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sabato 12 ottobre 2019
VARIANTE URBANISTICA PER FORTE SAN FELICE, MONTANARIELLO (PD) ESPONE TRE RILIEVI RIGUARDO L'ACCESSIBILITÀ E IL POLO TECNOLOGICO DEL MOSE
Il capogruppo consiliare del Partito Democratico, Jonatan Montanariello, espone al dirigente del settore Urbanistica del Comune, architetto Gianni Favaretto, le proprie osservazioni relative alla variante al Piano Regolatore Generale che riguarda il Forte e l'oasi di San Felice. «In primo luogo - scrive Montanariello - nel ricordare che la variante prevede la creazione di attività ricettive ed esercizi all'interno del Forte, non sembra farsi carico di indicare come sarà possibile accedervi, né se lo potranno fare le persone con disabilità. Non vi è parola riguardo all’assetto viario e la funzionalità complessiva del compendio, né vi si prende in considerazione la restante parte del comparto urbanistico in oggetto, e nemmeno tutte le altre aree esistenti in prossimità, che a vario titolo vengono ad essere interessate dalla variante, come le strutture ricettive e balneari della zona diga».
L’occasione della variante - osserva il capogruppo del PD - appare «il giusto mezzo per risolvere le criticità del territorio, vale a dire la via pubblica che conduce dall’estremità nord del vecchio abitato di Sottomarina alla diga foranea, prevedendo la collocazione in quest’area di una adeguata rotatoria in grado di permettere il cambiamento direzionale del traffico automobilistico in piena sicurezza. Tenendo conto dei maggiori flussi di traffico, il piano dovrebbe anche prevedere il raddoppio della strada di accesso alla diga, dotandola di un adeguato marciapiede e di una significativa pista ciclabile, per consentire una più facile fruizione a tutti dell’alta valenza paesaggistica del luogo». Collegata alla viabilità, Montanariello poi nota che «non sono indicate aree a parcheggio, né vi sono indicati specifici dati per determinarne l’eventuale dimensione in metri quadri, né il numero di posti auto. In effetti, non vi è neanche una ipotesi di flusso di persone interessate ad accedere al Forte, con la conseguenza che non è neanche possibile determinare i servizi ad esse dedicati».
In secondo luogo, nella variante secondo il consigliere dell'opposizione «non si fa alcun cenno all’area del polo tecnologico realizzato dal Consorzio Venezia Nuova, cioè alle strutture del MOSE. Né tale area risulta indicata negli elaborati cartografici della variante. Infine, appare assai utile ampliare lo spettro delle attività già indicate dalla variante, estendendolo anche a quelle di tipo fieristico/espositivo, e puntando in questo modo a raccogliere le opportunità offerte dalla Biennale di Venezia, che si sta estendendo nella terraferma. Del resto già il Comune di Venezia ha destinato il Forte Marghera -ed ora anche il centro civico della Bissuola- a sedi di eventi collaterali della Biennale e ad altre iniziative del genere».
L’occasione della variante - osserva il capogruppo del PD - appare «il giusto mezzo per risolvere le criticità del territorio, vale a dire la via pubblica che conduce dall’estremità nord del vecchio abitato di Sottomarina alla diga foranea, prevedendo la collocazione in quest’area di una adeguata rotatoria in grado di permettere il cambiamento direzionale del traffico automobilistico in piena sicurezza. Tenendo conto dei maggiori flussi di traffico, il piano dovrebbe anche prevedere il raddoppio della strada di accesso alla diga, dotandola di un adeguato marciapiede e di una significativa pista ciclabile, per consentire una più facile fruizione a tutti dell’alta valenza paesaggistica del luogo». Collegata alla viabilità, Montanariello poi nota che «non sono indicate aree a parcheggio, né vi sono indicati specifici dati per determinarne l’eventuale dimensione in metri quadri, né il numero di posti auto. In effetti, non vi è neanche una ipotesi di flusso di persone interessate ad accedere al Forte, con la conseguenza che non è neanche possibile determinare i servizi ad esse dedicati».
In secondo luogo, nella variante secondo il consigliere dell'opposizione «non si fa alcun cenno all’area del polo tecnologico realizzato dal Consorzio Venezia Nuova, cioè alle strutture del MOSE. Né tale area risulta indicata negli elaborati cartografici della variante. Infine, appare assai utile ampliare lo spettro delle attività già indicate dalla variante, estendendolo anche a quelle di tipo fieristico/espositivo, e puntando in questo modo a raccogliere le opportunità offerte dalla Biennale di Venezia, che si sta estendendo nella terraferma. Del resto già il Comune di Venezia ha destinato il Forte Marghera -ed ora anche il centro civico della Bissuola- a sedi di eventi collaterali della Biennale e ad altre iniziative del genere».
1 commento:
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Anch’io mi chiedevo dove cavolo parcheggeranno chi dovrà accedere ai ristoranti e gli alberghi previsti all’interno del forte.
RispondiEliminaForse tutti arriveranno con i vaporetti??