L'accusa lanciata nei giorni scorsi dall'assessora D'Este, riguardo il gettito invariato dell'imposta di soggiorno a fronte di una stagione turistica positiva, non è passata inosservata e continua a far discutere. Dopo l'intervento della neopresidente del consorzio Con Chioggia SI, Silvia Vianello, che rimanda al mittente gli «attacchi» definiti «superficiali e poco dignitosi», anche il presidente dei concessionari balneari raccolti in Ascot, Giorgio Bellemo, e il consigliere comunale di Forza Italia Beniamino Boscolo dicono la loro: il primo innanzitutto confuta la bontà dei dati riguardo l'andamento della scorsa stagione estiva. «Quando taluni rappresentanti di categoria -dice Bellemo a Chioggia Azzurra- hanno parlato anzitempo di “estate da incorniciare”, credo abbiano compiuto un errore, già che oggi nemmeno i quadri si incorniciano più. L'estate è stata sicuramente positiva, ma a vedere il trend da giugno a settembre è meno interessante di quanto potrebbe sembrare». Analizza il presidente di Ascot: «Sottomarina vive sostanzialmente di escursionismo festivo dovuto al bel tempo, con i pendolari che scendono al mare senza pagare un'imposta di soggiorno, dovuta solo a chi frequenta campeggi, hotel, residence, bed and breakfast». Proprio con riguardo alle più recenti forme di ricettività punta il focus Bellemo: «Se è facile intercettare i primi soggetti, non è così per chi fa attività commerciale (ad esempio i locatori sul portale Airbnb, ndr) ed elude l'imposta. Certo che i controlli vanno fatti, ma non vanno abbinati alla considerazione sull'andamento della stagione: bisogna ampliare la base soggetta all'imposta di soggiorno».
E questo contempla anche un ripensamento dell'offerta turistica cittadina: «Le persone devono rimanere qui, all'evoluzione della domanda deve corrispondere un cambio dell'offerta». Giorgio Bellemo si riferisce ad esempio alla possibilità, pubblicata nell'ultima settimana, di allestire nella zona ex Reduci un parcheggio auto per i residenti: «Abbastanza svilente -è la sua opinione- considerando anche che nel piano del 2004 la zona andava estesa anche oltre il lungomare. Ma le idee sono quelle che mancano». Immancabile un accenno all'asporto dei rifiuti: «L'amministrazione sa bene -conclude Ascot- che sono tantissimi i soggetti che non pagano la Tari, privati e commerciali, non solo i balneari in contenzioso. A questi ultimi (spesso piccoli soggetti) arrivano le cartelle esattoriali, mentre non succede ad alcuni grandi imprenditori della città, che hanno debiti importanti con Veritas, anche per milioni di euro, e non sono soggetti di azioni pressanti per recuperare ciò che è dovuto». Qualche cifra: nel 2003 c'erano 800mila metri quadri di stabilimenti balneari soggetti alla TIA, la tassa allora in vigore, mentre oggi sono 1200mila mq. Allo stesso modo, quattordici anni fa ogni stabilimento pagava 1.84 euro al mq, oggi 3.49 euro: «Non può essere che ogni anno aumentino i costi di Veritas, a fronte di un puntuale disservizio», è la sentenza di chi regge le sorti del settore.
Dal canto suo Beniamino Boscolo critica decisamente l'uscita dell'assessora in materia di imposta di soggiorno: «Appare strumentale, specie senza fornire dati precisi né aver studiato i risultati dell'applicazione della tassa. In un anno e mezzo non hanno mai verificato l'argomento, con l'aggravante della mancata trasparenza quanto all'utilizzo dei proventi, e alle rare convocazioni dell'OGD». Nell'agosto 2016 -nota Boscolo- «ci sono state solo promesse di cambiare rotta in merito alla gestione della tassa, mettendo a disposizione del turismo capitoli certi e rendicontati in modo trasparente, ma il bilancio è rimasto la fotocopia degli anni precedenti».
Anzi, per il 2018 il consigliere di Forza Italia ravvisa il pericolo nell'intenzione di raddoppiare l'aliquota, corroborata dal Documento Unico di Programmazione che ha previsto per le prossime due stagioni un'entrata di 1300mila euro, ovvero il doppio rispetto ad ora. A finire nel mirino di Boscolo, poi, sono i camper che sostano per molti giorni all'isola dell'Unione e all'arena Duse: «Se si parla di evasione, la prima a dare l'esempio negativo è proprio l'amministrazione a 5 Stelle, dal momento che i parcheggi gestiti da SST ospitano migliaia di camper durante l'estate, sottraendo clienti alle strutture private in regola e introiti alla tassa di soggiorno, con zero multe erogate finora». Pertanto «lo stesso rigore che i grillini chiedono agli operatori -esclama Beniamino Boscolo- oggi i cittadini lo pretendono dai grillini!».
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martedì 31 ottobre 2017
INCONTRO COMUNE-AUTORITÀ PORTUALE: TRENTA LAVORATORI DISOCCUPATI REIMPIEGATI AL PORTO DI VENEZIA
Oltre trenta portuali disoccupati, che erano precedentemente in servizio a Chioggia, sono stati reimpiegati nel Porto di Venezia grazie alla neonata Autorità Portuale dell'Alto Adriatico, presieduta da Pino Musolino. È una delle comunicazioni relative al proficuo incontro di stamane nel capoluogo tra una delegazione del Comune di Chioggia -guidata dal sindaco Alessandro Ferro- e appunto il presidente Musolino: all'ordine del giorno anche la governance di A.S.Po., lo scavo dei canali di accesso al porto, il mercato ittico all'ingrosso e la crocieristica. «Il futuro di Aspo è ancora incerto», ha detto il sindaco Ferro all'uscita dal rendez-vous. «Il governo non ha ancora chiarito definitivamente le competenze o la permanenza dell’ente, auspichiamo che lo faccia a breve. L’attuale situazione di incertezza non giova a nessuno perché blocca le iniziative dei vari soggetti competenti».
Per quanto riguarda le infrastrutture da adeguare, il primo cittadino vede il Porto di Chioggia quale «supporto logistico e non potenziale concorrente di Venezia, sotto tutti gli aspetti»: il suo sviluppo potrebbe essere importantissimo per il commercio nell'area, anche nel traffico fluviale. In questo quadro, la crocieristica aiuterebbe le piccole attività ad essa correlate: «L’Autorità Portuale si è resa disponibile a collaborare per incrementare il numero di navi da crociera annue a breve termine», si legge nella nota diramata dal Comune. Fra le questioni poste dalla delegazione chioggiotta, il futuro sito del mercato ittico: «Argomento annoso che -oltre che con la città- vorremmo concordare con l’Autorità Portuale, e che auspichiamo verrà definito a brevissimo per avviare al più presto le procedure di spostamento».
Per quanto riguarda le infrastrutture da adeguare, il primo cittadino vede il Porto di Chioggia quale «supporto logistico e non potenziale concorrente di Venezia, sotto tutti gli aspetti»: il suo sviluppo potrebbe essere importantissimo per il commercio nell'area, anche nel traffico fluviale. In questo quadro, la crocieristica aiuterebbe le piccole attività ad essa correlate: «L’Autorità Portuale si è resa disponibile a collaborare per incrementare il numero di navi da crociera annue a breve termine», si legge nella nota diramata dal Comune. Fra le questioni poste dalla delegazione chioggiotta, il futuro sito del mercato ittico: «Argomento annoso che -oltre che con la città- vorremmo concordare con l’Autorità Portuale, e che auspichiamo verrà definito a brevissimo per avviare al più presto le procedure di spostamento».
BANDIERA BLU: CAMBIANO LE REGOLE PER OTTENERLA, E FAVORISCONO SOTTOMARINA
Al trentesimo anno dall’istituzione della Bandiera Blu per gli arenili più puliti ed attrezzati d’Italia, si prospettano delle novità importanti nei parametri di assegnazione. La procedura verrà per la prima volta agganciata ai contratti di costa e ai contratti di fiume, scelta logica in quanto ambiti di condivisione di molti problemi e argomenti comuni agli enti locali confinanti. «Il Comune di Chioggia con lungimiranza è già inserito da oltre un anno come capofila del Contratto di costa veneto -commenta il vicesindaco Marco Veronese- e anche come aderente al Contratto di fiume del Delta del Po, e ha tutte le carte in regola per raggiungere l’assegnazione della Bandiera Blu anche nel 2018». Continua il vicesindaco: «Inoltre, in base a quanto affermato dalla FEE, va riconsiderata la modalità di asporto dei depositi di alghe dal bagnasciuga, in quanto sono un elemento naturale di difesa dall’erosione e non sono considerabili come rifiuti». Tra le caratteristiche che concorreranno al riconoscimento della Bandiera Blu, vale anche l’ecocompattatore installato da pochi mesi a Sottomarina e che sta riscuotendo commenti positivi dai cittadini.
INCONTRO A VENEZIA STAMANE FRA IL COMUNE DI CHIOGGIA E L'AUTORITÀ PORTUALE. SUL TERRENO LA GOVERNANCE DI A.S.PO., LO SCAVO DEI CANALI E IL GPL
Stamane alle 11 una delegazione dell'amministrazione comunale di Chioggia, con il sindaco Alessandro Ferro e l'assessora alle attività produttive Angela d'Este, ha incontrato a Venezia, nella sede dell'Autorità portuale per l'alto Adriatico, il presidente Pino Musolino. Scopo dell'incontro, fare il punto su alcuni argomenti che concernono lo sviluppo della portualità di Chioggia, ovvero la modifica del piano regolatore portuale, lo scavo dei canali di accesso fino a 11 metri per favorire nuovi ingressi crocieristici, la questione del deposito gpl che comporterebbe una diversa classificazione dello scalo da commerciale a industriale per via del transito delle navi gasiere, infine -ma non certo ultima- la governance del settore, dopo la recente nomina a presidente di A.S.Po. del veneziano Damaso Zanardo. Il Comune di Chioggia è stato molto critico col consiglio di amministrazione dell'Azienda Speciale per il Porto, non essendo stato consultato né avvertito della decisione; sul piatto c'è anche il futuro, con l'Autorità portuale presieduta da Musolino che al ministero delle Infrastrutture chiede una definizione delle competenze e dei ruoli. C'è chi sostiene che A.S.Po. abbia fatto il suo tempo e, alla luce dell'istituzione di un ente unico per Venezia e Chioggia, che la stessa A.S.Po. andrebbe smantellata.
domenica 29 ottobre 2017
VERSO L'ESTATE 2018, PROMESSO UN GIRO DI VITE CONTRO L'EVASIONE DELL'IMPOSTA DI SOGGIORNO
L’amministrazione Ferro promette guerra all’evasione e controlli più serrati in tutti gli ambiti e i settori che gravitano nella sfera del turismo e dell’accoglienza. «Ci troviamo davanti ad un paradosso -dichiara l’assessora al turismo Angela D’Este- con gli operatori che annunciano entusiasti una stagione da record per presenze e arrivi, e di contro il gettito dell’imposta di soggiorno è appena in linea con quanto raggiunto l’anno scorso. Ci saremo aspettati un notevole incremento degli introiti derivanti da questa imposta: è evidente che qualcosa non va, è un nostro dovere fare chiarezza e mettere in campo tutte quelle azioni di controllo necessarie a far emergere quelle zone grigie che evidentemente ci sono».
