosufficienza, già in parte iniziato con 20 milioni in più su base regionale: «Ma è un percorso lungo, le disparità sono ancora molte e inaccettabili». Chioggia, realtà periferica, ha «bisogno di essere strettamente collegata con équipe professionali specializzate - conclude Bruno Pigozzo - e perciò non deve essere il cittadino a spostarsi, bensì le équipe a venire qui per fornire un servizio d'eccellenza».
RISARCIMENTI DOPO L'ACQUA ALTA, STAMANE IN MUNICIPIO LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA HANNO INCONTRATO I REFERENTI DELLA PROTEZIONE CIVILE
L’amministrazione comunale, nelle persone degli assessori Daniele Stecco e Genny Cavazzana, ha convocato stamane i rappresentanti di tutte le associazioni delle categorie economiche della città in sala consiliare, dove si sono incontrati con l’ingegner Roberto Taranta, referente della Protezione Civile regionale, e anche esponenti della Protezione Civile nazionale.
La seduta allo scopo di fare il punto della situazione riguardo i futuri risarcimenti relativi all’acqua alta eccezionale del 12 e 13 novembre scorsi e dei giorni successivi, che ha messo in ginocchio le imprese del commercio, del turismo e della pesca tra le altre.
Giusto ieri a Roma il sindaco Alessandro Ferro ha sollecitato il consiglio dei ministri a garantire anche al Comune di Chioggia lo stato di crisi già accordato a Venezia: per il capoluogo infatti sono già stati stanziati i primi fondi.
«Non siamo sotto i riflettori – commenta l’assessora Cavazzana – ma iniziative come questa servono a far sentire vicine le istituzioni, portando la voce della città ai tavoli più alti». L’assessora ha raccomandato i titolari delle imprese di documentare con immagini, riscontri e fatture i danni subiti: il materiale verrà girato alla Protezione Civile regionale per la quota parte di rimborso. Non appena da Roma verrà accordato lo stato di crisi, saranno pronti anche i moduli da compilare.
La seduta allo scopo di fare il punto della situazione riguardo i futuri risarcimenti relativi all’acqua alta eccezionale del 12 e 13 novembre scorsi e dei giorni successivi, che ha messo in ginocchio le imprese del commercio, del turismo e della pesca tra le altre.
Giusto ieri a Roma il sindaco Alessandro Ferro ha sollecitato il consiglio dei ministri a garantire anche al Comune di Chioggia lo stato di crisi già accordato a Venezia: per il capoluogo infatti sono già stati stanziati i primi fondi.
martedì 26 novembre 2019
COMITATONE A PALAZZO CHIGI, IL SINDACO FERRO TORNA DA ROMA CON UN NUOVO TESORETTO PER CHIOGGIA: OLTRE 37 MILIONI IN 7 ANNI DALLA LEGGE SPECIALE
Oltre nove milioni subito, e 28 milioni nei prossimi cinque anni. È quanto porta a casa Chioggia dalla riunione odierna del Comitatone a palazzo Chigi: «Straordinario risultato, meglio di così non poteva andare», commenta il sindaco Alessandro Ferro sulla strada del ritorno da Roma, parlando del rifinanziamento decennale della Legge Speciale per Venezia e la laguna.
La seduta, la prima del genere dopo due anni, ha visto partecipare il premier Giuseppe Conte, i ministri Sergio Costa (Ambiente), Paola de Micheli (Infrastrutture), Dario Franceschini (Beni Culturali e Turismo), alcuni sottosegretari, il presidente della giunta regionale veneta Luca Zaia, il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro, i primi cittadini di Chioggia, Mira, Cavallino-Treporti e Jesolo.
Per quanto riguarda Chioggia, ai 3 milioni incassati per gli anni 2016 e 2017 ora si uniscono altri 9 milioni e 250mila euro per il 2018 e il 2019 (a breve i decreti attuativi), più altri 5 milioni e 666mila euro all'anno dal 2020 al 2024: «C'è inoltre - cotinua Ferro - un impegno dei ministri ad incrementare il fondo totale dell'annualità 2020 da 40 a 100 milioni complessivi, che per Chioggia significherebbe passare da 5 milioni e 666mila euro a oltre 10 milioni nei prossimi 12 mesi».
Per quanto riguarda i rimborsi dopo l'alta marea, il sindaco Ferro attende il riconoscimento dello stato di crisi da parte della prossima seduta del Consiglio dei Ministri, circostanza che consentirebbe la distribuzione digitale e fisica dei moduli di risarcimento a favore di aziende e privati cittadini danneggiati lo scorso 12, 13, 15 e 17 novembre: «Mi aspetto ulteriori risorse - conclude il primo cittadino di Chioggia - e modalità gestionali particolari». Anche per la situazione di Isolaverde, Ferro ha ribadito al premier Conte «l'urgenza della questione, soprattutto con la necessità di un intervento tampone».
Molti i temi sul terreno nel pomeriggio romano: il Mose, il ritorno alla normalità dopo l'acqua alta eccezionali, la ripartizione dei fondi per i Comuni della gronda, le opere complementari per mettere in sicurezza Porto Marghera. Lo stanziamento complessivo di 5 miliardi e 493 milioni comprende anche i 320 milioni necessari a completare il Mose entro il 31 dicembre 2021: previsti tavoli di lavoro per decidere chi gestirà la struttura, oltre a un'altra riunione entro l'anno in Prefettura.
La seduta, la prima del genere dopo due anni, ha visto partecipare il premier Giuseppe Conte, i ministri Sergio Costa (Ambiente), Paola de Micheli (Infrastrutture), Dario Franceschini (Beni Culturali e Turismo), alcuni sottosegretari, il presidente della giunta regionale veneta Luca Zaia, il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro, i primi cittadini di Chioggia, Mira, Cavallino-Treporti e Jesolo.
Per quanto riguarda Chioggia, ai 3 milioni incassati per gli anni 2016 e 2017 ora si uniscono altri 9 milioni e 250mila euro per il 2018 e il 2019 (a breve i decreti attuativi), più altri 5 milioni e 666mila euro all'anno dal 2020 al 2024: «C'è inoltre - cotinua Ferro - un impegno dei ministri ad incrementare il fondo totale dell'annualità 2020 da 40 a 100 milioni complessivi, che per Chioggia significherebbe passare da 5 milioni e 666mila euro a oltre 10 milioni nei prossimi 12 mesi».
Per quanto riguarda i rimborsi dopo l'alta marea, il sindaco Ferro attende il riconoscimento dello stato di crisi da parte della prossima seduta del Consiglio dei Ministri, circostanza che consentirebbe la distribuzione digitale e fisica dei moduli di risarcimento a favore di aziende e privati cittadini danneggiati lo scorso 12, 13, 15 e 17 novembre: «Mi aspetto ulteriori risorse - conclude il primo cittadino di Chioggia - e modalità gestionali particolari». Anche per la situazione di Isolaverde, Ferro ha ribadito al premier Conte «l'urgenza della questione, soprattutto con la necessità di un intervento tampone».
Molti i temi sul terreno nel pomeriggio romano: il Mose, il ritorno alla normalità dopo l'acqua alta eccezionali, la ripartizione dei fondi per i Comuni della gronda, le opere complementari per mettere in sicurezza Porto Marghera. Lo stanziamento complessivo di 5 miliardi e 493 milioni comprende anche i 320 milioni necessari a completare il Mose entro il 31 dicembre 2021: previsti tavoli di lavoro per decidere chi gestirà la struttura, oltre a un'altra riunione entro l'anno in Prefettura.
