Ieri pomeriggio si è svolta al municipio di Chioggia una riunione della commissione Mensa, che oltre alla presenza dei referenti delle scuole del territorio (docenti, genitori e rappresentanti dei dirigenti scolastici), ha visto la partecipazione dell'azienda erogatrice Gemeaz Elior. La commissione è stata convocata per condividere ancora una volta con i genitori le azioni e i conseguenti provvedimenti da adottarsi in relazione dei fatti verificatisi lo scorso 7 gennaio, quando all'impresa, che conduce in locazione il centro di cottura comunale in via San Felice a Sottomarina, destinato al confezionamento dei pasti per le scuole dell'infanzia e primarie del territorio, i Carabinieri hanno contestato il ritrovamento di merce surgelata scaduta (ma congelata entro la scadenza, come ha più volte avuto modo di sottolineare la società) e stoccata senza il necessario cartello di segnalazione per lo smaltimento.
Dalle verifiche effettuate dai Carabinieri, dall'ULSS 3 Serenissima e dal Servizio Qualità della stessa Gemeaz, necessarie per ricostruire la dinamica dei fatti ed assicurare il rispetto della sicurezza alimentare, è emerso ed è stato confermato che mai nessun prodotto scaduto è stato somministrato all'utenza scolastica. Per l'amministrazione comunale erano presenti il sindaco Alessandro Ferro, l'assessora alla Pubblica Istruzione Isabella Penzo e la dirigente del settore Pubblica Istruzione Daniela Ballarin. «Come già annunciato – ha detto il sindaco – l’amministrazione non ha intenzione di sorvolare sui fatti contestati alla ditta e ha messo in atto le verifiche e le attività necessarie per garantire un servizio di eccellenza. Non ci sono i presupposti giuridico-legali per scindere il contratto, ma appare doveroso incrementare i livelli di qualità e di controllo del servizio. Per questo abbiamo preparato una bozza di contratto aggiuntivo, che contiene maggiori restrizioni e sanzioni, che prevede più controlli e inoltre un passaggio per quanto riguarda prodotti biologici o a chilometri zero».
È seguita un'illustrazione da parte della dottoressa Daniela Ceresoli, responsabile regionale Gemeaz per il settore scuole nord-est, in merito alle proposte migliorative, sia in termini di controlli e di analisi microbiologiche aggiuntive, che in termini di adozione di derrate a chilometro zero (come ad esempio zucchine, insalata e radicchio di Chioggia IGP), nel rispetto del capitolato e degli standard di qualità organolettica e di apporto nutrizionale previsto dalle linee guida nazionali e dalla Regione Veneto. L'azienda si è detta disponibile a creare un canale di interlocuzione privilegiata con l'Ortomercato di Chioggia e quelli limitrofi. Inoltre sono state presentate proposte di laboratori di educazione alimentare per i bambini, come per esempio degustazioni di frutta e verdura, o attività per imparare a leggere le etichette degli alimenti. Ha preso la parola anche un genitore che, come volontario, monitora il servizio assieme a un altro genitore -cuoco di professione- anche al centro cottura, e non ha rilevato problemi significativi. Altri genitori della commissione hanno apprezzato l'apertura dell'amministrazione, la gestione della criticità e la volontà di migliorare il servizio: è stata auspicata l'organizzazione di un percorso condiviso di educazione alimentare, che coinvolga anche le famiglie.
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giovedì 31 gennaio 2019
mercoledì 30 gennaio 2019
FIDUCIA NEL COMITATO NO GPL DOPO L’INCONTRO DI ROMA: “IL VENTO STA CAMBIANDO”. AL CENTRO ORA IL NODO DELLE GASIERE
Torna da Roma «estremamente fiducioso» Roberto Rossi, dopo l’incontro di ieri al Ministero per lo Sviluppo Economico assieme al Comune di Chioggia e ai vertici di Costa Bioenergie. Il presidente del comitato No Gpl ha esplicitato la «sensazione positiva» dovuta a una «netta volontà esplicitata dai ministeri di risolvere la questione». Al centro di tutto, al momento, sta il nodo delle navi gasiere, per far entrare le quali è necessaria una variante al piano regolatore del porto: «L’incontro – dice Roberto Rossi dal treno – è iniziato con una domanda dei tecnici ministeriali alla Socogas, ovvero in base a quali convinzioni hanno fatto l’investimento di milioni, senza la certezza che l’impianto possa entrare effettivamente in esercizio. Secondo l’azienda di Fidenza, l’autorizzazione del 2015 è unica e comprende anche l’ingresso delle navi, ma Costa Bioenergie è stata smentita dall’ufficio legale del Ministero per le Infrastrutture, il quale ha ribadito la necessità di una variante all’attuale piano regolatore per il porto, cosa per la quale ci vorranno anni. E quindi per altrettanto tempo non potrà essere esercitata l’attività». Secondo il comitato, il MISE lascia intendere di pensare ad altre soluzioni, dalla revisione dell’iter autorizzativo alla più drastica delocalizzazione: nelle prossime riunioni a Roma, sono attese ipotesi operative da parte dei ministeri stessi: «La luce che si vede all’orizzonte sta aumentando la propria potenza», ha concluso Rossi soddisfatto.