Il gruppo consiliare del M5S commenta: «Abbiamo visto tutti come sia andata la stagione turistica, lo hanno dichiarato gli stessi operatori turistici su alcuni articoli di giornale. Abbiamo il dovere di risolvere la questione del mancato gettito dell'imposta di soggiorno. Dobbiamo far quadrare il bilancio e la nostra priorità, ovviamente, sarà non andare a mettere mano alle tasse pagate dai cittadini, quindi cercheremo tutte le soluzioni possibili per far rientrare tutte le eventuali pendenze in piedi verso l’amministrazione». Per questo il focus sulla tassa di soggiorno, il mancato pagamento della Tari da parte di alcuni stabilimenti balneari, le situazioni degli immobili comunali occupati con contratti di locazione scaduti: « Partiamo da qui per regolarizzare tutto quello che ad oggi non è in regola», dicono i consiglieri di maggioranza.
Il gruppo consiliare del M5S commenta: «Abbiamo visto tutti come sia andata la stagione turistica, lo hanno dichiarato gli stessi operatori turistici su alcuni articoli di giornale. Abbiamo il dovere di risolvere la questione del mancato gettito dell'imposta di soggiorno. Dobbiamo far quadrare il bilancio e la nostra priorità, ovviamente, sarà non andare a mettere mano alle tasse pagate dai cittadini, quindi cercheremo tutte le soluzioni possibili per far rientrare tutte le eventuali pendenze in piedi verso l’amministrazione». Per questo il focus sulla tassa di soggiorno, il mancato pagamento della Tari da parte di alcuni stabilimenti balneari, le situazioni degli immobili comunali occupati con contratti di locazione scaduti: « Partiamo da qui per regolarizzare tutto quello che ad oggi non è in regola», dicono i consiglieri di maggioranza.
giovedì 26 ottobre 2017
IL MURO DEL CIMITERO DI SOTTOMARINA, RIPULITO DUE ANNI FA, RESISTE ANCORA CANDIDO
Era il 22 ottobre 2015 quando il consigliere comunale Beniamino Boscolo con un gruppo di amici e qualche altro cittadino aggiuntosi a sorpresa si è ritrovato davanti al muro esterno del cimitero di Sottomarina, imbrattato nella maniera più incivile dalle scritte dei soliti vandali. Beniamino e le altre persone coinvolte avevano deciso di rispondere con i fatti a chi nei network stigmatizzava il permanere degli sfregi senza fare niente di concreto per eliminarli: scendere in strada muniti di pennello e pittura, rigorosamente bianca.
«Ad oggi -dice il consigliere- la soddisfazione di vedere ancora bianco il muro, a distanza di due anni, smentisce anche quelle critiche rivolte al lavoro di dipintura, additato come "cosa inutile", dal momento che secondo quel parere gli incivili e i vandali all'indomani sarebbero andati a imbrattare nuovamente». Si avvicina la ricorrenza dei defunti e anche questo 2 novembre la loro estrema dimora godrà di un po' di decoro in più, che si spera possa perdurare nel tempo: «Altrimenti non avremo problemi a riprendere in mano pennello e pittura!», conferma Beniamino Boscolo.
«Ad oggi -dice il consigliere- la soddisfazione di vedere ancora bianco il muro, a distanza di due anni, smentisce anche quelle critiche rivolte al lavoro di dipintura, additato come "cosa inutile", dal momento che secondo quel parere gli incivili e i vandali all'indomani sarebbero andati a imbrattare nuovamente». Si avvicina la ricorrenza dei defunti e anche questo 2 novembre la loro estrema dimora godrà di un po' di decoro in più, che si spera possa perdurare nel tempo: «Altrimenti non avremo problemi a riprendere in mano pennello e pittura!», conferma Beniamino Boscolo.
ALIENAZIONI DEI BENI COMUNALI: L'ORDINE DEL GIORNO DI MONTANARIELLO VOTATO DA TUTTO IL CONSIGLIO
È raro riscontrare, nel consiglio comunale di Chioggia, un voto all'unanimità. Ciò è successo nella seduta di ieri, quando un ordine del giorno del consigliere Jonatan Montanariello ha incontrato il favore non solo delle opposizioni ma dell'intera maggioranza a 5stelle: il tema è la messa in pratica di azioni propedeutiche a realizzare il piano delle alienazioni 2014-2019 dei beni di proprietà comunale. «Un bel segnale da parte dell'amministrazione, la quale ha capito la direzione del provvedimento nel pieno ed esclusivo interesse pubblico», nota Montanariello. Che spiega: «Nel piano delle alienazioni sono inseriti anche alloggi comunali che presentano anomalie o irregolarità per cui non potrebbero essere alienati con successo. Si tratta spesso di eredità nel passaggio da altri enti, che risalgono anche a cinquant'anni fa. Dal momento che c'è l'interesse dei privati a riscattare quei beni, e al Comune farebbe comodo dal momento che entrerebbe denaro nelle casse -è l'obiettivo del piano alienazioni- si eviterebbero così futuri problemi». Ad esempio il rischio, sottolinea Montanariello, che «qualora gli assegnatari venissero a mancare, gli alloggi non possono essere venduti o riassegnati, ma solo demoliti se si possono demolire. Comportando così un costo per la collettività, e soprattutto il timore che gli edifici abbandonati vengano facilmente occupati se non si murano le porte». Negli scorsi anni alcuni vizi erano stati sanati da condoni, quindi si può presentare il caso di alloggi adiacenti per i quali a parità di situazione vigano status differenti.
mercoledì 25 ottobre 2017
DIPENDENTI COMUNALI: IL SINDACO, "CONTESTAZIONI SINDACALI INFONDATE, NESSUNA MODIFICA ALLE RISORSE AGGIUNTIVE"
Una nota dell'amministrazione comunale torna sulla vertenza che vede coinvolti i dipendenti, in stato di agitazione. «Per quanto riguarda il contenzioso con i sindacati -si legge nella nota- l'amministrazione precisa che ha stanziato per il fondo dei dipendenti alcune risorse aggiuntive, allo scopo di sostenere le iniziative rivolte a migliorare la produttività, l’efficienza e l’efficacia dei servizi, ai sensi dell’art. 15, co. 2 del CCNL 1/4/1999, nella misura massima concessa dalla normativa vigente, per un importo pari a 89221,33 euro, come negli anni precedenti". Continua la nota: "Abbiamo inoltre destinato al fondo per la contrattazione decentrata la quota parte (nella misura del 25%) del piano di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, quantificata per l’anno 2017 in 81049,24 euro. La somma complessiva destinata alla produttività individuale dei dipendenti, erogabile con le consuete modalità già adottate l’anno scorso e negli anni precedenti, ammonta a 226297,65 euro, tenuto conto del risparmio di spesa delle risorse decentrate di natura stabile del 2016 (27583,95 euro) e dell’economia di spesa nel budget del lavoro straordinario dell’anno scorso (28443,13 euro)".
La differenza rispetto alla costituzione del fondo dell’anno precedente consiste "esclusivamente nella diversa tipologia delle risorse stanziate: nel 2016, oltre alla somma di 89221,33 euro per la produttività dei dipendenti, sono stati stanziati 78750 euro per progetti obiettivi, senza il piano delle razionalizzazioni. Al netto dei risparmi pertanto la somma stanziata nel 2017 è superiore a quella dell’anno scorso di 2298,94 euro. Il vantaggio rispetto agli anni scorsi consiste essenzialmente nel fatto che il piano di razionalizzazione approvato ha valenza triennale".
Quindi l'amministrazione trova "palesemente infondata la preoccupazione di avere, qualora venisse sottoscritto l’accordo proposto dall’Amministrazione, un salario accessorio legato alla produttività individuale inferiore rispetto agli anni precedenti": per il Comune "è evidente che la scelta di incrementare le risorse con i risparmi derivanti dal piano di razionalizzazione non pregiudica il limite massimo del fondo del salario accessorio, che rimane essere quello del 2016, come stabilito dalla normativa vigente". La nota non concorda, infine, con la "fuorviante interpretazione sindacale sull’assenza di progettualità, che per l’esercizio 2017 viene realizzata attraverso i singoli progetti compendiati nel piano di razionalizzazione, attraverso il quale viene conseguita una riduzione della spesa mediante il coinvolgimento del personale dipendente, soggetto indispensabile per rendere attuabili le misure proposte e per consolidare nel tempo i benefici introdotti". È lo stesso sindaco a intervenire: «Come appare dalla descrizione tecnica citata, i motivi della protesta dei sindacati non sussistono. Infatti mentre il fondo per la produttività per il 2017 è pari ad 89221,33 euro, come negli anni scorsi, quest’anno sono previsti 81049,24 euro per il piano di razionalizzazione che sostituisce il fondo per i progetti obiettivi di 78750 euro, che c’era nel 2016. Pertanto quest’anno la somma stanziata è superiore rispetto all’anno scorso, di 2298,94 euro». Conclude Alessandro Ferro: «Non riteniamo necessario quindi modificare quanto destinato alle risorse aggiuntive per i dipendenti. Cercheremo di informare nel miglior modo possibile il personale per non lasciare dubbi in merito».