OGGI COMMISSIONI CONSILIARI PER BILANCIO DI PREVISIONE E OPERE PUBBLICHE, GIOVEDÌ IN CONSIGLIO COMUNALE SI PARLERÀ DELLA TECNOLOGIA 5G
Due sedute di commissione consiliare sono in programma oggi pomeriggio in municipio. Alle ore 16 è in calendario la riunione della V commissione, presieduta da Beniamino Boscolo, dedicata alle variazioni da apportare al bilancio di previsione dell'ente per il triennio 2019-2021, dopo i recenti scostamenti tra i capitoli di spesa. Alle 17.30 si riunirà la IV commissione, presieduta da Daniele Padoan: in calendario il secondo adeguamento al piano triennale delle opere pubbliche e un intervento di somma urgenza per la messa in sicurezza di un fabbricato comunale in via Barbarigo 127 a Sottomarina.
Entrambe le sedute sono pubbliche ma non saranno coperte dal servizio di trasmissione in streaming attraverso il sito web del Comune. Tutti questi temi verranno poi portati all'attenzione del consiglio comunale convocato per giovedì 28 alle ore 14.30: saranno 17 gli argomenti all'ordine del giorno, tra cui le mozioni convergenti del leghista Dolfin e della maggioranza stellata riguardo la contrarietà alle prove della tecnologia 5G nel territorio clodiense.
Entrambe le sedute sono pubbliche ma non saranno coperte dal servizio di trasmissione in streaming attraverso il sito web del Comune. Tutti questi temi verranno poi portati all'attenzione del consiglio comunale convocato per giovedì 28 alle ore 14.30: saranno 17 gli argomenti all'ordine del giorno, tra cui le mozioni convergenti del leghista Dolfin e della maggioranza stellata riguardo la contrarietà alle prove della tecnologia 5G nel territorio clodiense.
OGGI IL COMITATONE A ROMA, IL SINDACO FERRO CHIEDERÀ INTERVENTI PER CONTRASTARE L'EROSIONE DI ISOLAVERDE
Dopo l'incontro di ieri al Ministero per lo Sviluppo Economico in tema di deposito di gpl, il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro è rimasto a Roma per affrontare oggi l'altrettanto importante seduta del "Comitatone" per la salvaguardia di Venezia e della laguna. A palazzo Chigi, con inizio alle ore 16, i sindaci della gronda lagunare, il presidente della giunta regionale veneta Luca Zaia e i Ministeri dell'Economia, dell'Ambiente e delle Infrastrutture sono chiamati a decidere provvedimenti e stanziamenti successivi all'acqua alta eccezionale delle scorse settimane.
In particolare, Chioggia chiederà fondi e scelte strutturali relativi all'erosione subìta dal litorale di Isolaverde, dove anche domenica le mareggiate hanno spazzato la battigia fino quasi ad arrivare al centro abitato. Fra gli altri temi della riunione, il rifinanziamento della Legge Speciale, lo sblocco delle opere di marginalità anti-inquinamento a Porto Marghera (70 milioni già stanziati dai precedenti governi) e la cruciale vertenza del Mose, contro il quale manifesteranno davanti al palazzo di governo il comitato No Grandi Navi e i ragazzi di Fridays for Future.
Intanto, mentre a Venezia da giovedì saranno disponibili i moduli per i risarcimenti dei danni da acqua alta a vantaggio di imprese e residenze private, Chioggia deve attendere il riconoscimento dello stato di crisi: il Consiglio dei Ministri infatti ha finora deliberato la smobilitazione di 20 milioni solo per il capoluogo -che aveva provveduto alla richiesta dello stato di crisi il giorno precedente- mentre il resto del litorale (con Jesolo e Cavallino) dovrebbe ottenere lo stesso status alla prossima seduta di governo.
In particolare, Chioggia chiederà fondi e scelte strutturali relativi all'erosione subìta dal litorale di Isolaverde, dove anche domenica le mareggiate hanno spazzato la battigia fino quasi ad arrivare al centro abitato. Fra gli altri temi della riunione, il rifinanziamento della Legge Speciale, lo sblocco delle opere di marginalità anti-inquinamento a Porto Marghera (70 milioni già stanziati dai precedenti governi) e la cruciale vertenza del Mose, contro il quale manifesteranno davanti al palazzo di governo il comitato No Grandi Navi e i ragazzi di Fridays for Future.
Intanto, mentre a Venezia da giovedì saranno disponibili i moduli per i risarcimenti dei danni da acqua alta a vantaggio di imprese e residenze private, Chioggia deve attendere il riconoscimento dello stato di crisi: il Consiglio dei Ministri infatti ha finora deliberato la smobilitazione di 20 milioni solo per il capoluogo -che aveva provveduto alla richiesta dello stato di crisi il giorno precedente- mentre il resto del litorale (con Jesolo e Cavallino) dovrebbe ottenere lo stesso status alla prossima seduta di governo.
lunedì 25 novembre 2019
INCONTRO NO GPL AI MINISTERI ROMANI, DOPO L'AUDIZIONE IL M5S ACCUSA IL PD: «IMBUCATI A NOSTRA INSAPUTA». LA RISPOSTA: «MIOPI E INCOMMENTABILI»
Chi pensava a un clima armonioso nelle stanze romane, prima, durante e dopo l'incontro di oggi al Ministero per lo Sviluppo Economico in tema di deposito gpl, deve ritenersi smentito. A pochi minuti di distanza dalla diffusione delle notizie relative al probabile intervento legislativo che potrebbe fermare l'entrata in funzione dell'impianto, scoppia la polemica degli inviti tra la delegazione dell'amministrazione a 5 Stelle e quella del Partito Democratico: «Ufficialmente siamo stati convocati al tavolo solo noi, più due membri del comitato No Gpl», dicono gli esponenti dell'amministrazione scesi a Roma. «Gli altri ce li siamo trovati di sopra, "imbucati alla festa", in prima linea senza che ne fossimo al corrente». Il riferimento è soprattutto alla segretaria comunale del PD Barbara Penzo, al vicesegretario regionale del partito Lucio Tiozzo, poi ai rappresentanti delle categorie economiche del turismo.
«Non era stata concordata la presenza di politici del PD - continuano i 5 Stelle - e non erano nella lista da noi comunicata al Ministero. Uno come Tiozzo, ad esempio, non c'entrava niente: a quale titolo è venuto? E dire che abbiamo lasciato a casa alcuni consiglieri comunali del Movimento che avrebbero voluto essere presenti, ma appunto avevamo a disposizione posti limitati». Vale considerare che l'importante incontro odierno con il ministro Patuanelli non era un vertice del M5S, bensì un dialogo con l'amministrazione di Chioggia: se si volesse seguire la stessa logica, nemmeno la consigliera regionale Erika Baldin avrebbe partecipato.
Rincara la dose il presidente del consiglio comunale, Endri Bullo: «Sono rimasto stupito a Roma nel trovarmi davanti gli "imbucati". La consigliera Barbara Penzo, per dire, avrebbe dovuto chiedere a me di poter intervenire, e così pure altri consiglieri in una iniziativa che non era aperta al pubblico. Capisco il comitato No Gpl, formalmente invitato. Ma gli altri? A questo punto spero che il capogruppo del PD Montanariello, che aveva tacciato di essere "imbucati" i consiglieri stellati scesi a Roma una volta precedente, usi lo stesso metro con la sua segretaria comunale e il suo vicesegretario regionale».