martedì 29 gennaio 2019
COMUNE E COMITATO NO GPL OGGI A ROMA, C'È IL NODO DELLE NAVI GASIERE: IL SINDACO, "I MINISTERI METTANO IN DISCUSSIONE L'ENTRATA IN FUNZIONE DEL DEPOSITO"
Stanno tornando da Roma gli attivisti del comitato No Gpl e gli esponenti dell'amministrazione comunale di Chioggia, che oggi si sono riuniti nella sede del Ministero per lo Sviluppo Economico con i dirigenti e i legali della società Costa Bioenergie per dirimere la questione del deposito di gpl in Val da Rio, oggetto anche di ricorso in trattazione al Consiglio di Stato. Erano presenti, oltre a Roberto Rossi, Mario Gianni, Maria Rosa Boscolo Chio e Davide Varagnolo per il comitato, al sindaco Alessandro Ferro e all'assessore all'Ambiente Marco Veronese, anche i tecnici e i vertici dei ministeri: la capo di Gabinetto del MISE Elena Lorenzini, la sua omologa Tiziana Coccoluto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ilaria Rossi Picciloni del Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, il funzionario Francesco Vanin e i rappresentanti di Assocostieri.
«Abbiamo riscontrato la volontà e la disponibilità dei Ministeri di trovare una definizione della vicenda», ha commentato il sindaco Ferro. «All'incontro si è ripercorso l'iter autorizzativo del deposito, con tutte le sue criticità. L'amministrazione comunale sta facendo di tutto e di più perché sia messa in discussione l'entrata in funzione del deposito in Val da Rio, e per questo stiamo lavorando con le massime istituzioni governative. Mi attendo dai Ministeri, che sono aperti per un ulteriore tavolo tecnico tra le parti, un passo concreto in questa direzione». Fa eco l'assessore Veronese: «Titolarità dei terreni, mancato parere della Commissione di Salvaguardia di Venezia e soprattutto mancata variante al Piano Regolatore Portuale sono stati i tre temi trattati e presentati nella relazione del Comune. Si è sottolineato inoltre che ad oggi le navi gasiere non possono entrare nel porto di Chioggia, e che siamo preoccupati per la sicurezza dei cittadini che abitano a poche centinaia di metri dal deposito. I Ministeri valuteranno queste criticità e ci aspettiamo una risposta».
Dal canto loro, i membri del comitato affidano una prima reazione alla pagina fb: «Da subito il MISE ha messo sul tavolo il problema del piano regolatore portuale e l'attuale mancanza delle autorizzazioni al passaggio delle navi gasiere. L'avvocato Rutigliano di Costa Bioenergie ha risposto che tali procedure sono tuttora oggetto di studio e la sede opportuna non è questa, mentre il direttore generale Giampaolo Zucchi ha ribadito con forza e preoccupazione la rilevanza dell'investimento economico messo in atto (35 milioni). Invece il comitato, l'amministrazione ed il MIT hanno ribadito che la procedura da seguire non poteva escludere le questioni connesse al porto». Il comitato No Gpl conferma che «sono state messe in evidenza le criticità dovute alla sicurezza nei confronti della popolazione e i problemi relativi ai terreni acquisiti dall'A.S.Po. e concessi in affitto. Riteniamo questo incontro un notevole passo avanti ed una apertura dei Ministeri, con un coinvolgimento a pieno titolo anche del comitato, mai avuto in precedenza: avanti così vinceremo la battaglia».
In serata, una scarna nota di Costa Bioenergie rileva la «coerenza tra il progetto seguito e le autorizzazioni ministeriali conseguite nel maggio 2015 con l’intesa della Regione Veneto». Nel comunicato vengono sottolineati i possibili benefici occupazionali ed economici in generale anche per la comunità di Chioggia: «Il confronto è stato sereno, civile e corretto - si legge - e si è concluso con l’intesa di successivi approfondimenti, nel rispetto delle prossime decisioni del Consiglio di Stato a seguito della discussione avvenuta il 24 gennaio scorso».