Quindi l'amministrazione trova "palesemente infondata la preoccupazione di avere, qualora venisse sottoscritto l’accordo proposto dall’Amministrazione, un salario accessorio legato alla produttività individuale inferiore rispetto agli anni precedenti": per il Comune "è evidente che la scelta di incrementare le risorse con i risparmi derivanti dal piano di razionalizzazione non pregiudica il limite massimo del fondo del salario accessorio, che rimane essere quello del 2016, come stabilito dalla normativa vigente". La nota non concorda, infine, con la "fuorviante interpretazione sindacale sull’assenza di progettualità, che per l’esercizio 2017 viene realizzata attraverso i singoli progetti compendiati nel piano di razionalizzazione, attraverso il quale viene conseguita una riduzione della spesa mediante il coinvolgimento del personale dipendente, soggetto indispensabile per rendere attuabili le misure proposte e per consolidare nel tempo i benefici introdotti". È lo stesso sindaco a intervenire: «Come appare dalla descrizione tecnica citata, i motivi della protesta dei sindacati non sussistono. Infatti mentre il fondo per la produttività per il 2017 è pari ad 89221,33 euro, come negli anni scorsi, quest’anno sono previsti 81049,24 euro per il piano di razionalizzazione che sostituisce il fondo per i progetti obiettivi di 78750 euro, che c’era nel 2016. Pertanto quest’anno la somma stanziata è superiore rispetto all’anno scorso, di 2298,94 euro». Conclude Alessandro Ferro: «Non riteniamo necessario quindi modificare quanto destinato alle risorse aggiuntive per i dipendenti. Cercheremo di informare nel miglior modo possibile il personale per non lasciare dubbi in merito».
OGGI CONSIGLIO COMUNALE: SI PARLERÀ DI KURSAAL, ZONA REDUCI, SPORTELLI ATER E CANILE
Si parlerà anche di gpl nella seduta del consiglio comunale convocata per oggi alle ore 16.30. Una mozione della consigliera 5stelle Maria Chiara Boccato intende infatti aprire una ulteriore discussione in merito alle criticità insorte nella costruzione dell'impianto. Fra gli altri temi all'ordine del giorno, la convenzione con il Comune di Cona per il ricovero dei cani randagi a Sant'Anna, l'apertura di uno sportello Ater all'ufficio patrimonio del Comune, la sicurezza all'esterno dei supermercati Eurospar, il futuro del Kursaal e di zona Reduci. Molto attive le opposizioni.
martedì 24 ottobre 2017
DOPO IL REFERENDUM, IL SINDACO CHIEDE: PORTO E LEGGE SPECIALE IN CAPO ALLA REGIONE
Archiviata la consultazione referendaria di domenica, che anche a Chioggia ha visto superare -seppur di poco- il quorum del 50% degli aventi diritto al voto, il Comune auspica che vengano tratte conseguenze anche per quanto riguarda gli aspetti più legati al territorio, ovvero la Legge Speciale e il porto. Mentre Zaia chiede a Roma una revisione costituzionale per inserire il Veneto nel novero delle regioni a statuto speciale e trattenere così i nove decimi della spesa, ridefinendo ben 23 competenze in capo a Palazzo Balbi, il sindaco Alessandro Ferro postula una gestione decentrata a proposito dei due temi di cui sopra: «La Legge Speciale concerne un ambito geografico che rientra per intero nel territorio regionale -nota il primo cittadino- e la portualità comprende infrastrutture definite “strategiche”, vedi il caso del deposito gpl, con un'autorizzazione scandalosa concessa dal ministero per lo sviluppo, mentre prima la competenza era regionale». Inoltre, sostiene Ferro, anche infrastrutture di comunicazione come la strada Romea potrebbero diventare di competenza regionale. L'incognita sta nei finanziamenti previsti dall'articolo 117 della Costituzione: «La Consulta -ricorda il sindaco- aveva già respinto i quesiti referendari posti dalla legge 15/2017, che riguardavano la gestione diretta dei tributi riscossi nel territorio regionale». È questo lo scoglio più arduo che si para davanti nel percorso fra Venezia e Roma.
lunedì 23 ottobre 2017
REFERENDUM VENETO, CHIOGGIA AL 52.5% DI AFFLUENZA. VALANGA DI "SÌ"
Anche a Chioggia il referendum consultivo della Regione Veneto per chiedere ulteriori forme di autonomia ha superato il quorum richiesto dalla legge. Il 52.54% degli aventi diritto si è recato ai seggi, cinque punti percentuali in meno rispetto al risultato regionale, ma ben sette punti in più rispetto al Comune di Venezia, rimasto abbondantemente sotto la soglia. Scontato il trionfo dei sì fra i 22109 chioggiotti che sono andati a votare, con il 98.75% pari a 21714 consensi, mentre i no sono stati 274, ovvero l'1.25%. Sono state registrate anche 38 schede bianche e 83 nulle. Le operazioni di voto si sono svolte in maniera regolare, l'afflusso è stato continuo nonostante il forte maltempo che nel pomeriggio e di sera ha colpito la città, e già attorno a mezzanotte il sito del Comune riportava i risultati: l'affluenza era il dato più atteso.
domenica 22 ottobre 2017
DOMENICA DI REFERENDUM CONSULTIVO PER L'AUTONOMIA IN VENETO, SI VOTA FINO ALLE ORE 23
Si sono aperti alle 7 di stamane i seggi per il referendum consultivo indetto dalla Regione Veneto, mirato a chiedere il parere dei cittadini al quesito: “vuoi che le siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”. Resteranno aperti fino alle ore 23, quando inizierà lo scrutinio. La legge istitutiva prevede un quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto, affinché il referendum sia considerato valido ancorché meramente consultivo. A Chioggia i seggi impegnati sono 50.
venerdì 20 ottobre 2017
PORTO, A FINE MESE INCONTRO COMUNE-AUTORITÀ DI SISTEMA. IL VICESINDACO: "LA NOMINA DI ZANARDO ALL'A.S.PO. UNO SGARRO ALLA CITTÀ"
La situazione del Porto di Chioggia, con le difficoltà del traffico mercantile, la questione gpl e la governance in seguito alle nuove nomine in A.S.Po. sarà al centro di un colloquio fra l'amministrazione comunale e il presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Alto Adriatico, Pino Musolino. Il rendez-vous avverrà il prosssimo martedì 31 ottobre. Molti i temi che verranno affrontati: la modifica del piano regolatore portuale, lo scavo dei canali di accesso, l’impianto gpl e, non ultima, la situazione anomala di A.S.Po., istituita nel lontano 1979 con compiti di programmazione, coordinamento e promozione delle opere e dell’attività portuale, e che -si legge in una nota del Comune- "negli anni trascorsi dalla sua istituzione ad oggi ha proferito molte delle sue energie alla realizzazione delle infrastrutture e poche nel ruolo di promozione dell’attività portuale, provocando un lento ma inesorabile declino del traffico di merci. Non è stata prodiga nemmeno nel suo compito di programmazione, tanto che ad oggi vige ancora un piano regolatore portuale, il cosiddetto piano Gottardo, assolutamente vetusto ed obsoleto, risalente addirittura al 1984". Il vicesindaco con delega per il porto, Marco Veronese, commenta: «La Camera di Commercio ha provveduto in fretta e furia alla nomina del presidente di A.S.Po. in piena ed assoluta autonomia, senza nemmeno consultare l’amministrazione comunale che auspicava di essere resa partecipe della decisione. Si è trattato di un vero e proprio sgarro fatto alla città, ma del resto -visti i precedenti comportamenti- questo non ci meraviglia.
Il giorno 31 chiederò al presidente dell’Autorità portuale di Venezia e Chioggia di procedere con le attività di sua competenza, come lo scavo dei canali, e di sollecitare Roma a emanare una legge che faccia chiarezza su chi deve gestire le aree del nostro porto come logica conseguenza della riforma delle autorità portuali, avvenuta nell’estate del 2016». Questa frammentazione della gestione del Porto -continua Veronese- ha finora «provocato, e continuerà a provocare, solamente inconcepibili ritardi e inaccettabili decisioni. Come ad esempio la realizzazione dell’impianto gpl e il calo dei traffici portuali». Nel frattempo il Comune chiederà, tramite il rappresentante nel consiglio d'amministrazione dell'Azienda Speciale per il Porto, di modificare lo statuto, prevedendo che il cda sia composto anche da un rappresentante delle imprese che lavorano nel porto e da persone con specifiche competenze nella portualità, come avviene a Venezia con il comitato di gestione. E soprattutto che la loro nomina, in particolare quella del presidente, venga preceduta per il futuro da una consultazione con l’amministrazione comunale. «Se il governo dovesse finalmente decidere di dare la piena autonomia alla nuova Autorità portuale -continua il vicesindaco- allora A.S.Po. non avrebbe più ragione di esistere».
Il giorno 31 chiederò al presidente dell’Autorità portuale di Venezia e Chioggia di procedere con le attività di sua competenza, come lo scavo dei canali, e di sollecitare Roma a emanare una legge che faccia chiarezza su chi deve gestire le aree del nostro porto come logica conseguenza della riforma delle autorità portuali, avvenuta nell’estate del 2016». Questa frammentazione della gestione del Porto -continua Veronese- ha finora «provocato, e continuerà a provocare, solamente inconcepibili ritardi e inaccettabili decisioni. Come ad esempio la realizzazione dell’impianto gpl e il calo dei traffici portuali». Nel frattempo il Comune chiederà, tramite il rappresentante nel consiglio d'amministrazione dell'Azienda Speciale per il Porto, di modificare lo statuto, prevedendo che il cda sia composto anche da un rappresentante delle imprese che lavorano nel porto e da persone con specifiche competenze nella portualità, come avviene a Venezia con il comitato di gestione. E soprattutto che la loro nomina, in particolare quella del presidente, venga preceduta per il futuro da una consultazione con l’amministrazione comunale. «Se il governo dovesse finalmente decidere di dare la piena autonomia alla nuova Autorità portuale -continua il vicesindaco- allora A.S.Po. non avrebbe più ragione di esistere».
giovedì 19 ottobre 2017
OSSERVATORIO PARCHI CITTADINI: AL LAVORO I NUOVI GUARDIANI SOCIALMENTE UTILI, ARRIVATI I SEGGIOLINI DELLE ALTALENE
Continua il monitoraggio dei parchi pubblici da parte dell'attivista Laura Doria, che assai periodicamente redige una sorta di diario di bordo della situazione in tempo reale. Un incontro ieri con l'assessora Trapella e i tecnici dei servizi sociali e di SST consente di conoscere che i guardiani socialmente utili contrattualizzati col progetto "Chioggia riparte dal lavoro" sono ubicati al parco di viale Umbria, di piazza Europa, dell'isola dell'Unione, di via Zeno (lato nord e sud), Casalibera in viale Mediterraneo e a San Felice. Intanto sono arrivati i seggiolini delle altalene, che saranno installati a breve dove più necessita, mentre SST annuncia che i bagni del parco centrale di viale Umbria saranno sistemati nella prossima settimana, con la garanzia che saranno più vigilati per salvaguardare la loro integrità. Non è sfuggito comunque il pensiero che la buona conservazione dei beni pubblici dipende molto dalla civiltà e buona educazione degli utenti.