A stretto giro, dal viaggio di ritorno, arriva la replica proprio dei due esponenti democratici coinvolti, i quali erano stati accreditati al Ministero dai sottosegretari dello stesso gruppo politico: già, perché il PD e il M5S stanno governando assieme dal mese di settembre. «A differenza loro - risponde Barbara Penzo - noi siamo convinti che la battaglia la si possa vincere attraverso un'azione comune, visto che siamo al governo assieme, e non certo appuntando inutili bandierine o medaglie al petto. Per tale ragione abbiamo operato con l’obiettivo della concertazione tra i due ministeri, Sviluppo e Infrastrutture, e lo conferma la presenza del MIT (retto dalla democratica De Micheli, ndr) oggi all’incontro. Non meritano ulteriori commenti, questi interventi che anziché valorizzare il lavoro di squadra e il valore aggiunto di una città compatta mettono in luce la pochezza di una politica miope. Oggi dentro quell’aula per me c’era Chioggia, e onestamente mi piace continuare a pensarlo!», conclude la segretaria del PD chioggiotto.
E dire che solo poche ore prima, all'esterno degli uffici romani di via Molise, proprio il sindaco Ferro aveva parlato -davanti agli attivisti del comitato No Gpl- di «assoluta unanimità di intenti nella delegazione: corale, forte e decisa. Hanno parlato tutti, dal Comune alle associazioni di categoria al comitato». Ma evidentemente, alle spalle della buona volontà del primo cittadino (si ricorda un suo «la città mi accompagni»), i vecchi vizi della politica locale sono duri a morire.
«Non era stata concordata la presenza di politici del PD - continuano i 5 Stelle - e non erano nella lista da noi comunicata al Ministero. Uno come Tiozzo, ad esempio, non c'entrava niente: a quale titolo è venuto? E dire che abbiamo lasciato a casa alcuni consiglieri comunali del Movimento che avrebbero voluto essere presenti, ma appunto avevamo a disposizione posti limitati». Vale considerare che l'importante incontro odierno con il ministro Patuanelli non era un vertice del M5S, bensì un dialogo con l'amministrazione di Chioggia: se si volesse seguire la stessa logica, nemmeno la consigliera regionale Erika Baldin avrebbe partecipato.
Rincara la dose il presidente del consiglio comunale, Endri Bullo: «Sono rimasto stupito a Roma nel trovarmi davanti gli "imbucati". La consigliera Barbara Penzo, per dire, avrebbe dovuto chiedere a me di poter intervenire, e così pure altri consiglieri in una iniziativa che non era aperta al pubblico. Capisco il comitato No Gpl, formalmente invitato. Ma gli altri? A questo punto spero che il capogruppo del PD Montanariello, che aveva tacciato di essere "imbucati" i consiglieri stellati scesi a Roma una volta precedente, usi lo stesso metro con la sua segretaria comunale e il suo vicesegretario regionale».
A stretto giro, dal viaggio di ritorno, arriva la replica proprio dei due esponenti democratici coinvolti, i quali erano stati accreditati al Ministero dai sottosegretari dello stesso gruppo politico: già, perché il PD e il M5S stanno governando assieme dal mese di settembre. «A differenza loro - risponde Barbara Penzo - noi siamo convinti che la battaglia la si possa vincere attraverso un'azione comune, visto che siamo al governo assieme, e non certo appuntando inutili bandierine o medaglie al petto. Per tale ragione abbiamo operato con l’obiettivo della concertazione tra i due ministeri, Sviluppo e Infrastrutture, e lo conferma la presenza del MIT (retto dalla democratica De Micheli, ndr) oggi all’incontro. Non meritano ulteriori commenti, questi interventi che anziché valorizzare il lavoro di squadra e il valore aggiunto di una città compatta mettono in luce la pochezza di una politica miope. Oggi dentro quell’aula per me c’era Chioggia, e onestamente mi piace continuare a pensarlo!», conclude la segretaria del PD chioggiotto.
E dire che solo poche ore prima, all'esterno degli uffici romani di via Molise, proprio il sindaco Ferro aveva parlato -davanti agli attivisti del comitato No Gpl- di «assoluta unanimità di intenti nella delegazione: corale, forte e decisa. Hanno parlato tutti, dal Comune alle associazioni di categoria al comitato». Ma evidentemente, alle spalle della buona volontà del primo cittadino (si ricorda un suo «la città mi accompagni»), i vecchi vizi della politica locale sono duri a morire.
sabato 23 novembre 2019
ANELLO DI CIRCOLAZIONE, I DUBBI DI BARBARA PENZO (PD) E MARCO DOLFIN (LEGA): «IL COMUNE SPIEGHI LE VALUTAZIONI TECNICHE DIETRO LE SCELTE CON ANAS»
La segretaria del Partito Democratico di Chioggia, Barbara Penzo, e il capogruppo consiliare della Lega, Marco Dolfin, non nascondono le proprie perplessità relative ai prossimi lavori di manutenzione straordinaria al ponte translagunare delle Trezze, e alle conseguenze per la circolazione. «Sono molto preoccupata - scrive Penzo in una nota - anche in qualità di pendolare, e pongo alcuni quesiti all'amministrazione.
Primo, cosa comporterà l'anello circolatorio? Cosa succede in caso di incidente, se la Romea sul ponte translagunare o l'Arzeron sono a senso unico? Quale sarebbe la viabilità alternativa per i soccorsi? Si tenga conto che in caso di grave incidente in orario notturno - ricorda l'esponente del PD - l’elisoccorso non può essere utilizzato». E ancora, Barbara Penzo chiede «quale rischio comporta il traffico da nord a sud della Romea (che si concentra nel centro commerciale Clodì), nella congestione con il traffico urbano di chi accede al parco commerciale?».
Inoltre la segretaria democratica ravvisa problemi per «i mezzi pesanti, autoarticolati o altro, che dovranno affrontare le piccole rotatorie. E cosa succederà infine quando il flusso di traffico che arriva da nord si incrocia con la coda di auto in attesa di passare l'altro cantiere sul ponte che attraversa il Brenta?». Barbara Penzo chiede all'amministrazione comunale di argomentare quali siano le valutazioni tecniche che hanno sostenuto tali scelte effettuate assieme all'ANAS.
Dal canto suo il leghista Dolfin trova «vergognoso» che al 23 novembre «nessuno dell'amministrazione abbia ancora comunicato cosa succederà e la data di inizio dei lavori da parte di ANAS. Un andazzo non normale, se si considera che a Palazzo girano voci di forti dissidi tra gli uffici interessati. Si rischia veramente l'isolamento, e non per poco tempo».
Primo, cosa comporterà l'anello circolatorio? Cosa succede in caso di incidente, se la Romea sul ponte translagunare o l'Arzeron sono a senso unico? Quale sarebbe la viabilità alternativa per i soccorsi? Si tenga conto che in caso di grave incidente in orario notturno - ricorda l'esponente del PD - l’elisoccorso non può essere utilizzato». E ancora, Barbara Penzo chiede «quale rischio comporta il traffico da nord a sud della Romea (che si concentra nel centro commerciale Clodì), nella congestione con il traffico urbano di chi accede al parco commerciale?».
Inoltre la segretaria democratica ravvisa problemi per «i mezzi pesanti, autoarticolati o altro, che dovranno affrontare le piccole rotatorie. E cosa succederà infine quando il flusso di traffico che arriva da nord si incrocia con la coda di auto in attesa di passare l'altro cantiere sul ponte che attraversa il Brenta?». Barbara Penzo chiede all'amministrazione comunale di argomentare quali siano le valutazioni tecniche che hanno sostenuto tali scelte effettuate assieme all'ANAS.
