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domenica 7 luglio 2019
L'ASSEMBLEA NO GPL SCETTICA SUI CONTATTI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE CON I MINISTERI 5 STELLE. IN VISTA AZIONI ECLATANTI?
Dall’affollato incontro di venerdì sera alla sala San Filippo Neri, il comitato No Gpl appare in grado di valutare un cambio di passo nella battaglia contro l’entrata in funzione del deposito di Val da Rio, ormai ultimato e in attesa del collaudo.
A partire dalle pressioni sugli amministratori cittadini: «Al contrario di quel che si pensa – ha detto il presidente del comitato Roberto Rossi – la giunta di Chioggia non ha un filo diretto con i ministri del Movimento 5 Stelle, che sono i titolari di tutti i dicasteri coinvolti nel caso».
Nei giorni precedenti il Comune aveva peraltro negato l’utilizzo della sala consiliare per l’assemblea del comitato: tuttavia, nell’ultimo incontro avvenuto tra le parti circa quindici giorni fa, l’ente si è detto pronto ad adottare un documento tecnico che risponda al piano di sicurezza presentato da Costa Bioenergie. Il costo di questa operazione si aggira sui 30mila euro.
Intanto dalla platea è salita l’escalation quanto alle azioni di protesta da mettere in campo: dagli esposti di massa alla Procura per danno temuto, alla catena umana da sviluppare a distanza di 300 metri dall’impianto, dalle esercitazioni di Protezione Civile come se la fuga fosse imminente, per finire con l’ipotesi di blocco della circolazione lungo la strada Romea.
A partire dalle pressioni sugli amministratori cittadini: «Al contrario di quel che si pensa – ha detto il presidente del comitato Roberto Rossi – la giunta di Chioggia non ha un filo diretto con i ministri del Movimento 5 Stelle, che sono i titolari di tutti i dicasteri coinvolti nel caso».
Nei giorni precedenti il Comune aveva peraltro negato l’utilizzo della sala consiliare per l’assemblea del comitato: tuttavia, nell’ultimo incontro avvenuto tra le parti circa quindici giorni fa, l’ente si è detto pronto ad adottare un documento tecnico che risponda al piano di sicurezza presentato da Costa Bioenergie. Il costo di questa operazione si aggira sui 30mila euro.
Intanto dalla platea è salita l’escalation quanto alle azioni di protesta da mettere in campo: dagli esposti di massa alla Procura per danno temuto, alla catena umana da sviluppare a distanza di 300 metri dall’impianto, dalle esercitazioni di Protezione Civile come se la fuga fosse imminente, per finire con l’ipotesi di blocco della circolazione lungo la strada Romea.
5 commenti:
Chioggia Azzurra suggerisce ai gentili lettori la registrazione di un proprio account Google -anche attraverso uno pseudonimo- con il quale commentare gli articoli, al fine di favorire una miglior comprensione dell'identità digitale tra utenti. Non è nostra intenzione schedare o rintracciare in qualche modo chi commenta anonimamente; anzi lasciamo in tal senso la massima libertà al lettore di non declinare le proprie generalità, restando però nell'ambito del buon gusto e della corretta educazione nel commentare senza offendere alcuno. Siamo certi di essere compresi in questa esigenza, e per questo Chioggia Azzurra ringrazia.
L’unica vera notizia (se corrispondesse a verità) che traspare dall’articolo è quella che il comune, finalmente, si è convinto di affidarsi a qualcuno specializzato in materia che a fronte di una spesa di 30.000 € addottorerà “un documento tecnico che risponda al piano di sicurezza presentato da Costa Bioenergie”.
RispondiEliminaIn parole povere, e non in burocratese, il comune si rivolgerà a tecnici specializzati per rispondere per le rime e controbattere il piano di sicurezza di Costa Bioenergie.
Era ora! L’Amministrazione comunale finalmente si è convinta che non ce la può fare con le sole risorse umane pescate fra i dipendenti comunali, peraltro già oberati di lavoro e in difficoltà a sbrigare pratiche di ordinaria amministrazione per fare funzionare la macchina comunale.
mah....
EliminaMah. sono due anni e passa che ormai la meniamo. Certo che bisogna anche essere sinceri e dire che fino a questo momemto il comitato non è riuscito a raggiungere granchè, anzi non ha raggiunto niente di tutto quello che si sperava. Si ha fatto conoscere il problema alla città e questa è una gran cosa, ma io speravo in qualcosa di più sono sincero. Adesso si mettono in campo altre cose e va bene mai disperare ma comincio a essere scettico che si risolverà
RispondiEliminaQuando è nato il comitato NO GPL la frittata era già fatta. Smontare un intricato reticolo burocratico così ben imbastito dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dall’ex Ministro di C.L. Maurizio Lupi era ed è cosa ardua. Perlomeno il Comitato ci ha provato e confido che ci proverà fino all’ultimo.
RispondiEliminaQualche dubbio viene sulla reale efficacia di questo comitato, che pure è un bene che ci sia, su questo non si discute!!!
RispondiEliminaViene da chiedersi dopo tre anni: è davvero impossibile raggiungere un qualche risultato o il comitato ha sbagliato strategie, metodo, impostazione del lavoro e per questo non vediamo luce?
Boh, non lo so.
Dai, sempre avanti! Non perdiamo la speranza.