FERRO RINCARA LA DOSE: "DAI SINDACATI ATTACCO POLITICO ALL'AMMINISTRAZIONE 5STELLE"
Non va giù leggero il sindaco Alessandro Ferro dopo l'incontro infruttuoso di ieri a Venezia con i sindacati dei dipendenti comunali. All'intervista di stamane fa seguito infatti una nota in cui il primo cittadino si rammarica dell'indisponibilità da parte di chi rappresenta i lavoratori a trovare una mediazione in merito al contenzioso sorto tra quest’ultimi ed il Comune. La controversia era sorta «inspiegabilmente» -secondo il sindaco- per il presunto minore stanziamento economico destinato ai fondi per la produttività e progettualità rispetto all’anno precedente: «Salvo poi dimostrare che l’importo complessivo di 78mila euro corrisponde esattamente a quello del 2016, spostato tutto sulla razionalizzazione della spesa in quanto non è verosimile pensare di premiare nuove progettualità a due mesi dal termine dell’anno solare», queste le parole di Ferro.
Il sindaco chiama in causa direttamente i sindacati: «Siamo amareggiati per il loro comportamento. Abbiamo sempre mantenuto apertura al dialogo con i dipendenti e disponibilità per cercare di trovare un accordo. Questo atteggiamento invece non trova giustificazioni di alcun genere, né sotto l’aspetto dei fondi per la produttività, né tantomeno per la mancanza di assunzioni». Viene giudicata «sterile» l’accusa a questa amministrazione per l’insufficienza di organico: «Appare infatti evidente che 90 unità in meno si accumulano in molti anni, non certo nell’ultimo anno della nostra amministrazione. Anzi abbiamo previsto un piano di assunzioni numericamente equivalente al numero di pensionamenti sia nell’anno corrente che nel prossimo, chiaro che una insufficienza numerica così cospicua non è recuperabile in poco tempo e che le limitazioni normative ed economiche bloccano la nostra volontà politica di allargare numericamente l’organico dell’ente». Conclude il sindaco: «Tutti questi fattori fanno pensare ad una volontà di scontro a prescindere, che potrebbe essere giustificata solo da finalità politiche, per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Probabilmente per il colore politico poco gradito».
Il sindaco chiama in causa direttamente i sindacati: «Siamo amareggiati per il loro comportamento. Abbiamo sempre mantenuto apertura al dialogo con i dipendenti e disponibilità per cercare di trovare un accordo. Questo atteggiamento invece non trova giustificazioni di alcun genere, né sotto l’aspetto dei fondi per la produttività, né tantomeno per la mancanza di assunzioni». Viene giudicata «sterile» l’accusa a questa amministrazione per l’insufficienza di organico: «Appare infatti evidente che 90 unità in meno si accumulano in molti anni, non certo nell’ultimo anno della nostra amministrazione. Anzi abbiamo previsto un piano di assunzioni numericamente equivalente al numero di pensionamenti sia nell’anno corrente che nel prossimo, chiaro che una insufficienza numerica così cospicua non è recuperabile in poco tempo e che le limitazioni normative ed economiche bloccano la nostra volontà politica di allargare numericamente l’organico dell’ente». Conclude il sindaco: «Tutti questi fattori fanno pensare ad una volontà di scontro a prescindere, che potrebbe essere giustificata solo da finalità politiche, per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Probabilmente per il colore politico poco gradito».
DIPENDENTI COMUNALI VERSO LO SCIOPERO. FERRO: "SOLO 4 PROGETTI ERANO IDONEI"
Dipendenti comunali verso lo sciopero. Si è concluso nel nulla l'incontro conciliatore di ieri in Prefettura a Venezia fra l'amministrazione di Chioggia e le sigle sindacali che rappresentano il personale: nodo del contendere, il trasferimento di una quota di fondi dai progetti alla razionalizzazione della spesa. Ai microfoni di Chioggia Azzurra, il sindaco Alessandro Ferro invita i dipendenti a non preoccuparsi relativamente al quantum: «Dal punto di vista economico non cambia niente, è lo stesso quantitativo erogato lo scorso anno», afferma il primo cittadino.
Spiega Ferro: «I progetti devono avere caratteristiche ben definite per essere finanziati, non è scontato costituirne. Ad esempio devono erogare un servizio ai cittadini, essere quantificabili con riscontri. Quest'anno ne sono stati ritenuti idonei solo quattro, e non è possibile dar corso ora perché mancano solo due mesi alla fine dell'anno. Allora abbiamo pensato di spostare queste risorse a ridurre la spesa pubblica». Il Comune si dice disponibile a collaborare ancora con dipendenti e sindacati: «Abbiamo fatto la nostra parte e qualche passo avanti, auspico li faccia anche la controparte», conclude Ferro.
Spiega Ferro: «I progetti devono avere caratteristiche ben definite per essere finanziati, non è scontato costituirne. Ad esempio devono erogare un servizio ai cittadini, essere quantificabili con riscontri. Quest'anno ne sono stati ritenuti idonei solo quattro, e non è possibile dar corso ora perché mancano solo due mesi alla fine dell'anno. Allora abbiamo pensato di spostare queste risorse a ridurre la spesa pubblica». Il Comune si dice disponibile a collaborare ancora con dipendenti e sindacati: «Abbiamo fatto la nostra parte e qualche passo avanti, auspico li faccia anche la controparte», conclude Ferro.
mercoledì 18 ottobre 2017
PARCHEGGI IN ZONA 4, IL DIRIGENTE TIOZZO: “SPERIMENTAZIONE INFELICE, AUMENTARE LE RIGHE BLU”
Ancora la questione parcheggi nella zona 4 di Sottomarina al centro di una seduta di commissione consiliare, avvenuta lunedì. Dopo l'estate il problema di una sperimentazione -definita «non felice» dal dirigente della polizia locale Michele Tiozzo- non è stato risolto, a danno dei residenti: uno di essi, parlando in commissione, ha apprezzato la buona intenzione di regolare il parcheggio in zona, ma i posti delimitati da righe gialle non sono sufficienti per tutti, mentre quelli con le righe blu (ovvero a pagamento) sono desolatamente vuoti, lungo via Vespucci non mancano i parcheggi eseguiti in maniera anarchica e nelle strade interne trovare posto è impossibile poiché i residenti li considerano praticamente cosa propria.
Il dirigente Tiozzo ha ricordato che -stante il superlavoro estivo per la polizia locale- dei controlli si occupano gli ausiliari del traffico in carico a SST, e suggerisce all'amministrazione di diminuire al massimo le zone gialle aumentando quelle blu: applicando così il regolamento del 2004 secondo cui chi abita un quartiere non paga il posto auto, mentre paga una tariffa agevolata il residente nel Comune di Chioggia e una tariffa piena il turista. Favorendo le linee blu, continua Tiozzo, si consente una rotazione ampia e veloce alle vetture che non hanno titolo di permanenza, e si facilita il controllo a un unico operatore per ogni zona.
Palese il disappunto delle opposizioni per una discussione definita «inutile»: è stato l'ex sindaco Giuseppe Casson a stigmatizzare sia «l'assenza di concertazione con le minoranze e i residenti» in sede di adozione del provvedimento, mirato «alla volontà contabile di fare cassa», sia il presentarsi della giunta in commissione senza una soluzione concreta. «C'era il tempo di entrare nei dettagli -commenta Casson- non pensavo ci si sarebbe raccontati le solite cose note. Chiedo all'assessore Stecco di assumere un impegno fermo e convinto riguardo i tempi di formulazione di una soluzione, con precisa assunzione di responsabilità riguardo questi tempi».
Il dirigente Tiozzo ha ricordato che -stante il superlavoro estivo per la polizia locale- dei controlli si occupano gli ausiliari del traffico in carico a SST, e suggerisce all'amministrazione di diminuire al massimo le zone gialle aumentando quelle blu: applicando così il regolamento del 2004 secondo cui chi abita un quartiere non paga il posto auto, mentre paga una tariffa agevolata il residente nel Comune di Chioggia e una tariffa piena il turista. Favorendo le linee blu, continua Tiozzo, si consente una rotazione ampia e veloce alle vetture che non hanno titolo di permanenza, e si facilita il controllo a un unico operatore per ogni zona.
Palese il disappunto delle opposizioni per una discussione definita «inutile»: è stato l'ex sindaco Giuseppe Casson a stigmatizzare sia «l'assenza di concertazione con le minoranze e i residenti» in sede di adozione del provvedimento, mirato «alla volontà contabile di fare cassa», sia il presentarsi della giunta in commissione senza una soluzione concreta. «C'era il tempo di entrare nei dettagli -commenta Casson- non pensavo ci si sarebbe raccontati le solite cose note. Chiedo all'assessore Stecco di assumere un impegno fermo e convinto riguardo i tempi di formulazione di una soluzione, con precisa assunzione di responsabilità riguardo questi tempi».
martedì 17 ottobre 2017
GIUSEPPE CASSON: SCANDALOSA LA NOMINA DI ZANARDO, L'A.S.PO. VA CHIUSA
Anche l'ex sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, è critico verso l'elezione di Damaso Zanardo a nuovo presidente dell'Azienda Speciale per il Porto. «Si consuma un ulteriore inaccettabile, insulto alla nostra città», denuncia Casson. «Ancora una volta la scelta è andata su una figura non chioggiotta, per di più del tutto priva di radicamento nel nostro territorio». L'attacco coinvolge anche la giunta a Cinque Stelle, per quanto estranea a questa nomina: «Come già successo per le scelte del sindaco Ferro, che ha affidato e continua ad affidare settori chiave della nostra amministrazione a persone che non conoscono la nostra terra, la sua gente e le sue dinamiche, anche la Camera di Commercio ribadisce il concetto che Chioggia non è capace di esprimere figure preparate e autorevoli in grado di costruirne il destino e di guidarne i processi di sviluppo». Casson sbotta: «È ora di dire basta! Basta a chi calpesta la dignità del nostro territorio e della nostra gente! Basta a chi continua a considerare la città quale terreno di conquista! Basta, davvero! È ora e tempo che i chioggiotti rivendichino con orgoglio l'appartenenza ad una terra che non meritava questo ulteriore insulto alla sua dignità, alle sue radici e alla sua storia».
