E’ scoppiata qualche mese fa, la “guerra dei rifiuti” tra alcuni stabilimenti balneari (una quindicina, aderenti a Cisa Camping e Gebis) e Veritas. Una controversia condotta sul filo delle carte bollate, che non è ancora salita agli onori della cronaca ma che, ben presto, potrebbe diventare di dominio pubblico. E’ prevista, infatti, per domani, alle 16.30, la riunione congiunta della prima e terza commissione consilare con oggetto “Verifica tassa rifiuti” a cui sono invitati Andrea Razzini (amministratore delegato di Veritas) e Giacinto Pesce (vice presidente del gruppo Veritas).
Ma quello che ancora nessuno, neppure i diretti interessati, può sapere con certezza è lo sbocco che avrà questa “guerra” le cui operazioni consistono, in sostanza, nel fatto che gli stabilimenti balneari in questione non conferiscono più la differenziata nei cassonetti della multi-utility veneziana ma a un’altra società, la Savi di Sandrigo (Vi). Il motivo? Semplice: anche se, per il momento, non ci sono dichiarazioni ufficiali, gli operatori turistici sostengono di pagare (ingiustamente) costi troppo alti per lo smaltimento dei rifiuti. In particolare l’oggetto della contestazione è la parte di tariffa variabile, quella, cioè, legata all’effettiva produzione di rifiuti che, di fatto, variabile non è. “L’anno scorso, con una stagione turistica disastrosa - si sfoga un concessionario - Veritas non ha voluto concordare nessuno sconto significativo. Ma come è possibile visto che quasi ogni fine settimana le spiagge erano vuote a causa del maltempo? Che produzione di rifiuti poteva esserci? Con Savi, in riferimento alla parte variabile, spendiamo oltre il 50% in meno”.
Si tratta di una situazione molto complessa, non sintetizzabile in poche righe. Nel 2003, durante la seconda amministrazione Guarnieri, le categorie economiche avevano firmato un accordo con il Comune e con l’allora Asp (che poi, in parte, confluirà in Veritas) che sanciva la suddivisione dei costi totali dello smaltimento rifiuti, accollandone il 50% alle imprese e il 50% alle famiglie. A Venezia, per fare un confronto, le percentuali sono rispettivamente 70% alle imprese, 30% alle famiglie.
Il corrispettivo per le prestazioni regolate nel contratto di servizio tra il comune di Chioggia e Veritas (smaltimento, pulizie, spazzamento, ect) è di circa 12 milioni di euro e questo non cambia, a meno di non cambiare il contratto. Se la ripartizione dei costi dovesse diminuire a favore delle imprese, l’amministrazione comunale avrebbe solo una strada possibile, cioè aumentare le bollette alle famiglie.
Attualmente gli utenti pagano il servizio di smaltimento rifiuti al Comune di Chioggia (anche se le bollette le manda Veritas) il quale, poi, paga, a sua volta, il servizio a Veritas, in quattro rate. I mancati pagamenti degli stabilimenti balneari ammonterebbero già a circa un milione di euro, ovvero un milione in meno nel bilancio comunale che, a prescindere da come si risolverà il contenzioso, sta diventando una cifra importante per l’equilibrio finanziario del Comune e di Veritas.