Dal canto suo il leghista Dolfin trova «vergognoso» che al 23 novembre «nessuno dell'amministrazione abbia ancora comunicato cosa succederà e la data di inizio dei lavori da parte di ANAS. Un andazzo non normale, se si considera che a Palazzo girano voci di forti dissidi tra gli uffici interessati. Si rischia veramente l'isolamento, e non per poco tempo».
mercoledì 20 novembre 2019
"DECALOGO" PER ARGINARE I COMPORTAMENTI GIOVANILI LUNGO IL LUSENZO, IL M5S AFFONDA L'ORDINE DEL GIORNO: «NO A BARRIERE E DISSUASORI DI VELOCITÀ»
Tra i vari argomenti in trattazione al consiglio comunale di ieri, vi era anche il "decalogo" stilato dagli esponenti dell'opposizione per provare a risolvere i problemi derivati dalle intemperanze giovanili lungo la fondamenta che circonda il Lusenzo. L'ordine del giorno promosso dalle minoranze, però, è stato respinto dai consiglieri del Movimento 5 Stelle che contestano l'introduzione di barriere all’ingresso per i mezzi non consentiti (con comando elettronico affinché queste possano essere abbassate per chi ha il permesso di passare, come i mezzi di Veritas, le forze dell’ordine, le ambulanze) e dei dissuasori di velocità al fine di disincentivare comportamenti quali l'utilizzo di bici elettriche a velocità non legali o le gare di scooter.
Secondo Ilaria Lunardi (M5S), i residenti in loco -specie dal lato di Sottomarina- non hanno chiesto né barriere né dissuasori, bensì controlli di polizia e telecamere funzionanti: «Non ce la sentiamo di appoggiare - ha detto la consigliera stellata - ciò che non è condiviso dai cittadini». Lo stesso concetto è stato ribadito dal collega di gruppo Daniele Padoan, che ha ricordato di aver incontrato i residenti un mese prima della seduta di commissione relativa, e ai quali ha sostenuto essere le barriere di difficile attuazione. Barbara Penzo del PD aveva offerto di aggiungere, alla fine del provvedimento, la frase «previa valutazione tecnica» di ogni misura, per subordinarne l'efficacia alle prove sul campo: niente da fare, la maggioranza è stata irremovibile e con 12 voti contrari contro 4 favorevoli ha affossato l'ordine del giorno. Ora, per la disciplina delle rive interne, si ripartirà da zero.
Secondo Ilaria Lunardi (M5S), i residenti in loco -specie dal lato di Sottomarina- non hanno chiesto né barriere né dissuasori, bensì controlli di polizia e telecamere funzionanti: «Non ce la sentiamo di appoggiare - ha detto la consigliera stellata - ciò che non è condiviso dai cittadini». Lo stesso concetto è stato ribadito dal collega di gruppo Daniele Padoan, che ha ricordato di aver incontrato i residenti un mese prima della seduta di commissione relativa, e ai quali ha sostenuto essere le barriere di difficile attuazione. Barbara Penzo del PD aveva offerto di aggiungere, alla fine del provvedimento, la frase «previa valutazione tecnica» di ogni misura, per subordinarne l'efficacia alle prove sul campo: niente da fare, la maggioranza è stata irremovibile e con 12 voti contrari contro 4 favorevoli ha affossato l'ordine del giorno. Ora, per la disciplina delle rive interne, si ripartirà da zero.
PONTE SULLA FOSSETTA, A FINE ANNO LA DECISIONE DEL COMUNE DOPO LA PROVA DEI MATERIALI: RISTRUTTURARLO O COSTRUIRNE UNO NUOVO?
A fine anno il Comune deciderà il futuro del ponte che attraversa il canale Fossetta. Lo ha comunicato ieri l'assessora ai lavori pubblici Alessandra Penzo durante la seduta del consiglio comunale: coinvolta da un ordine del giorno delle opposizioni relativo allo stato dei ponti, Penzo ha confermato di aver ricevuto dall’impresa incaricata il progetto per effettuare le prove sui materiali, e per valutare quindi se rifarlo ex novo o ristrutturarlo. Il dirigente Stefano Penzo ha già preparato la determina per affidare l'incarico tecnico delle prove stesse, che saranno realizzate e consegnate appunto entro fine anno, quando sarà emesso il "verdetto" finale sulle sorti del ponte. «A inizio 2020 - sostiene l'assessora Penzo - affideremo il progetto esecutivo di ristrutturazione o di demolizione. Tranquillizzo consiglieri e cittadini, per la primavera il quadro sarà definitivo».
Sempre nelle parole dell'assessora, il Comune ha inviato al Provveditorato per le Opere Pubbliche una richiesta di sopralluogo urgente riguardo la navigabilità del canale sottostante, tema che aveva sollevato le perplessità del consigliere Marco Dolfin quanto alla sicurezza del transito delle barche. Analoghe prove sui materiali, di carattere preventivo, saranno applicate sul ponte grande della Fossetta, al cavalcavia di Borgo San Giovanni e al cavalcaferrovia: «Prevenire è meglio che curare - continua Alessandra Penzo - e se abbisognano interventi c’è il tesoretto della Legge Speciale». In un "limbo" sta la situazione del ponte delle Trezze a Valli, attualmente chiuso: il Comune ha infatti interpellato, durante l'estate, la Regione e l'Agenzia del Demanio per chiarimenti rispetto alla competenza sul manufatto, e ci sarà un prossimo incontro con il consorzio di bonifica Brenta Bacchiglione.
Sempre nelle parole dell'assessora, il Comune ha inviato al Provveditorato per le Opere Pubbliche una richiesta di sopralluogo urgente riguardo la navigabilità del canale sottostante, tema che aveva sollevato le perplessità del consigliere Marco Dolfin quanto alla sicurezza del transito delle barche. Analoghe prove sui materiali, di carattere preventivo, saranno applicate sul ponte grande della Fossetta, al cavalcavia di Borgo San Giovanni e al cavalcaferrovia: «Prevenire è meglio che curare - continua Alessandra Penzo - e se abbisognano interventi c’è il tesoretto della Legge Speciale». In un "limbo" sta la situazione del ponte delle Trezze a Valli, attualmente chiuso: il Comune ha infatti interpellato, durante l'estate, la Regione e l'Agenzia del Demanio per chiarimenti rispetto alla competenza sul manufatto, e ci sarà un prossimo incontro con il consorzio di bonifica Brenta Bacchiglione.
DEPOSITO IN VAL DA RIO, LUNEDÌ A ROMA L'INCONTRO TRA IL SINDACO E IL MINISTRO PATUANELLI: PARTECIPERÀ ANCHE IL COMITATO NO GPL
Il comitato No Gpl ha deciso di accompagnare il sindaco Ferro e l'amministrazione comunale a Roma lunedì 25 novembre, quando il primo cittadino e le autorità incontreranno il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli alle ore 12, per discutere la vertenza del deposito di Val da Rio. Il comitato ha intenzione di allestire nella Capitale una vera manifestazione con gazebo, volantini, bandiere, megafoni, magliette e poster fotografici dell'impianto.
Il viaggio in pullman attraverserà il Paese la notte fra domenica e lunedì: alle ore 4 la partenza da piazza Europa, poi alle 4.05 in viale Mediterraneo nei pressi di Elettrofer, quindi alle 4.10 a Borgo San Giovanni davanti la chiesa, infine alle 4.15 in campo Marconi a Chioggia davanti al Museo civico. Il costo della partecipazione ammonta a 40 euro a persona, il ritorno è fissato alle ore 16 con arrivo a Chioggia alle 23. Le adesioni sono raccolte dal negozio equo e solidale Mappamondo in corso del Popolo 931, obbligatoria la prenotazione con il saldo anticipato della quota.