Anche l'ex sindaco è convinto che Chioggia sia in grado di esprimere figure «autorevoli, preparate e di grande competenza, alcune delle quali -tra l'altro- sono state pubblicamente indicate proprio per la presidenza di A.S.Po., senza riscontro alcuno. Mi attendo, al riguardo, una levata di scudi da parte delle categorie presenti in Camera di Commercio, con particolare riferimento a commercianti e artigiani chioggiotti, che non possono accettare supinamente una decisione di tal genere. A meno che non si accontentino di organizzare le passerelle per i veneziani in occasione delle inaugurazioni...». Casson si spinge a chiedere la chiusura di A.S.Po.: «È comunque giunto il momento, ora più che mai. Con l'inserimento del Porto di Chioggia nel corpo dell'Autorità Portuale di Venezia, la permanenza in vita di A.S.Po. non ha più senso pratico né giuridico, se non quale presidio locale del più ampio organismo lagunare». L'appello è al presidente dell'Autorità Portuale, Pino Musolino: «Risolva quanto prima la questione con il Governo. È decisivo che ASPO -nella presente configurazione- venga chiusa, per restituire alla portualità lagunare una guida politica unitaria. Solo così vi sarà il definitivo superamento delle profonde ed insanabili contraddizioni (vedi vicenda gpl) legate all'attuale gestione bicefala del nostro porto».
DAL SITO NO GPL SPARISCONO GLI INVITI A DISERTARE IL REFERENDUM. ROSSI: "LA REGIONE CI STA ASCOLTANDO"
Tempo di referendum consultivo della Regione Veneto (si vota questa domenica), ma anche tempo in cui si avvicina il ricorso ad opponendum del Comune -avanti il TAR- contro il deposito in costruzione a Val da Rio, e che il comitato No Gpl fiancheggerà attraverso una propria azione legale condotta dall'avvocato Matteo Ceruti di Rovigo. In quale modo sono correlate le due cose? Fino a poche ore fa, nel sito del comitato campeggiava l'invito a non recarsi alle urne domenica, fino a che la Regione non avesse rivisto la propria espressione d'intesa all'impianto. Ma negli ultimissimi giorni queste immagini sono sparite: quale il motivo?
Spiega Roberto Rossi, che del comitato è portavoce: «L'invito voleva essere una provocazione, non correlata al contenuto del referendum. Chiedevamo di essere ascoltati a Venezia, di stabilire un rapporto che conduca a un fronte comune contro la costruzione del deposito. La cosa è successa, è giunta una convocazione ufficiale, e ci è stato chiesto di eliminare dal sito quella che può apparire come una contraddizione». Soprattutto se la vertenza riguarda in primo luogo le autorizzazioni “strategiche” arrivate dai ministeri romani.
Spiega Roberto Rossi, che del comitato è portavoce: «L'invito voleva essere una provocazione, non correlata al contenuto del referendum. Chiedevamo di essere ascoltati a Venezia, di stabilire un rapporto che conduca a un fronte comune contro la costruzione del deposito. La cosa è successa, è giunta una convocazione ufficiale, e ci è stato chiesto di eliminare dal sito quella che può apparire come una contraddizione». Soprattutto se la vertenza riguarda in primo luogo le autorizzazioni “strategiche” arrivate dai ministeri romani.
ZANARDO ALL'ASPO, IL SINDACO: "COINVOLGA DI PIÙ IL COMUNE E NON LASCI INCERTEZZA"
Nella foto, il sindaco Ferro (a destra) con il presidente della Port Authority per Venezia e Chioggia, Pino Musolino
Con una punta di polemica, il sindaco Ferro fa sapere di aver appreso dalla stampa dell'elezione del nuovo presidente dell'Azienda Speciale per il Porto, Damaso Zanardo, in seno alla Camera di Commercio delta-lagunar. «Gli auguriamo buon lavoro -scrive il sindaco- con l’auspicio che il nuovo presidente coinvolga maggiormente il Comune nelle scelte importanti per la portualità di Chioggia». L'augurio del primo cittadino è che il futuro della portualità a Chioggia venga chiarito a breve termine, fattore che negli ultimi anni ha assunto connotazioni di incertezza con scelte a volte contraddittorie».
lunedì 16 ottobre 2017
DAMASO ZANARDO NUOVO PRESIDENTE DI A.S.PO. GIORGIO BELLEMO: "INSEGUITE INTELLIGENZE ESTERNE"
Non sarà Leonardo Ranieri il nuovo presidente dell'Azienda Speciale per il Porto di Chioggia. La giunta della Camera di Commercio Venezia-Rovigo ha designato in sua vece, e in sostituzione del dimissionario Gian Michele Gambato, la figura di Damaso Zanardo, già dirigente di Confindustria e imprenditore nel settore logistica a Marghera. La designazione è stata suggerita dal presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Fedalto, dopo aver consultato le categorie economiche in ambito camerale. A Zanardo il compito di attuare la legge 203 del 2016, che prevede l'istituzione dell'autorità di sistema portuale; vale ricordare che il Porto di Chioggia ormai ricade sotto l'authority congiunta a quello di Venezia, presieduta da Pino Musolino.
Solo poche ore prima, il presidente dell'associazione che raggruppa i titolari di concessione balneare, Giorgio Bellemo, aveva ancora una volta -ai microfoni di Chioggia Azzurra- caldeggiato la candidatura di Ranieri: «Ha già un ruolo nel cda ed è ben inserito nella rappresentanza del turismo a livello regionale», ha commentato Bellemo. «Inoltre sarebbe un profilo considerato locale, perché in 50mila abitanti abbiamo chi può ambire a fare l'assessore o l'amministratore di una partecipata, invece si inseguono sempre “intelligenze” esterne». Nelle parole del presidente di Ascot anche un appunto sul caso del deposito gpl: «Ranieri in quanto operatore turistico è contrario alla sua realizzazione, da presidente A.S.Po. avrebbe potuto farsi sentire», dal momento che l'azienda è proprietaria dei terreni concessi a Socogas. E non manca una stoccata alle altre associazioni di categoria: «Come Ascot -conclude Bellemo- riuniamo i soci per decidere come appoggiare la lotta del comitato. Ma le altre categorie economiche non mi risulta stiano facendo sentire la loro voce».
Solo poche ore prima, il presidente dell'associazione che raggruppa i titolari di concessione balneare, Giorgio Bellemo, aveva ancora una volta -ai microfoni di Chioggia Azzurra- caldeggiato la candidatura di Ranieri: «Ha già un ruolo nel cda ed è ben inserito nella rappresentanza del turismo a livello regionale», ha commentato Bellemo. «Inoltre sarebbe un profilo considerato locale, perché in 50mila abitanti abbiamo chi può ambire a fare l'assessore o l'amministratore di una partecipata, invece si inseguono sempre “intelligenze” esterne». Nelle parole del presidente di Ascot anche un appunto sul caso del deposito gpl: «Ranieri in quanto operatore turistico è contrario alla sua realizzazione, da presidente A.S.Po. avrebbe potuto farsi sentire», dal momento che l'azienda è proprietaria dei terreni concessi a Socogas. E non manca una stoccata alle altre associazioni di categoria: «Come Ascot -conclude Bellemo- riuniamo i soci per decidere come appoggiare la lotta del comitato. Ma le altre categorie economiche non mi risulta stiano facendo sentire la loro voce».
BELLEMO (ASCOT): “RANIERI ERA OK PER LA PRESIDENZA A.S.PO., LE CATEGORIE COSA FANNO CONTRO IL DEPOSITO GPL?”
Prima della nomina di Damaso Zanardo, aveva fatto discutere nei giorni scorsi la voce che vedrebbe Leonardo Ranieri -presidente di Unionmare Veneto e consigliere comunale per ChioggiaViva- quale papabile alla massima carica dell'Azienda Speciale per il Porto di Chioggia, dopo le dimissioni di Gian Michele Gambato raggiunto da un avviso di garanzia. Tra i fautori della candidatura Ranieri c'era anche Giorgio Bellemo, presidente di Ascot, l'associazione che raggruppa i titolari di concessione balneare a Sottomarina: «Non è stata una provocazione», dice Bellemo ai microfoni di Chioggia Azzurra. «Ho letto che anche Lucio Tiozzo trova giusto che sia un esponente locale il prossimo presidente di A.S.Po. Solo che in città apparentemente godiamo a farci del male, quando si tratta di farci rappresentare negli organismi». Il presidente di Ascot «si rattrista» se alle cariche pubbliche vengono nominati individui estranei al tessuto sociale cittadino: «In 50mila persone abbiamo chi può ambire a fare l'assessore o l'amministratore di una partecipata, inseguendo sempre “intelligenze” esterne. Poi servono le condizioni, io ad esempio non ho i requisiti per poter essere il numero uno di A.S.Po.».
Ma ci sono altri due ordini di motivi, secondo Bellemo, che avrebbero dovuto spingere Ranieri alla presidenza: il consigliere fucsia è già inserito nel consiglio di amministrazione di A.S.Po., dato il suo ruolo nel turismo anche a livello regionale. E soprattutto in tale veste avrebbe detto la propria riguardo la spinosa questione del deposito gpl, in costruzione su terreni concessi a Socogas proprio dall'A.S.Po.: «Trovo che i “bomboloni” confliggano a prescindere con il turismo», argomenta Bellemo. «Risulta inconciliabile la loro presenza se si vuol concorrere ancora alla bandiera blu. In tal senso, Ranieri alla presidenza di A.S.Po. può manifestare una posizione contraria alla realizzazione del deposito». Non manca una stoccata del vulcanico manager alle altre associazioni di categoria: «Ascot ha indetto una riunione dei soci per decidere quale contributo dare alla lotta contro il deposito. Non mi pare di vedere che altre categorie economiche si siano esposte finora in maniera evidente su questo».
