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lunedì 18 gennaio 2021
PONTE DELLA FOSSETTA, NESSUNO SPIRAGLIO DI FUTURO: LE SUE CONDIZIONI PEGGIORANO, LA PRATICA È FERMA DA DUE MESI PER MALATTIA DELL'IMPIEGATO
Peggiorano le condizioni statiche del ponte che attraversa il canale Fossetta, in località Ridotto Madonna. Lo riferisce il consigliere comunale e regionale Marco Dolfin, da tempo in prima fila nel sollecitare l'amministrazione comunale a riparare -o meglio, ricostruire- il manufatto che data quasi cent'anni (innestandosi sopra una precedente struttura): «Purtroppo il tecnico che si occupa della pratica è stato in malattia per due mesi», afferma l'assessora ai Lavori Pubblici, Alessandra Penzo.
Le deduzioni di Dolfin arrivano da un sopralluogo in barca sotto l'impalcato: «Le fessure sono sempre più larghe - commenta l'esponente della Lega - mentre il calcestruzzo è corroso e i ferri delle armature sporgono. Tutto fa pensare al pericolo di un cedimento: ma se fortunatamente così non fosse, l'intervento rimane urgente. Il ponte infatti è aperto al traffico ciclopedonale e alle moto, sotto ci passano le barche e se dovesse cedere, qualcuno potrebbe andarci di mezzo».
La Soprintendenza era in attesa che il Comune chiedesse la verifica dell'interesse culturale dell'opera, paventando il rischio che si dovesse smontarla pezzo per pezzo e ricostruirla uguale a come era stata pensata nel 1925. «Sono stufo - conclude Marco Dolfin - di ripetere sempre le stesse cose. Ho fatto presenti al Comune le necessità del quartiere, ho parlato con la Soprintendenza, ho perfino presentato alcuni esposti in Procura, ma niente è ancora stato fatto».
Le deduzioni di Dolfin arrivano da un sopralluogo in barca sotto l'impalcato: «Le fessure sono sempre più larghe - commenta l'esponente della Lega - mentre il calcestruzzo è corroso e i ferri delle armature sporgono. Tutto fa pensare al pericolo di un cedimento: ma se fortunatamente così non fosse, l'intervento rimane urgente. Il ponte infatti è aperto al traffico ciclopedonale e alle moto, sotto ci passano le barche e se dovesse cedere, qualcuno potrebbe andarci di mezzo».
La Soprintendenza era in attesa che il Comune chiedesse la verifica dell'interesse culturale dell'opera, paventando il rischio che si dovesse smontarla pezzo per pezzo e ricostruirla uguale a come era stata pensata nel 1925. «Sono stufo - conclude Marco Dolfin - di ripetere sempre le stesse cose. Ho fatto presenti al Comune le necessità del quartiere, ho parlato con la Soprintendenza, ho perfino presentato alcuni esposti in Procura, ma niente è ancora stato fatto».
1 commento:
Chioggia Azzurra suggerisce ai gentili lettori la registrazione di un proprio account Google -anche attraverso uno pseudonimo- con il quale commentare gli articoli, al fine di favorire una miglior comprensione dell'identità digitale tra utenti. Non è nostra intenzione schedare o rintracciare in qualche modo chi commenta anonimamente; anzi lasciamo in tal senso la massima libertà al lettore di non declinare le proprie generalità, restando però nell'ambito del buon gusto e della corretta educazione nel commentare senza offendere alcuno. Siamo certi di essere compresi in questa esigenza, e per questo Chioggia Azzurra ringrazia.
Aspettiamo la tragedia, forse dopo qualcuno si darà una mossa!
RispondiEliminaNel frattempo l’assessore Alessandra Penzo dovrebbe pubblicare gli atti:
- la lettera di incarico per eseguire le indagini;
- data ed esito delle indagini;
- il progetto preliminare per il restauro (con allegate stime e durata dei lavori);
- il progetto preliminare per la demolizione e ricostruzione (con allegate stime e durata dei lavori);
- la documentazione (e non chiacchiere) intercorsa fra il comune e gli Enti preposti per l’approvazione dei succitati progetti;
- le relazioni dell’ingegnere Dirigente il Settore Lavori Pubblici;
- le Deliberazioni di Giunta, del Consiglio Comunale e le Determinazioni dei Dirigenti.
Questa si chiama trasparenza e democrazia partecipata, altroché videomessaggi in facebook dei vari grillini.