Il viaggio in pullman attraverserà il Paese la notte fra domenica e lunedì: alle ore 4 la partenza da piazza Europa, poi alle 4.05 in viale Mediterraneo nei pressi di Elettrofer, quindi alle 4.10 a Borgo San Giovanni davanti la chiesa, infine alle 4.15 in campo Marconi a Chioggia davanti al Museo civico. Il costo della partecipazione ammonta a 40 euro a persona, il ritorno è fissato alle ore 16 con arrivo a Chioggia alle 23. Le adesioni sono raccolte dal negozio equo e solidale Mappamondo in corso del Popolo 931, obbligatoria la prenotazione con il saldo anticipato della quota.
IL VICEPRESIDENTE DEL VENETO FORCOLIN IERI A ISOLAVERDE DOPO LE MAREGGIATE: "IL COMUNE INVESTA INTROITI DELLA TASSA DI SOGGIORNO PER IL RECUPERO"
Fare presto. È l'imperativo che si è data la Regione Veneto nel finanziare la rinascita del litorale di Isolaverde e di Sottomarina, flagellato dalla marea della scorsa settimana: lo ha detto ieri il vicepresidente della giunta regionale Gianluca Forcolin, in sopralluogo direttamente nelle spiagge, accompagnato dai dirigenti locali della Lega, dai rappresentanti delle categorie come ASCOT, ASA, GEBIS, CISA Camping e da alcuni operatori turistici.
«La conta dei danni sia veloce - ha detto Forcolin - attraverso la raccolta dei dati, delle immagini, delle relazioni, affinché si possa presto rimettere in moto l'economia. Il turismo è la prima fonte di ricavo e di reddito in Veneto, e Chioggia lo sa bene con un milione e mezzo di presenze annue». Forcolin, che ha annunciato un ulteriore sopralluogo regionale la prossima settimana, ha sollecitato l'amministrazione comunale di Chioggia a mettere mano agli introiti della tassa di soggiorno: «Diventa indispensabile per aiutare le imprese balneari a riparare i danni».
Il capogruppo consiliare Marco Dolfin conferma che la Regione farà la propria parte sia in termini economici che progettuali e strutturali di modo che venga stabilizzata la situazione dell'arenile, soggetto a continui quanto effimeri ripascimenti che non bastano più: «La Regione non dimentica Chioggia, come ha detto qualcuno, anzi è tutto l'opposto! E la Lega è attiva e presente nel territorio, con ogni evidenza».
«La conta dei danni sia veloce - ha detto Forcolin - attraverso la raccolta dei dati, delle immagini, delle relazioni, affinché si possa presto rimettere in moto l'economia. Il turismo è la prima fonte di ricavo e di reddito in Veneto, e Chioggia lo sa bene con un milione e mezzo di presenze annue». Forcolin, che ha annunciato un ulteriore sopralluogo regionale la prossima settimana, ha sollecitato l'amministrazione comunale di Chioggia a mettere mano agli introiti della tassa di soggiorno: «Diventa indispensabile per aiutare le imprese balneari a riparare i danni».
Il capogruppo consiliare Marco Dolfin conferma che la Regione farà la propria parte sia in termini economici che progettuali e strutturali di modo che venga stabilizzata la situazione dell'arenile, soggetto a continui quanto effimeri ripascimenti che non bastano più: «La Regione non dimentica Chioggia, come ha detto qualcuno, anzi è tutto l'opposto! E la Lega è attiva e presente nel territorio, con ogni evidenza».
martedì 19 novembre 2019
SCUOLA PRIMARIA DON MILANI, L'ASSESSORA ALESSANDRA PENZO ANNUNCIA: DURANTE LE FESTE NATALIZIE SARÀ RIFATTO IL PRIMO BLOCCO DEI WC
Il consiglio comunale di Chioggia ha approvato all'unanimità, con 19 voti favorevoli, l'ordine del giorno presentato dal capogruppo del Partito Democratico, Jonatan Montanariello, relativo allo sfacelo in cui versano le palestre, gli spogliatoi e i bagni della scuola primaria Don Milani in via Domenico Schiavo a Sottomarina. Il testo si riprometteva di «votare la volontà politica di intervenire nel periodo di tempo più breve possibile per ridare funzionalità e dignità a questi servizi». Montanariello -che si era già esposto in materia- ha messo in guardia: «Se l'ULSS dovesse fare un controllo sanitario, chiuderebbe la palestra in questione».
L'assessora ai lavori pubblici Alessandra Penzo ha annunciato che durante le feste natalizie sarà rifatto il blocco dei servizi igienici al primo piano, ora inagibili, consentendo così dall'inizio del 2020 la praticabilità di 12 wc in luogo di quattro. Quanto agli spazi del seminterrato, il Comune aveva già valutato interventi negli spogliatoi, anche se l'unica soluzione preventivata a lungo termine è una ventilazione forzata. «I fondi dell'amministrazione non sono inesauribili - chiosa l'assessora - pertanto si fa appello anche al senso civico, sperando già che per l'inizio dell'anno sia possibile operare». La scorsa estate intanto ha visto cambiata la pavimentazione e il risanamento della copertura, mentre l'altro blocco dei bagni verrà terminato nell'estate 2020.
Il capogruppo del M5S, Paolo Bonfà, ha numerato in 5 milioni e 600mila euro lo stanziamento per la manutenzione dei plessi scolastici nell'ambito del "tesoretto" della Legge Speciale. Già dieci anni fa - ha ricordato la consigliera di ChioggiaViva, Marcellina Segantin - le condizioni erano vergognose: «Erano gli stessi genitori a pulire, venivano giù i muri come oggi. Lo spogliatoio è condiviso tra maschi e femmine, le docce sono inagibili, crollano anche le porte, è tutto corroso». Alcuni interventi comunque sono stati fatti nel tempo, e le stesse associazioni sportive in convenzione eseguono piccole manutenzioni nelle palestre: ma mancando l'aerazione cresce anche il muschio.
L'assessora ai lavori pubblici Alessandra Penzo ha annunciato che durante le feste natalizie sarà rifatto il blocco dei servizi igienici al primo piano, ora inagibili, consentendo così dall'inizio del 2020 la praticabilità di 12 wc in luogo di quattro. Quanto agli spazi del seminterrato, il Comune aveva già valutato interventi negli spogliatoi, anche se l'unica soluzione preventivata a lungo termine è una ventilazione forzata. «I fondi dell'amministrazione non sono inesauribili - chiosa l'assessora - pertanto si fa appello anche al senso civico, sperando già che per l'inizio dell'anno sia possibile operare». La scorsa estate intanto ha visto cambiata la pavimentazione e il risanamento della copertura, mentre l'altro blocco dei bagni verrà terminato nell'estate 2020.
Il capogruppo del M5S, Paolo Bonfà, ha numerato in 5 milioni e 600mila euro lo stanziamento per la manutenzione dei plessi scolastici nell'ambito del "tesoretto" della Legge Speciale. Già dieci anni fa - ha ricordato la consigliera di ChioggiaViva, Marcellina Segantin - le condizioni erano vergognose: «Erano gli stessi genitori a pulire, venivano giù i muri come oggi. Lo spogliatoio è condiviso tra maschi e femmine, le docce sono inagibili, crollano anche le porte, è tutto corroso». Alcuni interventi comunque sono stati fatti nel tempo, e le stesse associazioni sportive in convenzione eseguono piccole manutenzioni nelle palestre: ma mancando l'aerazione cresce anche il muschio.