Ma ci sono altri due ordini di motivi, secondo Bellemo, che avrebbero dovuto spingere Ranieri alla presidenza: il consigliere fucsia è già inserito nel consiglio di amministrazione di A.S.Po., dato il suo ruolo nel turismo anche a livello regionale. E soprattutto in tale veste avrebbe detto la propria riguardo la spinosa questione del deposito gpl, in costruzione su terreni concessi a Socogas proprio dall'A.S.Po.: «Trovo che i “bomboloni” confliggano a prescindere con il turismo», argomenta Bellemo. «Risulta inconciliabile la loro presenza se si vuol concorrere ancora alla bandiera blu. In tal senso, Ranieri alla presidenza di A.S.Po. può manifestare una posizione contraria alla realizzazione del deposito». Non manca una stoccata del vulcanico manager alle altre associazioni di categoria: «Ascot ha indetto una riunione dei soci per decidere quale contributo dare alla lotta contro il deposito. Non mi pare di vedere che altre categorie economiche si siano esposte finora in maniera evidente su questo».
GIUDICE DI PACE: LA CAMERA AVVOCATI DI CHIOGGIA, "AMAREZZA PER LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO"
Ancora un capitolo della tensione fra il sindaco Ferro e la Camera Avvocati di Chioggia riguardo la possibile chiusura dell'ufficio del giudice di pace. Con una lettera inviata al primo cittadino, la presidente del foro clodiense Anna Berto esprime «amarezza per le dichiarazioni che il sindaco ha rivolto ai media, nelle quali sostiene che gli avvocati non fanno niente per mantenere operativo l'ufficio in questione». Berto prosegue: «Il sindaco sa che le sue affermazioni non sono vere, gli avvocati si sono sempre impegnati seriamente per tenerlo aperto, chiedendo incontri, sollecitando discussioni, richiesto approfondimenti e ideando soluzioni». Gli avvocati convengono che la materia non si presta a sottigliezze formalistiche, ma ribadiscono che «non si partecipa a una riunione alla quale non si è invitati». Non cambia la posizione della Camera: «Sindaco, la soluzione è unicamente nelle sue mani. È l'amministrazione comunale -e quindi la maggioranza- che ha il potere di prendere tutte le decisioni necessarie, di carattere politico e amministrativo, a tenere aperto l'ufficio, e non certo le minoranze o gli avvocati. Ci aspettiamo che faccia questo, nell'interesse della città».
sabato 14 ottobre 2017
CASO GIUDICE DI PACE: IL SINDACO, "LA VOLONTÀ DOVREBBE ANDARE OLTRE AI FORMALISMI"
In merito alla replica della Camera Avvocati di Chioggia, riguardo la possibile chiusura dell'ufficio del giudice di pace, una nota del sindaco giudica "risibile la motivazione relativa alla modalità con cui è stata inviata la mail di comunicazione dell'incontro con il personale del Comune. Ovvio che trattare con il personale comunale è un compito del sindaco, infatti è quanto stiamo tentando di fare e tale evento ne è la testimonianza. Tuttavia non è accettabile che dopo le polemiche sorte nei miei confronti e i fiumi di parole dette per mantenere il servizio durante la commissione consiliare da parte di avvocati e opposizione, non segua nessun fatto concreto, come invece sta accadendo. Non posso credere che dei professionisti si fermino di fronte a dei formalismi comunicativi. Se veramente c'è la volontà di raggiungere un obiettivo, ci aspettiamo azioni concrete da parte di tutti, avvocati compresi".
NUOVA GRANA PER IL SINDACO: DIPENDENTI COMUNALI IN AGITAZIONE, È BAGARRE IN COMUNE
Dipendenti comunali in stato di agitazione per la riduzione del 90% del fondo incentivi, nella parte dedicata ai progetti. In sostanza per i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali (Cgil, Cisl e Uil) il rischio è quello, l'anno prossimo, di una decurtazione permanente di questo fondo che concorre a formare il loro salario. Ma l'amministrazione comunale risponde che non è vero. «Queste preoccupazioni sono infondate» dice una nota del sindaco Alessandro Ferro. «E altrettanto si potrebbe affermare delle altre motivazioni». Lo stato di agitazione è stato proclamato dopo che ai sindacati è stato consegnato il piano di costituzione del fondo incentivi. Come di consueto suddiviso in parte fissa e parte variabile e, all'interno di quest'ultima, il fondo relativo ai progetti, cioè quelle attività che i dipendenti possono svolgere per conseguire determinati risultati economici o gestionali o per fornire determinati servizi. «Questa quota del fondo è sempre rimasta uguale dal 2000 -dicono i sindacati- è stata ridotta l'anno scorso, per effetto del decreto Madia, da 98mila a 78mila euro, ma quello che ci ha proposto il Comune, per quest'anno, è solo di 7mila euro. E se ci saranno altri provvedimenti governativi, dal 2018 potrebbe anche scomparire». Di qui la richiesta al Comune di ripristinare i 78mila euro, per «mettere in sicurezza la quota per i progetti» e riunire in un unico capitolo la parte relativa ai progetti e quella relativa alla produttività (in sostanza gli straordinari) che, ogni anno, vengono ripartite tra i vari settori della macchina comunale. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, i sindacati chiederanno l'intervento del Prefetto per chiamare l'amministrazione alla trattativa e se questa non avesse effetto, un'assemblea dei lavoratori deciderà eventuali ulteriori azioni, compreso, in ultima istanza, lo sciopero.
Ribatte il sindaco: «È incomprensibile razionalmente il comportamento delle organizzazioni sindacali dei dipendenti comunali spiega. Ho seguito personalmente le trattative e posso con serenità affermare che le motivazioni che sono state poste sono infondate. Le ripercussioni di eventuali riduzioni del fondo produttività per il 2018 non sussistono, quelle per la riduzione del fondo attuale nemmeno in quanto sono presenti in un’altra voce. Abbiamo sempre dimostrato apertura al dialogo e disponibilità ad accogliere le loro richieste, purchè ci sia più flessibilità e collaborazione da parte del personale ad aiutare l’amministrazione per risolvere le problematiche che sorgono per esigenze amministrative. Spero che le organizzazioni abbiano il buonsenso di ritornare sui loro passi per riaprire il dialogo con l’amministrazione che è sempre disponibile in tal senso».
Ribatte il sindaco: «È incomprensibile razionalmente il comportamento delle organizzazioni sindacali dei dipendenti comunali spiega. Ho seguito personalmente le trattative e posso con serenità affermare che le motivazioni che sono state poste sono infondate. Le ripercussioni di eventuali riduzioni del fondo produttività per il 2018 non sussistono, quelle per la riduzione del fondo attuale nemmeno in quanto sono presenti in un’altra voce. Abbiamo sempre dimostrato apertura al dialogo e disponibilità ad accogliere le loro richieste, purchè ci sia più flessibilità e collaborazione da parte del personale ad aiutare l’amministrazione per risolvere le problematiche che sorgono per esigenze amministrative. Spero che le organizzazioni abbiano il buonsenso di ritornare sui loro passi per riaprire il dialogo con l’amministrazione che è sempre disponibile in tal senso».
giovedì 12 ottobre 2017
22 OTTOBRE, UN REFERENDUM "INUTILE, GENERICO E STRUMENTALE": LA SINISTRA INVITA ALL'ASTENSIONE
Il referendum consultivo organizzato dalla Regione Veneto per chiedere più autonomia è fissato per il 22 ottobre e, nell'approssimarsi della data, si intensificano gli incontri organizzati dalle varie forze politiche per spiegare le rispettive posizioni e motivazioni alla cittadinanza. Dopo la spiegazione del professor Mario Bertolissi alla pinacoteca SS.Trinità, giovedì sera nella sala conferenze del Museo civico si sono radunate le liste di sinistra, concordi nell'invitare all'astensione: l'incontro, organizzato dal circolo di Rifondazione Comunista e da Sinistra Italiana, ha visto jna discreta cornice di pubblico e la partecipazione di Mattia Orlando (segretario regionale di SI), Piero Ruzzante (consigliere regionale del Movimento Democratico e Progressista), Paolo Benvegnù (neoeletto segretario veneto di Rifondazione) e Matteo Broglio del comitato “Veneti per l'astensione”.
Broglio ha esordito rimarcando la genericità del quesito, e ricordando come «il Veneto ha cercato nel 2014 di far passare un referendum per l'indipendenza, con la legge 16, bocciato dalla Consulta che invece ha ammesso la legge 15 ovvero quella che autorizza al referendum per l'autonomia nell'alveo dell'unità nazionale». La spesa regionale per allestire i seggi, pagare gli scrutatori e comunicare la consultazione si aggira, sostengono i “Veneti per l'astensione”, attorno ai 14 milioni di euro.
Orlando ha notato come negli anni Novanta il centrosinistra si era occupato di autonomie e federalismo, mettendo in guardia dall'appoggiarsi alla suggestione catalana: «Sono cose assai diverse, questo referendum è campagna elettorale anticipata per Zaia e la Lega, pagata dai veneti. Una parte stessa della maggioranza regionale la sta mandando giù per forza». Sinistra Italiana intravede il rischio che ulteriori poteri creino un nuovo centralismo regionale.
Più politico il discorso del nuovo segretario regionale di Rifondazione: «Un referendum strumentale, che ha come obiettivo lo scardinamento della Repubblica e della Costituzione. Non difendiamo lo Stato centralista così com'è, ma non si può essere indipendentisti per il nord e poi nazionalisti con la Le Pen». Torna l'argomento Catalogna: «Là hanno una storia repubblicana, antifranchista, di accoglienza. Vedi la manifestazione di Barcelona per difendere i rifugiati, la più grande d'Europa: considerano catalano chi vive e lavora nella comunità».
Molto deciso l'intervento di Ruzzante, esperto politico padovano: «Un referendum inutile, che non serve, e di fronte al quale tutta la sinistra è unita attorno all'astensione, così come davanti agli strappi costituzionali in corso in queste ore in Parlamento sulla legge elettorale, che mette assieme la Lega e il PD, Berlusconi e Alfano. Diciamo no a un Parlamento di nominati». Ruzzante conferma che «Zaia voleva un altro referendum, di tipo catalano, per l'indipendenza e la secessione. Ma ciò che non dice è che la legge 15 conteneva altri 4 quesiti, tutti cassati dalla Consulta e sui quali quindi non si vota: l'istituzione di una Regione Veneto a statuto speciale e tre consultazioni su materie fiscali. Pertanto non è vero che questo referendum consentirà la stessa autonomia di Bolzano che trattiene il 90% delle risorse; anzi, un giorno dopo il referendum il Veneto non avrà una competenza in più né un euro in più». Bensì, continua Ruzzante, «nella stessa identica condizione prevista dagli articoli 116 e 117 della Costituzione votati dall'Ulivo nel 2001, quando la Lega votò contro, definendolo falso decentramento».
