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martedì 24 settembre 2019
RICORSI RESPINTI, IL SECONDO PONTE SUL BRENTA ARRIVA IN COMMISSIONE: IL COMUNE CHIEDERÀ I DANNI ALLE DARSENE RICORRENTI?
Ieri pomeriggio la IV commissione consiliare ha affrontato lo stato dei lavori relativi al secondo ponte sul Brenta, di contrasto al cuneo salino. Secondo l’ingegner Stefano Penzo, dirigente comunale del settore Lavori Pubblici, il ponte chiesto a gran voce dal consorzio di bonifica Bacchiglione sarà pronto nel 2023, a distanza di vent’anni dal primo progetto appaltato due anni fa. Le incertezze residue riguardano l’inserimento di una rampa di accesso dall’argine di Sottomarina: i proprietari del terreno attiguo infatti chiedono che vengano apportate modifiche.
In merito ai ricorsi, l’ingegner Penzo ha confermato durante la seduta che tutti quelli presentati dalle darsene nautiche sono stati respinti dalla giustizia amministrativa: a tal proposito, i consiglieri di opposizione Romina Tiozzo e Jonatan Montanariello hanno chiesto alla giunta quale sia l’indirizzo politico in materia, ovvero se ci sia l’intenzione di chiedere alle imprese ricorrenti i danni per il tempo perduto, per la salinizzazione del territorio con disagi all’agricoltura, oltre che per l’ulteriore isolamento delle spiagge a sud del Brenta (specie quando il ponte principale, come la scorsa estate, è stato interessato dalla manutenzione).
In risposta, l’assessora ai lavori pubblici Alessandra Penzo ha annunciato che chiederà delucidazioni all’avvocatura civica per conoscere se ci siano gli estremi di una tale azione, e nel caso quantificare i danni da richiedere. «Se chiunque può bloccare un’opera pubblica rimanendo indenne da conseguenze economiche – commenta la consigliera Tiozzo – si rischia di creare un precedente a favorire le cause temerarie intentate contro l’amministrazione».
In merito ai ricorsi, l’ingegner Penzo ha confermato durante la seduta che tutti quelli presentati dalle darsene nautiche sono stati respinti dalla giustizia amministrativa: a tal proposito, i consiglieri di opposizione Romina Tiozzo e Jonatan Montanariello hanno chiesto alla giunta quale sia l’indirizzo politico in materia, ovvero se ci sia l’intenzione di chiedere alle imprese ricorrenti i danni per il tempo perduto, per la salinizzazione del territorio con disagi all’agricoltura, oltre che per l’ulteriore isolamento delle spiagge a sud del Brenta (specie quando il ponte principale, come la scorsa estate, è stato interessato dalla manutenzione).
In risposta, l’assessora ai lavori pubblici Alessandra Penzo ha annunciato che chiederà delucidazioni all’avvocatura civica per conoscere se ci siano gli estremi di una tale azione, e nel caso quantificare i danni da richiedere. «Se chiunque può bloccare un’opera pubblica rimanendo indenne da conseguenze economiche – commenta la consigliera Tiozzo – si rischia di creare un precedente a favorire le cause temerarie intentate contro l’amministrazione».
3 commenti:
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I ricorrenti hanno fatto esposti, ricorsi e quanto consentito dalla legge. Se a termini di legge sono stati respinti, i ricorrenti sono tenuti al pagamento delle spese processuali. Tutto qua. E’ superfluo consultare l’avvocatura civica per azioni risarcitorie.
RispondiEliminaSe l’applicazione delle leggi hanno tempi lunghissimi, non è colpa di chi fa ricorso.
Mah... in linea di massima, confrontando con altre situazioni concordo con te però è anche vero che viene riconosciuta la "lite temeraria" in questo caso mi sembra che ci siano tutti i presupposti. E' possibile che per la smania di grandezza di qualcuno un'opera così importante per il nostro territorio sia stata al palo per anni? E' giusto che la passi liscia? Se ci fossero i presupposti sarebbe da chiedere i danni però penso che più del comune dovrebbero richiederli i soggetti direttamente interessati: associazioni agricole e turistiche.
Eliminaart. 96 del codice civile:
Eliminacomma 1.“Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il giudice, SU ISTANZA DELL'ALTRA PARTE, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche d'ufficio, nella sentenza".
Ergo, se non c’è stata richiesta prima della sentenza non è possibile richiedere alcun danno.