«Abbiamo riscontrato la volontà e la disponibilità dei Ministeri di trovare una definizione della vicenda», ha commentato il sindaco Ferro. «All'incontro si è ripercorso l'iter autorizzativo del deposito, con tutte le sue criticità. L'amministrazione comunale sta facendo di tutto e di più perché sia messa in discussione l'entrata in funzione del deposito in Val da Rio, e per questo stiamo lavorando con le massime istituzioni governative. Mi attendo dai Ministeri, che sono aperti per un ulteriore tavolo tecnico tra le parti, un passo concreto in questa direzione». Fa eco l'assessore Veronese: «Titolarità dei terreni, mancato parere della Commissione di Salvaguardia di Venezia e soprattutto mancata variante al Piano Regolatore Portuale sono stati i tre temi trattati e presentati nella relazione del Comune. Si è sottolineato inoltre che ad oggi le navi gasiere non possono entrare nel porto di Chioggia, e che siamo preoccupati per la sicurezza dei cittadini che abitano a poche centinaia di metri dal deposito. I Ministeri valuteranno queste criticità e ci aspettiamo una risposta».
Dal canto loro, i membri del comitato affidano una prima reazione alla pagina fb: «Da subito il MISE ha messo sul tavolo il problema del piano regolatore portuale e l'attuale mancanza delle autorizzazioni al passaggio delle navi gasiere. L'avvocato Rutigliano di Costa Bioenergie ha risposto che tali procedure sono tuttora oggetto di studio e la sede opportuna non è questa, mentre il direttore generale Giampaolo Zucchi ha ribadito con forza e preoccupazione la rilevanza dell'investimento economico messo in atto (35 milioni). Invece il comitato, l'amministrazione ed il MIT hanno ribadito che la procedura da seguire non poteva escludere le questioni connesse al porto». Il comitato No Gpl conferma che «sono state messe in evidenza le criticità dovute alla sicurezza nei confronti della popolazione e i problemi relativi ai terreni acquisiti dall'A.S.Po. e concessi in affitto. Riteniamo questo incontro un notevole passo avanti ed una apertura dei Ministeri, con un coinvolgimento a pieno titolo anche del comitato, mai avuto in precedenza: avanti così vinceremo la battaglia».
In serata, una scarna nota di Costa Bioenergie rileva la «coerenza tra il progetto seguito e le autorizzazioni ministeriali conseguite nel maggio 2015 con l’intesa della Regione Veneto». Nel comunicato vengono sottolineati i possibili benefici occupazionali ed economici in generale anche per la comunità di Chioggia: «Il confronto è stato sereno, civile e corretto - si legge - e si è concluso con l’intesa di successivi approfondimenti, nel rispetto delle prossime decisioni del Consiglio di Stato a seguito della discussione avvenuta il 24 gennaio scorso».
DEPOSITO DI GPL, PRIMA VOLTA OGGI AL MINISTERO PER IL COMITATO. SI CERCA UNA VIA POLITICA
Tornano a Roma oggi il sindaco Alessandro Ferro e il presidente del comitato No Gpl Roberto Rossi, convocati al Ministero dello Sviluppo Economico assieme ai dirigenti dell’impresa Costa Bioenergie con al vertice Giampaolo Zucchi e i legali, per cercare di dirimere in via politica e amministrativa la vertenza del deposito in costruzione a Val da Rio. In attesa della sentenza del Consiglio di Stato, che non dovrebbe arrivare prestissimo, al tavolo di via Molise dalle ore 15 siedono i tecnici del MISE, oltre a quelli del Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti e del Ministero ai Beni e alle Attività Culturali, che detiene anche la delega al turismo.
Dopo la manifestazione di giovedì scorso davanti a Montecitorio, è la prima volta che al comitato viene riconosciuta la dignità di partner con pari rilievo rispetto agli enti pubblici: al centro dell’incontro, un esame congiunto assieme alle parti interessate. Dal canto suo il comitato No Gpl insiste sulla delocalizzazione del progetto, che ormai versa in dirittura d’arrivo. I ministri coinvolti, che nei giorni precedenti il processo di secondo grado si erano espressi contro l’opera mettendo in imbarazzo l’Avvocatura dello Stato chiamata a difenderla, temono in tal caso di dover corrispondere i lauti indennizzi e rimborsi previsti dalla clausola penale se l’impianto dovesse traslocare.
Dopo la manifestazione di giovedì scorso davanti a Montecitorio, è la prima volta che al comitato viene riconosciuta la dignità di partner con pari rilievo rispetto agli enti pubblici: al centro dell’incontro, un esame congiunto assieme alle parti interessate. Dal canto suo il comitato No Gpl insiste sulla delocalizzazione del progetto, che ormai versa in dirittura d’arrivo. I ministri coinvolti, che nei giorni precedenti il processo di secondo grado si erano espressi contro l’opera mettendo in imbarazzo l’Avvocatura dello Stato chiamata a difenderla, temono in tal caso di dover corrispondere i lauti indennizzi e rimborsi previsti dalla clausola penale se l’impianto dovesse traslocare.
