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mercoledì 4 ottobre 2017
GIUDICE DI PACE E PARTECIPATE, FERRO CONTRO I COMUNI VICINI E IL GOVERNO
L'ufficio del giudice di pace e la partecipazione del Comune alle aziende controllate sono fra i temi caldi di questi giorni nell'attività amministrativa, e il sindaco Alessandro Ferro ne parla ai microfoni di Chioggia Azzurra. «La situazione dell'ufficio del giudice di pace si era già aggravata durante l'estate», nota il primo cittadino. «La nostra volontà è di fare il possibile e l'impossibile per mantenerlo in città, non possiamo permetterci di perderlo. Ma una serie di contenziosi attuati da parte dei dipendenti hanno messo in difficoltà l'amministrazione, dal momento che non è possibile rimpiazzarli in forma coatta, e devono essere volontariamente disposti a lavorare in quell'ufficio».
Sondati più volte personalmente, nessuno si è dichiarato disposto a spostarsi all'ex cittadella della giustizia, per via della norma che non li parifica nell'indennità ai loro colleghi dipendenti del ministero di Grazia e Giustizia: «Godono di una retribuzione da comunale -continua Ferro- anche se le loro funzioni sono ben diverse, ciò è incomprensibile». In più, i Comuni di Cona e Cavarzere nicchiano riguardo la loro partecipazione alle spese dell'ufficio: una delibera di Cona ha stabilito di contribuire in modo forfettario, da Cavarzere nessun segnale. «Chioggia si fa carico anche per gli altri due Comuni della provincia sud -prosegue Alessandro Ferro- e ciò è inaccettabile».
Il sindaco ne ha anche per il governo nazionale: è di questi giorni la valutazione da parte del Comune dell'uscita dal cda delle società partecipate Chioggia Terminal Crociere e Chioggia Ortomercato del Veneto, imposta dalla legge Madia che prevede alcuni requisiti di fatturato per mantenere una quota pubblica nelle aziende. «Il consiglio ha delibera una ricognizione», spiega l'esponente del MoVimento 5 Stelle: «Abbiamo un anno di tempo per raggiungere gli obiettivi richiesti o dovremo scegliere la soluzione migliore per l'amministrazione». Sul piatto la condizione dei dipendenti di queste imprese, che non possono essere riassorbiti nell'organico del Comune: «Il governo -sostiene amaramente Ferro- scarica tutto sugli enti locali». Tuttavia l'amministrazione «crede nella crocieristica e nell'ortomercato, nonostante queste difficoltà»
Il sindaco ne ha anche per il governo nazionale: è di questi giorni la valutazione da parte del Comune dell'uscita dal cda delle società partecipate Chioggia Terminal Crociere e Chioggia Ortomercato del Veneto, imposta dalla legge Madia che prevede alcuni requisiti di fatturato per mantenere una quota pubblica nelle aziende. «Il consiglio ha delibera una ricognizione», spiega l'esponente del MoVimento 5 Stelle: «Abbiamo un anno di tempo per raggiungere gli obiettivi richiesti o dovremo scegliere la soluzione migliore per l'amministrazione». Sul piatto la condizione dei dipendenti di queste imprese, che non possono essere riassorbiti nell'organico del Comune: «Il governo -sostiene amaramente Ferro- scarica tutto sugli enti locali». Tuttavia l'amministrazione «crede nella crocieristica e nell'ortomercato, nonostante queste difficoltà»
3 commenti:
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Se credesse davvero nella crocieristica avrebbe dovuto darsi da fare già da tempo ma cosa ha fatto Ferro in proposito?
RispondiEliminaMa ovviamente la colpa sarà di sicuro delle passate amministrazioni. Ormai questo è il ritornello , però comincia ad annoiare!
Non è il fatto che sia un ritornello, ma una dura realtà che bisogna tener conto quando andremo a votare. Anche a Roma hanno detto alla signora raggi che è responsabile di molte cose e i media vergognosi gli danno addosso, ma poi la realtà è che sono tutte questioni vecchie, di persone che (probabilmente) abbiamo votato tutti. Quindi fattene una ragione, che la maggior parte di problemi vengono dalle passate amministrazioni e solo non votando quelle persone potrai dire dopodomani ai M5S se hanno fatto bene o male. Salve a tutti. Svegliamoci è non continuate a votare chi ha indebitato l'Italia, le regioni e i comuni.
RispondiEliminaBastava essere più sinceri in campagna elettorale e non far credere di essere mandrake, come i cinque stelle hanno voluto farci credere. Ora tocca a loro prendersi lo scontento della gente, dopo tante promesse. Mi dispiace ma non vedo niente di nuovo all’orizzonte,anzi!
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