A suggello delle sue tesi, l'esponente bersaniano osserva che solo un mese fa Zaia, in una pubblicazione allegata al quotidiano Libero, scriveva “il Veneto e la Lombardia preparano la fuga”: «Spiace vedere -prosegue il consigliere regionale- partiti non secessionisti quali il PD e il MoVimento 5 Stelle accodarsi e non aver capito la posta in gioco». E cita un episodio recente: «Sugli incidenti nei luoghi di lavoro c'è stata voglia di autonomia, chiedendo una delega ad hoc e svolgendo il ruolo di regione pilota. Questo senza aspettare il 22 ottobre, come ha fatto l'Emilia Romagna che infatti è già al tavolo di trattativa col governo». D'altronde, profetizza Ruzzante, «se in Gran Bretagna si votasse oggi, non vincerebbe la Brexit».
Dalla platea ha concluso la serata l'ex sindaco Fortunato Guarnieri, che preconizza «una notevole astensione, tale che questo referendum non sarà un plebiscito»: e se così sarà, continua l'ex leader di SEL, «ridisegneremo la politica locale». Guarnieri ritiene che «a Chioggia l'idea della secessione non abbia mai attecchito molto, rispetto ad altre zone del Veneto» e che «il referendum serva a rivendicare qualcosa per darsi una identità più forte ed essere protagonisti nella scena politica italiana, con mano libera nel futuro per chi viene da fuori». Se già le politiche sanitarie sono regionalizzate, si chiede l'ex sindaco, «di quale autonomia avremmo bisogno allora? Per fare cosa, nello specifico?». Di qui, la considerazione che «la politica veneta ha dimostrato di essere stata praticata non per i cittadini, ma per il potere economico che con il potere politico va a braccetto. Vedi il caso Mose. E la Lega era là, c'era al potere, con Zaia pure ministro. La politica veneta è entrata nelle vicende più sporche del Paese». Tutti motivi che portano la sinistra a non recarsi alle urne il 22 ottobre prossimo.
Broglio ha esordito rimarcando la genericità del quesito, e ricordando come «il Veneto ha cercato nel 2014 di far passare un referendum per l'indipendenza, con la legge 16, bocciato dalla Consulta che invece ha ammesso la legge 15 ovvero quella che autorizza al referendum per l'autonomia nell'alveo dell'unità nazionale». La spesa regionale per allestire i seggi, pagare gli scrutatori e comunicare la consultazione si aggira, sostengono i “Veneti per l'astensione”, attorno ai 14 milioni di euro.
Orlando ha notato come negli anni Novanta il centrosinistra si era occupato di autonomie e federalismo, mettendo in guardia dall'appoggiarsi alla suggestione catalana: «Sono cose assai diverse, questo referendum è campagna elettorale anticipata per Zaia e la Lega, pagata dai veneti. Una parte stessa della maggioranza regionale la sta mandando giù per forza». Sinistra Italiana intravede il rischio che ulteriori poteri creino un nuovo centralismo regionale.
Più politico il discorso del nuovo segretario regionale di Rifondazione: «Un referendum strumentale, che ha come obiettivo lo scardinamento della Repubblica e della Costituzione. Non difendiamo lo Stato centralista così com'è, ma non si può essere indipendentisti per il nord e poi nazionalisti con la Le Pen». Torna l'argomento Catalogna: «Là hanno una storia repubblicana, antifranchista, di accoglienza. Vedi la manifestazione di Barcelona per difendere i rifugiati, la più grande d'Europa: considerano catalano chi vive e lavora nella comunità».
Molto deciso l'intervento di Ruzzante, esperto politico padovano: «Un referendum inutile, che non serve, e di fronte al quale tutta la sinistra è unita attorno all'astensione, così come davanti agli strappi costituzionali in corso in queste ore in Parlamento sulla legge elettorale, che mette assieme la Lega e il PD, Berlusconi e Alfano. Diciamo no a un Parlamento di nominati». Ruzzante conferma che «Zaia voleva un altro referendum, di tipo catalano, per l'indipendenza e la secessione. Ma ciò che non dice è che la legge 15 conteneva altri 4 quesiti, tutti cassati dalla Consulta e sui quali quindi non si vota: l'istituzione di una Regione Veneto a statuto speciale e tre consultazioni su materie fiscali. Pertanto non è vero che questo referendum consentirà la stessa autonomia di Bolzano che trattiene il 90% delle risorse; anzi, un giorno dopo il referendum il Veneto non avrà una competenza in più né un euro in più». Bensì, continua Ruzzante, «nella stessa identica condizione prevista dagli articoli 116 e 117 della Costituzione votati dall'Ulivo nel 2001, quando la Lega votò contro, definendolo falso decentramento».
A suggello delle sue tesi, l'esponente bersaniano osserva che solo un mese fa Zaia, in una pubblicazione allegata al quotidiano Libero, scriveva “il Veneto e la Lombardia preparano la fuga”: «Spiace vedere -prosegue il consigliere regionale- partiti non secessionisti quali il PD e il MoVimento 5 Stelle accodarsi e non aver capito la posta in gioco». E cita un episodio recente: «Sugli incidenti nei luoghi di lavoro c'è stata voglia di autonomia, chiedendo una delega ad hoc e svolgendo il ruolo di regione pilota. Questo senza aspettare il 22 ottobre, come ha fatto l'Emilia Romagna che infatti è già al tavolo di trattativa col governo». D'altronde, profetizza Ruzzante, «se in Gran Bretagna si votasse oggi, non vincerebbe la Brexit».
Dalla platea ha concluso la serata l'ex sindaco Fortunato Guarnieri, che preconizza «una notevole astensione, tale che questo referendum non sarà un plebiscito»: e se così sarà, continua l'ex leader di SEL, «ridisegneremo la politica locale». Guarnieri ritiene che «a Chioggia l'idea della secessione non abbia mai attecchito molto, rispetto ad altre zone del Veneto» e che «il referendum serva a rivendicare qualcosa per darsi una identità più forte ed essere protagonisti nella scena politica italiana, con mano libera nel futuro per chi viene da fuori». Se già le politiche sanitarie sono regionalizzate, si chiede l'ex sindaco, «di quale autonomia avremmo bisogno allora? Per fare cosa, nello specifico?». Di qui, la considerazione che «la politica veneta ha dimostrato di essere stata praticata non per i cittadini, ma per il potere economico che con il potere politico va a braccetto. Vedi il caso Mose. E la Lega era là, c'era al potere, con Zaia pure ministro. La politica veneta è entrata nelle vicende più sporche del Paese». Tutti motivi che portano la sinistra a non recarsi alle urne il 22 ottobre prossimo.
UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE: IL SINDACO INCONTRA I DIPENDENTI COMUNALI, AVVOCATI E OPPOSIZIONI DISERTANO
C'è rammarico nelle parole del sindaco Alessandro Ferro dopo l'incontro di ieri mattina in sala consiliare con i dipendenti comunali inquadrati nelle categorie B e C, atto a vagliare ancora una volta l'eventuale disponibilità a prestare servizio nell'ufficio del giudice di pace, a rischio chiusura. Erano infatti assenti i consiglieri dell'opposizione ma soprattutto l'Ordine degli Avvocati, che più volte ha fatto pressione per mantenere l'ufficio a Chioggia: «Noto con disappunto ma non con sorpresa -argomenta Ferro- che in pubblico mi si accusa di non aver messo tutto "l’amore" possibile per garantire la continuità del servizio, quando invece si convocano tutti gli attori interessati per affrontare concretamente il problema mi ritrovo da solo».
La risposta del personale comunque viene giudicata «buona» dal Comune: i lavoratori hanno infatti riempito la sala, segno che la questione è sentita. «Ringrazio chi è intervenuto», continua Ferro. «I dipendenti mi hanno dato una prova tangibile dell’interesse collettivo che muove il servizio del giudice di pace. Dai consiglieri di opposizione mi aspettavo collaborazione e partecipazione, soprattutto da parte di chi prima mi accusa di immobilismo, poi diserta gli appuntamenti importanti. Che dire, andrò avanti mettendoci il cuore anche per chi dichiara di farlo, ma solo a parole».
La risposta del personale comunque viene giudicata «buona» dal Comune: i lavoratori hanno infatti riempito la sala, segno che la questione è sentita. «Ringrazio chi è intervenuto», continua Ferro. «I dipendenti mi hanno dato una prova tangibile dell’interesse collettivo che muove il servizio del giudice di pace. Dai consiglieri di opposizione mi aspettavo collaborazione e partecipazione, soprattutto da parte di chi prima mi accusa di immobilismo, poi diserta gli appuntamenti importanti. Che dire, andrò avanti mettendoci il cuore anche per chi dichiara di farlo, ma solo a parole».
mercoledì 11 ottobre 2017
STASERA ALLA SALA CONFERENZE DEL MUSEO DIBATTITO SUL REFERENDUM VENETO: SINISTRA PER L'ASTENSIONE
Questa sera dalle ore 20.45, nella sala conferenze del Museo civico della Laguna Sud in campo Marconi a Chioggia, i partiti della sinistra organizzano un incontro sul tema del referendum consultivo veneto in programma il prossimo 22 ottobre, per invitare la cittadinanza ad astenersi dal voto. “Referendum o truffa?” è infatti il titolo dato all'iniziativa, cui partecipano il segretario regionale di Sinistra Italiana Mattia Orlando, il suo omologo di Rifondazione Comunista Paolo Benvegnù e il consigliere regionale del Movimento Democratico Progressista Piero Ruzzante. Ingresso gratuito.
martedì 10 ottobre 2017
RIUSCITO L'INCONTRO INFORMATIVO SUL REFERENDUM VENETO: PARLANO BERTOLISSI, TESSERIN, DONÀ
Un grande afflusso di pubblico ha confermato la bontà dell'iniziativa che lo scorso giovedì sera il Centro Studi “Livio Paladin” ha organizzato alla chiesa della SS.Trinità di Chioggia, avente a tema il referendum veneto del prossimo 22 ottobre. Ospite della serata, il professor Mario Bertolissi, ordinario di Diritto Pubblico all'Università di Padova e patrocinatore alla Corte Costituzionale della legge regionale che ha istituito il referendum, risultata poi valida e quindi efficace. Molti i protagonisti della scena politica locale in platea, ma anche i cittadini comuni che hanno colto l'occasione per informarsi di più riguardo a una questione che, è stato detto, appartiene ai veneti e non ai partiti: la legge autorizzativa infatti è stata approvata all'unanimità dal consiglio regionale.