KITE SURF E SUP, IL CONSIGLIO COMUNALE VOTA UNANIME L'ATTO DI INDIRIZZO ALL'AMMINISTRAZIONE PER ATTREZZARE UN'AREA IN ZONA DIGA LA PROSSIMA ESTATE
Il consiglio comunale di Chioggia ha approvato all'unanimità (20 voti) la mozione presentata dal capogruppo di Forza Italia, Beniamino Boscolo, volta a esprimere un atto di indirizzo all'amministrazione di modo da valorizzare e strutturare le attività sportive acquatiche nella zona diga di Sottomarina, dal kitesurf ai sup. La spiaggia è da qualche tempo meta di molti sportivi da ogni dove, anche dall'estero, che al primo accenno di bora si "scatenano" usando la tavola e le vele: d'inverno c'è il problema dell'assenza di immobili dove gli sportivi possono lavarsi e cambiarsi, d'estate si aggiunge anche l'ordinanza balneare che dal 15 maggio al 15 settembre rende difficile la pratica del kite imponendo i 500 metri di distanza dalla riva.
Soprattutto, ricorda il vicesindaco Marco Veronese, subentra la questione della spiaggia libera -che per legge non può essere inferiore al 20% dell'arenile- e pertanto la "collisione" tra bagnanti e surfisti: «Bisognerà reperire un'area esterna alla spiaggia libera quindi - afferma il vicesindaco e assessore al demanio - con un corridoio di tre metri e la possibilità di portare le vele da terra a mare, come richiesto dalle associazioni di settore». Secondo Veronese è possibile arrivare in tutto il litorale veneziano a una maggior flessibilità riguardo la distanza di 500 metri. Nel corso della discussione, il consigliere stellato Daniele Padoan ha ricordato l'area concessa nel 2018 in zona diga con l'allestimento di un container, ma la maggioranza è al corrente delle criticità da risolvere con la Capitaneria di Porto; dalle opposizioni, Marcellina Segantin ha fatto riferimenti anche all'indotto di possibili ristori, negozi di forniture e manutenzione degli attrezzi, ricettività turistica.
Soprattutto, ricorda il vicesindaco Marco Veronese, subentra la questione della spiaggia libera -che per legge non può essere inferiore al 20% dell'arenile- e pertanto la "collisione" tra bagnanti e surfisti: «Bisognerà reperire un'area esterna alla spiaggia libera quindi - afferma il vicesindaco e assessore al demanio - con un corridoio di tre metri e la possibilità di portare le vele da terra a mare, come richiesto dalle associazioni di settore». Secondo Veronese è possibile arrivare in tutto il litorale veneziano a una maggior flessibilità riguardo la distanza di 500 metri. Nel corso della discussione, il consigliere stellato Daniele Padoan ha ricordato l'area concessa nel 2018 in zona diga con l'allestimento di un container, ma la maggioranza è al corrente delle criticità da risolvere con la Capitaneria di Porto; dalle opposizioni, Marcellina Segantin ha fatto riferimenti anche all'indotto di possibili ristori, negozi di forniture e manutenzione degli attrezzi, ricettività turistica.
lunedì 18 novembre 2019
MARCO DOLFIN (LEGA) CHIEDE AL COMUNE DI SOSPENDERE EVENTUALI PROGETTI PER LA TECNOLOGIA 5G A CHIOGGIA: "DUBBI PER LA SALUTE DEI CITTADINI"
Alla prossima seduta del consiglio comunale di Chioggia (non quella di martedì 19 novembre) il capogruppo della Lega Marco Dolfin presenterà un ordine del giorno relativo allo sviluppo della rete 5G in città. Nel testo, Dolfin invita l'amministrazione a emanare un'ordinanza di sospensione preventiva rispetto a una possibile sperimentazione della nuova rete, non ancora in atto. «Nessuno è contro la tecnologia - scrive Dolfin - né contro lo sviluppo, ma la presenza di nuove antenne, ripetitori, parabole assai vicine alle abitazioni (come in lungomare a Sottomarina, dove sta sopra un albergo) sta creando non pochi timori e apprensioni nei confrontri dei residenti.
Mi risulta - continua l'esponente dell'opposizione - che alcuni cittadini si stiano organizzando per costituirsi come comitati cittadini. E dal momento che non vi sono dati certi quanto alle ricadute di questi impianti sulla salute pubblica, chiedo che anche Chioggia si attivi per tutelarla controllando le reti vicine alle abitazioni private, almeno finché il Ministero per l'Ambiente e quello per la Salute, l'ARPAV, l'ULSS non daranno garanzie valide». A Chioggia ultimamente si dà per sicuro che le chiese della Diocesi locale stiano contrattando l'introduzione di antenne per la tecnologia 5G sopra i campanili.
Mi risulta - continua l'esponente dell'opposizione - che alcuni cittadini si stiano organizzando per costituirsi come comitati cittadini. E dal momento che non vi sono dati certi quanto alle ricadute di questi impianti sulla salute pubblica, chiedo che anche Chioggia si attivi per tutelarla controllando le reti vicine alle abitazioni private, almeno finché il Ministero per l'Ambiente e quello per la Salute, l'ARPAV, l'ULSS non daranno garanzie valide». A Chioggia ultimamente si dà per sicuro che le chiese della Diocesi locale stiano contrattando l'introduzione di antenne per la tecnologia 5G sopra i campanili.
MARTEDÌ POMERIGGIO E SERA CONSIGLIO COMUNALE A CHIOGGIA: TRA I 17 ARGOMENTI I KITE SURF, LA SCUOLA DON MILANI E POSSIBILI CONFLITTI D'INTERESSE
Sono ben 17 gli argomenti in trattazione alla seduta del consiglio comunale di Chioggia, convocata dal presidente Endri Bullo per martedì 19 dalle ore 14.30. Su tutti spicca la riconciliazione delle partite debitorie e creditorie della società partecipata SST, con il riconoscimento di debiti fuori bilancio e tuttavia l'assunzione del servizio di bike sharing nel proprio capo.
Dopo la concessione del permesso di costruire un deposito di attrezzi necessari alla manutenzione del bosco Nordio, i consiglieri si esprimeranno riguardo numerose mozioni delle opposizioni: Beniamino Boscolo promuoverà l'adozione di un atto di indirizzo per valorizzare le attività sportive acquatiche in zona diga, come il kite surf e i sup; si tornerà a parlare della sicurezza di riva Lusenzo sia a Sottomarina che a Chioggia che all'isola dell'Unione, con un decalogo stilato da ben cinque esponenti delle minoranze; quindi tornerà in auge il discorso della telecamera installata per qualche giorno al campanile di Sant'Andrea, e da parte di Marco Dolfin, Romina Tiozzo e Jonatan Montanariello saranno chiesti chiarimenti in merito a possibili conflitti di interessi nell'amministrazione.
Lo stesso capogruppo del Partito Democratico, oltre a chiedere lumi quanto agli indirizzi politici disattesi per il piano delle alienazioni (con riferimento agli immobili di via Cicogna a Sottomarina), ha prodotto un ordine del giorno relativo alla situazione disastrosa di alcuni spazi interni alla scuola primaria Don Milani: «Considerata la sensibilità trasversale tra le forze politiche in materia - afferma il consigliere Montanariello - non possiamo lasciare che le palestre della scuola Don Milani continuino ad essere fatiscenti, a scapito dei ragazzi e dei frequentatori del plesso per le attività sportive pomeridiane e serali. Pertanto chiedo di votare la volontà politica di intervenire nel periodo di tempo più breve possibile per ridare funzionalità e dignità a questi servizi».
Dopo la concessione del permesso di costruire un deposito di attrezzi necessari alla manutenzione del bosco Nordio, i consiglieri si esprimeranno riguardo numerose mozioni delle opposizioni: Beniamino Boscolo promuoverà l'adozione di un atto di indirizzo per valorizzare le attività sportive acquatiche in zona diga, come il kite surf e i sup; si tornerà a parlare della sicurezza di riva Lusenzo sia a Sottomarina che a Chioggia che all'isola dell'Unione, con un decalogo stilato da ben cinque esponenti delle minoranze; quindi tornerà in auge il discorso della telecamera installata per qualche giorno al campanile di Sant'Andrea, e da parte di Marco Dolfin, Romina Tiozzo e Jonatan Montanariello saranno chiesti chiarimenti in merito a possibili conflitti di interessi nell'amministrazione.
