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giovedì 21 marzo 2019

SCHEDE REGIONALI, L'OSPEDALE DI CHIOGGIA RISCHIA DI PERDERE DUE PRIMARIATI E 55 POSTI LETTO: PROTESTANO PD E M5S

Nubi sull’ospedale di Chioggia. Secondo la bozza delle schede in discussione al consiglio regionale, conseguenti all’approvazione del piano sanitario 2019-2023, il nosocomio clodiense verrebbe a perdere la qualifica di ospedale “spoke”, in rapporto con l’hub dell’Angelo di Mestre, per le dimensioni ridotte del suo bacino d’utenza nella provincia sud, inferiori a 200mila abitanti. A poco sono servite le raccomandazioni del territorio e l’emendamento del gruppo consiliare del PD, che postulano l’importanza di qualificare l’ospedale in virtù della distanza da Mestre, delle difficoltà logistiche imposte per via della Romea e della forte presenza turistica in estate: senza un cambio di direzione in sede regionale, Chioggia sarà ospedale di base, pure mantenendo molti servizi degli “spoke” e in presenza di notevoli investimenti compiuti dalla Regione nella struttura e nella strumentazione. Il che significa rinunciare a due primariati (Nefrologia e laboratorio di Analisi), e soprattutto a 55 posti letto, da 238 a 183.
Contrariato è Lucio Tiozzo, vicesegretario regionale del PD e già capogruppo in consiglio: «Temiamo che l’ospedale Beata Vergine della Navicella venga progressivamente svuotato, perdendo attrazione tra il personale medico. Eliminare il primario di Nefrologia, unico caso in regione, è uno sgarbo nei confronti della città. Chiediamo venga ripristinato e approvato l’emendamento presentato dal gruppo per riclassificare “spoke” l’ospedale di Chioggia».
Arrabbiata è anche la consigliera regionale del M5S Erika Baldin: «Se ci sono peggioramenti lo faremo presente in tutti i modi possibili, e avvieremo grosse battaglie affinché il territorio non perda centralità, assicurando i servizi in specie nelle zone più penalizzate». Dal canto suo il leghista Marco Dolfin ricorda che «Chioggia non è mai stata “spoke”, anche se ne ha le caratteristiche, ma un presidio territoriale fondamentale per l’attività di emergenza e assistenza che svolge durante la stagione turistica. Lo dimostra il fatto che non ha perso nessuna apicalità se non quella del laboratorio analisi, dove è stata prevista una forma di centralizzazione sovraziendale».
Tuttavia stride il fatto che ad esempio Dolo e Mirano abbiano mantenuto la relativa qualifica sebbene distanti solo una dozzina di km dall’Angelo, mentre in tutta la Regione sono iniziate le proteste sindacali, del personale medico e delle associazioni tra i malati per il possibile depauperamento del numero di posti letto nelle strutture pubbliche, a vantaggio di quelle private, accreditate e convenzionate. Nel frattempo ammontano a 500 le firme raccolte da Cittadinanzattiva a Chioggia per chiedere l'istituzione di un servizio autobus diretto tra la città e l'ospedale all'Angelo di Mestre.

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