Lieta della partecipazione è Francesca Donà, una delle promotrici dell'incontro: «Siamo contenti della reazione dei chioggiotti, commisurata al livello del relatore e del dibattito, denso di contenuti per quanto tecnicamente preciso. Il professor Bertolissi si è occupato di autonomie per una vita, ha fatto riferimento alla storia di questa consultazione che affonda le sue radici ai primi anni Novanta, con la prima sentenza negativa della Corte Costituzionale fino a quella del 2015 che ha cambiato giurisprudenza, consentendo la celebrazione del referendum». Secondo Donà, il fatto che il voto sia consultivo e non abrogativo «è determinante per l'indirizzo politico che il popolo vorrà dare, considerato che poi con Roma dovrà iniziare un negoziato». A chi teme paralleli con la situazione catalana, Francesca Donà risponde che «importa il significato delle parole specificamente adoperate nei due testi referendari. Là si parla di indipendenza, qui di autonomia, ovvero un maggior esercizio di poteri ma sempre nell'alveo dell'unità nazionale».
Per Carlo Alberto Tesserin, primo Procuratore di San Marco e già consigliere regionale, il dato in evidenza riguarda la vicinanza del Veneto con una regione (il Friuli) e due province (Trento e Bolzano) che godono di statuto speciale: «Esse hanno privilegi rispetto ai Comuni veneti frontalieri», nota il decano della politica clodiense. «Questi vantaggi possono pure starci in tempi di abbondanza, certo non possono essere accettati durante una lunga crisi». Infatti domenica 22 ottobre la provincia di Belluno voterà per un ulteriore decentramento territoriale. Rispetto a qualche anno fa, secondo Tesserin la necessità autonomista si è fatta più forte: «L'economia non tollera più questo stato di cose, deciso dopo la guerra per motivi che forse allora avevano un senso». Fondamentale restare nel solco dell'articolo 116 della Costituzione: «Il terzo comma -spiega Tesserin- stabilisce che lo Stato centrale possa attribuire diverse e maggiori competenze alle Regioni che le richiedono. Il Veneto lo ha fatto, con una legge regionale del 2007, alla quale non sono mai arrivate risposte se non sette anni più tardi. E furono negative, con la legge regionale bocciata nella sua interezza».
Ma il ricorso alla Corte Costituzionale che ha visto protagonista proprio il professor Bertolissi in veste di avvocato ha visto riconosciuto alla Regione Veneto il proprio diritto a tenere il referendum. Cosa rappresenterebbe, in concreto, questa ulteriore autonomia? «Anche altri ambiti di responsabilità, oltre che il potere di spesa. Oggi i trasferimenti dalla Regione a Roma ammontano a 20 miliardi di euro, in parte rimarrebbero qui, assieme a nuove materie di competenza. Ci dicono che dobbiamo trattare con lo Stato, ma abbiamo cercato di farlo più volte, con innumerevoli convegni anche a Palazzo Ducale, ma sempre per niente». Non mancano le frecciate: «Invito le altre regioni (segnatamente l'Emilia Romagna, ndr) ad accordarsi con lo Stato nel breve tempo, come dicono. Vedremo se ci riescono», conclude sarcastico Tesserin.
Gli interventi del professor Mario Bertolissi al convegno del 5 ottobre scorso:
Lieta della partecipazione è Francesca Donà, una delle promotrici dell'incontro: «Siamo contenti della reazione dei chioggiotti, commisurata al livello del relatore e del dibattito, denso di contenuti per quanto tecnicamente preciso. Il professor Bertolissi si è occupato di autonomie per una vita, ha fatto riferimento alla storia di questa consultazione che affonda le sue radici ai primi anni Novanta, con la prima sentenza negativa della Corte Costituzionale fino a quella del 2015 che ha cambiato giurisprudenza, consentendo la celebrazione del referendum». Secondo Donà, il fatto che il voto sia consultivo e non abrogativo «è determinante per l'indirizzo politico che il popolo vorrà dare, considerato che poi con Roma dovrà iniziare un negoziato». A chi teme paralleli con la situazione catalana, Francesca Donà risponde che «importa il significato delle parole specificamente adoperate nei due testi referendari. Là si parla di indipendenza, qui di autonomia, ovvero un maggior esercizio di poteri ma sempre nell'alveo dell'unità nazionale».
Per Carlo Alberto Tesserin, primo Procuratore di San Marco e già consigliere regionale, il dato in evidenza riguarda la vicinanza del Veneto con una regione (il Friuli) e due province (Trento e Bolzano) che godono di statuto speciale: «Esse hanno privilegi rispetto ai Comuni veneti frontalieri», nota il decano della politica clodiense. «Questi vantaggi possono pure starci in tempi di abbondanza, certo non possono essere accettati durante una lunga crisi». Infatti domenica 22 ottobre la provincia di Belluno voterà per un ulteriore decentramento territoriale. Rispetto a qualche anno fa, secondo Tesserin la necessità autonomista si è fatta più forte: «L'economia non tollera più questo stato di cose, deciso dopo la guerra per motivi che forse allora avevano un senso». Fondamentale restare nel solco dell'articolo 116 della Costituzione: «Il terzo comma -spiega Tesserin- stabilisce che lo Stato centrale possa attribuire diverse e maggiori competenze alle Regioni che le richiedono. Il Veneto lo ha fatto, con una legge regionale del 2007, alla quale non sono mai arrivate risposte se non sette anni più tardi. E furono negative, con la legge regionale bocciata nella sua interezza».
Ma il ricorso alla Corte Costituzionale che ha visto protagonista proprio il professor Bertolissi in veste di avvocato ha visto riconosciuto alla Regione Veneto il proprio diritto a tenere il referendum. Cosa rappresenterebbe, in concreto, questa ulteriore autonomia? «Anche altri ambiti di responsabilità, oltre che il potere di spesa. Oggi i trasferimenti dalla Regione a Roma ammontano a 20 miliardi di euro, in parte rimarrebbero qui, assieme a nuove materie di competenza. Ci dicono che dobbiamo trattare con lo Stato, ma abbiamo cercato di farlo più volte, con innumerevoli convegni anche a Palazzo Ducale, ma sempre per niente». Non mancano le frecciate: «Invito le altre regioni (segnatamente l'Emilia Romagna, ndr) ad accordarsi con lo Stato nel breve tempo, come dicono. Vedremo se ci riescono», conclude sarcastico Tesserin.
Gli interventi del professor Mario Bertolissi al convegno del 5 ottobre scorso:
lunedì 9 ottobre 2017
LA SCUOLA PAOLO VI REPLICA: ABBIAMO MIGLIORATO I LOCALI MA IL COMUNE NON CI HA RIPAGATI
Il consiglio di amministrazione della scuola paritaria Paolo VI interviene riguardo la questione che lo vede moroso nei confronti del Comune per circa 100mila euro di canone arretrato, stante quanto ha dichiarato il vicesindaco Veronese nel fine settimana. La scuola sostiene che i conteggi del Comune non tengono in conto la normativa statale -ed oggi anche comunale- di riferimento sulla determinazione dei canoni per immobili utilizzati da organizzazioni non lucrative di utilità sociale, com’è appunto la Paolo VI. Il Comune aveva accolto già nel 2010 alcune osservazioni della cooperativa sociale che regge l'istituto, portando il canone da 14293 euro a 9500 euro annui, prima che scadesse la convenzione (il cui rinnovo è stato sollecitato nel tempo proprio dalla Paolo VI). Ma soprattutto, la scuola ha operato migliorie all'immobile di via Domenico Schiavo a proprio carico, formalmente acquisite dal Comune ma dall'ente pubblico mai pagate: quindi -conclude la nota della Paolo VI- dovrebbe vigere una compensazione fra i canoni di affitto e le spese sostenute per ampliare i locali.
sabato 7 ottobre 2017
LA SCUOLA PAOLO VI SENZA CONCESSIONE DAL 2012: DEVE 100MILA EURO AL COMUNE
Il giro di vite annunciato dal Comune riguardo le locazioni immobiliari del patrimonio pubblico comincia a dare i suoi frutti. È stata infatti rilevata la condizione irregolare in cui versano i rapporti tra l'amministrazione e la scuola paritaria Paolo VI, che gode di una sede in via Domenico Schiavo a Sottomarina: ma la concessione dello stabile era scaduta il 31 dicembre 2011 e non è più stata rinnovata, col risultato che la cooperativa ha svolto la propria attività nei locali di proprietà del Comune senza un giusto titolo e con un insoluto complessivo che ammonta a circa 100mila euro di mancato versamento del canone di affitto dal 2009 al 2017. La scuola -dichiara il cda della Paolo VI- si è sempre offerta di sottoscrivere una nuova convenzione con le amministrazioni che si sono succedute. Ora, assicura il vicesindaco Marco Veronese, il Comune chiederà il versamento degli arretrati che negli anni hanno causato la mancanza di entrate alle casse pubbliche, e cercherà in tutti i modi di regolarizzare la situazione della cooperativa Paolo VI, di modo da ripristinare la legalità e garantire la continuità del servizio. L'immobile era stato costruito dalla Cooperativa Edilizia Primavera quale onere d'urbanizzazione, con finalità bibliotecarie o ludotecarie per il quartiere. L'attribuzione alla Compagnia delle Opere si ha nel 1998 con la prima amministrazione Guarnieri.
giovedì 5 ottobre 2017
STASERA SI RIUNISCE IL FORUM GIOVANI NELLA SALA CONSILIARE DEL COMUNE
Riprendono le attività del Forum Giovani Chioggia, l'organismo voluto dall'assessorato alle politiche giovanili per raccogliere la voce dei ragazzi e delle ragazze della città. Stasera dalle ore 21, nella sala consiliare del Comune, si riuniranno i dodici componenti del forum presieduto da Riccardo Ciriello, che saranno in carica fino al 2020. Il presidente invita i giovani fra i 16 e i 30 anni a diventare protagonista, discutendo in quella sede delle prospettive della città riguardo cultura, arte, musica, divertimento e non solo.