Lo stesso capogruppo del Partito Democratico, oltre a chiedere lumi quanto agli indirizzi politici disattesi per il piano delle alienazioni (con riferimento agli immobili di via Cicogna a Sottomarina), ha prodotto un ordine del giorno relativo alla situazione disastrosa di alcuni spazi interni alla scuola primaria Don Milani: «Considerata la sensibilità trasversale tra le forze politiche in materia - afferma il consigliere Montanariello - non possiamo lasciare che le palestre della scuola Don Milani continuino ad essere fatiscenti, a scapito dei ragazzi e dei frequentatori del plesso per le attività sportive pomeridiane e serali. Pertanto chiedo di votare la volontà politica di intervenire nel periodo di tempo più breve possibile per ridare funzionalità e dignità a questi servizi».
ACQUA ALTA, IL PD E I COMMERCIANTI AL VICEMINISTRO MAURI: CHIOGGIA ABBIA UN SUBCOMMISSARIO ALL'EMERGENZA, E SIA IL SINDACO FERRO
Un commissario all'emergenza acqua alta anche per Chioggia. Lo hanno chiesto sabato scorso, nella sala polifunzionale del municipio di Chioggia, il Partito Democratico locale e l'Associazione Commercianti al viceministro all'Interno, Matteo Mauri, giunto in perlustrazione nella laguna sud per sincerarsi dei danni provocati dalla marea eccezionale dell'ultima settimana. L'incontro, al quale hanno partecipato circa trenta operatori, è durato più di un'ora e ha visto la partecipazione dell'onorevole Nicola Pellicani, del vicesegretario regionale del PD Lucio Tiozzo e della segretaria cittadina Barbara Penzo. L'iniziativa è stata valutata molto positiva dalle parti, in quanto fondata su ipotesi di lavoro concrete e successive alla quantificazione dei danni subiti dalle imprese, che ammontano a svariati milioni: il timore delle categorie è che l'ovvia centralità assunta da Venezia getti ombra sulle difficoltà del settore nella realtà clodiense.
Il presidente di AsCom Alessandro da Re ha spiegato al ministro cosa comporta l'acqua alta nel centro storico di Chioggia per chi ha un negozio: stare svegli la notte a svuotarlo, perdere il prodotto e le attrezzature, tener chiuso l'indomani con ulteriore perdita di fatturato, danni che propagheranno i propri effetti nei giorni e nei mesi. Sono state testimonianze forti, come quelle di chi si è visto saltare anche il pavimento, che hanno portato l'associazione a chiedere due cose concrete: posticipare o sospendere il pagamento delle tasse di prossima scadenza (INPS, IVA), e facilitare la burocrazia nella richiesta dei risarcimenti, dal momento che in altre occasioni consimili non erano pervenuti rimborsi.
Mauri ha confermato l'impegno del governo per Chioggia, essendo già state stanziate le prime risorse: allo scopo che la gestione sia oculata e che non vada appannaggio solo del capoluogo, il PD e le categorie hanno chiesto che anche per la città venga scelto un subcommissario -probabilmente nella figura del sindaco Alessandro Ferro, presente alla riunione- in quanto il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro avrà competenza in tal senso solo per la realtà territoriale veneziana. Il viceministro si è detto d'accordo e porterà la questione al tavolo governativo. Fra gli altri argomenti affrontati, anche la difficile situazione del litorale di Isolaverde completamente eroso dalle mareggiate, e necessitante di un'attività che vada ben oltre il normale ripascimento o la costruzione di dighe soffolte.
Il presidente di AsCom Alessandro da Re ha spiegato al ministro cosa comporta l'acqua alta nel centro storico di Chioggia per chi ha un negozio: stare svegli la notte a svuotarlo, perdere il prodotto e le attrezzature, tener chiuso l'indomani con ulteriore perdita di fatturato, danni che propagheranno i propri effetti nei giorni e nei mesi. Sono state testimonianze forti, come quelle di chi si è visto saltare anche il pavimento, che hanno portato l'associazione a chiedere due cose concrete: posticipare o sospendere il pagamento delle tasse di prossima scadenza (INPS, IVA), e facilitare la burocrazia nella richiesta dei risarcimenti, dal momento che in altre occasioni consimili non erano pervenuti rimborsi.
Mauri ha confermato l'impegno del governo per Chioggia, essendo già state stanziate le prime risorse: allo scopo che la gestione sia oculata e che non vada appannaggio solo del capoluogo, il PD e le categorie hanno chiesto che anche per la città venga scelto un subcommissario -probabilmente nella figura del sindaco Alessandro Ferro, presente alla riunione- in quanto il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro avrà competenza in tal senso solo per la realtà territoriale veneziana. Il viceministro si è detto d'accordo e porterà la questione al tavolo governativo. Fra gli altri argomenti affrontati, anche la difficile situazione del litorale di Isolaverde completamente eroso dalle mareggiate, e necessitante di un'attività che vada ben oltre il normale ripascimento o la costruzione di dighe soffolte.
venerdì 15 novembre 2019
ACQUA ALTA A 146 CM, IL MINISTRO D’INCÀ: “MOSE APERTO NEL 2021, PRESTO I CONTRIBUTI PER I DANNI". ASCOM: "IL GOVERNO PROROGHI LE PROSSIME SCADENZE FISCALI"
Arriva a Chioggia avanzando precariamente in stivali da una calle Palazzo sommersa, il ministro per i rapporti col Parlamento Federico d'Incà, poco dopo le 12.30. La città è allagata, accanto gli sono la senatrice Orietta Vanin e la consigliera regionale Erika Baldin: lo accolgono il sindaco Alessandro Ferro, gli assessori Veronese, Alessandra Penzo e Cavazzana, alcuni consiglieri stellati, pronti a scortarlo nel rapido giro di presa visione dei danni ai negozi di corso del Popolo. In sala consiliare lo attendono i dirigenti di urbanistica e lavori pubblici, i carabinieri e la polizia, i rappresentanti delle categorie economiche e i comitati: l'incontro infatti era stato indetto tempo addietro per occuparsi della causa demaniale di riva Lusenzo a Sottomarina, ma le circostanze degli ultimi giorni hanno imposto di spostare l'attenzione sull'emergenza acqua alta.
E il ministro d'Incà non si tira indietro: parla di «limitare i danni, perché questa crisi climatica nel Veneto dopo Vaia indica che la regione è soggetta, e per cui bisogna difendersi prima ancora di ragionare su questi eventi, dato che i cambiamenti climatici avvengono in tutto il mondo e ogni giorno». Difendersi significa il Mose in primis: «Ieri il presidente del consiglio Giuseppe Conte era a Venezia e a Pellestrina - prosegue il ministro d'Incà - proprio per dire che il Mose è il grande assente e va terminato. Ci siamo dati l'impegno di essere il governo che porta a termine e lo inaugura nel 2021, ne è consapevole anche la nuova commissaria Elisabetta Spitz. Il 26 novembre ci sarà un incontro per decidere la futura governance dell'impianto».
Ma non è tutto: il consiglio dei ministri ieri sera ha stanziato i primi 20 milioni per il soccorso urgente e le opere da fare subito. «Abbiamo stimato inoltre - continua il ministro per i rapporti con il Parlamento - l'erogazione di un contributo pari a 5mila euro per i privati e 20mila euro per le imprese, attraverso moduli di risarcimento. Ho la rassicurazione dal capo della protezione civile Angelo Borrelli che i rimborsi avverranno in tempi brevi, è nostra intenzione aiutare tutti coloro che hanno avuto danni dimostrabili». A tal proposito, gli uffici comunali sono a disposizione dei cittadini per la ricezione dei moduli e la loro compilazione. Dopo, conclude d'Incà, occorrerà «ragionare su Venezia e Chioggia nel lungo periodo, oltre il Mose. La pulizia dei canali, ad esempio, perché il turismo non deve divorare il sistema di vità delle città. Vogliamo anzi essere all'avanguardia per la politica del clima».
Un tavolo tecnico per l'organizzazione relativa ai moduli di risarcimento dai danni inferti dall'acqua alta è stato invocato da Alberto Ravagnan Perini, gioielliere nel consiglio di ASCOM, il quale ritiene che i chioggiotti siano spesso trattati da veneziani di serie B: «Suggerisco al governo l'ipotesi di prorogare le importanti scadenze fiscali che gravano sulle imprese di qui a fine anno, come i prossimi pagamenti di INPS e IVA, specie per chi è in attesa dei contributi post acqua alta». Giorgio Bellemo di ASCOT ha invece ricordato al ministro il tema dell'erosione delle spiagge per via delle mareggiate, anche in questi giorni soprattutto a Isolaverde, mentre Maria Rosa Boscolo Chio del comitato No Gpl ha riferito la pressante volontà della città di non far entrare in funzione il deposito di Costa Bioenergie in Val da Rio.
Ma appunto, la riunione avrebbe dovuto riguardare le case costruite cent'anni fa in terreno demaniale lungo riva Lusenzo: dai banchi del pubblico una residente attende la definitiva conclusione dell'iter legislativo già approvato in Senato lo scorso 3 ottobre, con il passaggio alla Camera previsto - ha riferito il ministro d'Incà- fra circa 50 giorni, dopo la legge di bilancio. «Proprio in quella zona - ha detto la signora - si sono verificati ingenti disagi per l'acqua alta, con anziane anche di 90 anni gravate di cartelle esattoriali non dovute e pure dall'allagamento della propria abitazione».
Prima che il ministro raggiungesse Rosolina e Porto Tolle per la prosecuzione del proprio percorso attraverso l'emergenza acqua, la senatrice del M5S Orietta Vanin ha confermato che per terminare il MOSE il governo ha messo a disposizione un miliardo più 122 milioni per le opere di compensazione ambientale. «Le risorse ci sono, non sarete soli, siamo qui con voi - ha detto la parlamentare - e lo dico da ex alluvionata della Rivieta del Brenta. Grazie per andare avanti, questa mattina una fornaia ha fatto il pane sotto i portici di Chioggia perché la vita continua». Nell'accomiatare i presenti, il sindaco Ferro - che ha chiesto lo stato di crisi per calamità e ha attivato la protezione civile per mettere in salvo Punta Gorzone - ha definito «occasion persa» la mancata attivazione delle paratoie del MOSE: «Si poteva rischiare e provare, anche pochi centimetri avrebbero fatto la differenza». Ferro ha anche stigmatizzato i parcheggi al ponte del Musichiere, che è stato ristretto al traffico per deficit strutturali.
E il ministro d'Incà non si tira indietro: parla di «limitare i danni, perché questa crisi climatica nel Veneto dopo Vaia indica che la regione è soggetta, e per cui bisogna difendersi prima ancora di ragionare su questi eventi, dato che i cambiamenti climatici avvengono in tutto il mondo e ogni giorno». Difendersi significa il Mose in primis: «Ieri il presidente del consiglio Giuseppe Conte era a Venezia e a Pellestrina - prosegue il ministro d'Incà - proprio per dire che il Mose è il grande assente e va terminato. Ci siamo dati l'impegno di essere il governo che porta a termine e lo inaugura nel 2021, ne è consapevole anche la nuova commissaria Elisabetta Spitz. Il 26 novembre ci sarà un incontro per decidere la futura governance dell'impianto».
Ma non è tutto: il consiglio dei ministri ieri sera ha stanziato i primi 20 milioni per il soccorso urgente e le opere da fare subito. «Abbiamo stimato inoltre - continua il ministro per i rapporti con il Parlamento - l'erogazione di un contributo pari a 5mila euro per i privati e 20mila euro per le imprese, attraverso moduli di risarcimento. Ho la rassicurazione dal capo della protezione civile Angelo Borrelli che i rimborsi avverranno in tempi brevi, è nostra intenzione aiutare tutti coloro che hanno avuto danni dimostrabili». A tal proposito, gli uffici comunali sono a disposizione dei cittadini per la ricezione dei moduli e la loro compilazione. Dopo, conclude d'Incà, occorrerà «ragionare su Venezia e Chioggia nel lungo periodo, oltre il Mose. La pulizia dei canali, ad esempio, perché il turismo non deve divorare il sistema di vità delle città. Vogliamo anzi essere all'avanguardia per la politica del clima».
Un tavolo tecnico per l'organizzazione relativa ai moduli di risarcimento dai danni inferti dall'acqua alta è stato invocato da Alberto Ravagnan Perini, gioielliere nel consiglio di ASCOM, il quale ritiene che i chioggiotti siano spesso trattati da veneziani di serie B: «Suggerisco al governo l'ipotesi di prorogare le importanti scadenze fiscali che gravano sulle imprese di qui a fine anno, come i prossimi pagamenti di INPS e IVA, specie per chi è in attesa dei contributi post acqua alta». Giorgio Bellemo di ASCOT ha invece ricordato al ministro il tema dell'erosione delle spiagge per via delle mareggiate, anche in questi giorni soprattutto a Isolaverde, mentre Maria Rosa Boscolo Chio del comitato No Gpl ha riferito la pressante volontà della città di non far entrare in funzione il deposito di Costa Bioenergie in Val da Rio.
Ma appunto, la riunione avrebbe dovuto riguardare le case costruite cent'anni fa in terreno demaniale lungo riva Lusenzo: dai banchi del pubblico una residente attende la definitiva conclusione dell'iter legislativo già approvato in Senato lo scorso 3 ottobre, con il passaggio alla Camera previsto - ha riferito il ministro d'Incà- fra circa 50 giorni, dopo la legge di bilancio. «Proprio in quella zona - ha detto la signora - si sono verificati ingenti disagi per l'acqua alta, con anziane anche di 90 anni gravate di cartelle esattoriali non dovute e pure dall'allagamento della propria abitazione».
Prima che il ministro raggiungesse Rosolina e Porto Tolle per la prosecuzione del proprio percorso attraverso l'emergenza acqua, la senatrice del M5S Orietta Vanin ha confermato che per terminare il MOSE il governo ha messo a disposizione un miliardo più 122 milioni per le opere di compensazione ambientale. «Le risorse ci sono, non sarete soli, siamo qui con voi - ha detto la parlamentare - e lo dico da ex alluvionata della Rivieta del Brenta. Grazie per andare avanti, questa mattina una fornaia ha fatto il pane sotto i portici di Chioggia perché la vita continua». Nell'accomiatare i presenti, il sindaco Ferro - che ha chiesto lo stato di crisi per calamità e ha attivato la protezione civile per mettere in salvo Punta Gorzone - ha definito «occasion persa» la mancata attivazione delle paratoie del MOSE: «Si poteva rischiare e provare, anche pochi centimetri avrebbero fatto la differenza». Ferro ha anche stigmatizzato i parcheggi al ponte del Musichiere, che è stato ristretto al traffico per deficit strutturali.