FORZA ITALIA: "NO AL TERMINAL VGATE AL LARGO DI ISOLAVERDE, SCAVARE I FONDALI PER INCREMENTARE L'ATTIVITÀ DEL PORTO"
Forza Italia torna a ribadire la propria contrarietà al progetto di terminal intermodale d'altura al largo di Isolaverde, e critica l'amministrazione comunale 5 Stelle. «Ha mostrato tutta la propria debolezza e timidezza nel prendere posizione», si legge in una nota. «Non possiamo cadere nel tranello delle opere compensative, bisogna volare più alto, guardando il mare e la terra: pesca, agricoltura e turismo sarebbero a rischio». Gli aspetti che Forza Italia prende in considerazione sono quello ambientale e quello economico: «L'ambiente non è solo uno spot elettorale grillino e non è pensabile che ci sia la tentazione di permettere una discrasia, un'alterazione degli equilibri ambientali in un territorio a forte connotazione ecologica come Isolaverde, protetto per decenni dagli strumenti urbanistici "soft" a tutela del paesaggio più che allo sviluppo edilizio o commerciale, e con delle caratteristiche riconosciute come la macchia mediterranea, le dune, l'area SIC (Sito di Interesse Comunitario), il Bosco Nordio, gli orti, lo iodio)». Secondo il gruppo di opposizione, «l'amministrazione non è intelligente se non tiene conto che nelle spiagge esistono decine di imprese balneari, un villaggio turistico di massima categoria. Subito più all'interno si trovano residence turistici e in tutta la città un indotto altrettanto interessante in termini di occupazione stagionale e di importanti economie.
Non bastava la direttiva Bolkestein per rallentare gli investimenti, o la consapevolezza delle difficoltà di ottenere la bandiera blu per le spiagge, ora si aggiunge lo spettro grillino di aprire una possibilità al VGate. Se il comparto turistico gradualmente chiudesse, anche l'amministrazione avrebbe brutte gatte da pelare in termini di gettito: mancanza di tassa di soggiorno, di pagamento delle bollette della TaRi, il mancato introito dall'addizionale Irpef, tutto a scapito dei cittadini che vedrebbero aumentate le tasse a loro carico». L'alternativa, per Forza Italia, è «essere protagonisti del proprio territorio e sapere quale è l'obiettivo e la vocazione della città: se l'amministrazione tiene cosi tanto all'industria, inizi a portare imprenditori in porto e a scavare i fondali, a far dare prosecuzione al Piano Regolatore Portuale, non si lasci sfuggire le navi da crociera. Inizi a fare qualcosa sul PAT e altri strumenti urbanistici per dare una connotazione turistica vera alla città: agevoli l'aumento di presenze e allunghi a tutto l'anno il turismo. Riprenda in mano il Piano dei Centri Storici bocciato dalla Salvaguardia. Finora quanto è stato fatto porta in direzione inversa. Insomma, lavoro ce n'è... basta iniziare. Se per l'amministrazione stellata il VGate può essere la panacea per ottenere investimenti destinati alla ferrovia o alla Romea - conclude Beniamino Boscolo - io sono dell'opinione che l'ambiente non sia in vendita! E la comunità, in questi anni di lotte e richieste, come minimo dovrebbe pretendere migliori amministratori».
Non bastava la direttiva Bolkestein per rallentare gli investimenti, o la consapevolezza delle difficoltà di ottenere la bandiera blu per le spiagge, ora si aggiunge lo spettro grillino di aprire una possibilità al VGate. Se il comparto turistico gradualmente chiudesse, anche l'amministrazione avrebbe brutte gatte da pelare in termini di gettito: mancanza di tassa di soggiorno, di pagamento delle bollette della TaRi, il mancato introito dall'addizionale Irpef, tutto a scapito dei cittadini che vedrebbero aumentate le tasse a loro carico». L'alternativa, per Forza Italia, è «essere protagonisti del proprio territorio e sapere quale è l'obiettivo e la vocazione della città: se l'amministrazione tiene cosi tanto all'industria, inizi a portare imprenditori in porto e a scavare i fondali, a far dare prosecuzione al Piano Regolatore Portuale, non si lasci sfuggire le navi da crociera. Inizi a fare qualcosa sul PAT e altri strumenti urbanistici per dare una connotazione turistica vera alla città: agevoli l'aumento di presenze e allunghi a tutto l'anno il turismo. Riprenda in mano il Piano dei Centri Storici bocciato dalla Salvaguardia. Finora quanto è stato fatto porta in direzione inversa. Insomma, lavoro ce n'è... basta iniziare. Se per l'amministrazione stellata il VGate può essere la panacea per ottenere investimenti destinati alla ferrovia o alla Romea - conclude Beniamino Boscolo - io sono dell'opinione che l'ambiente non sia in vendita! E la comunità, in questi anni di lotte e richieste, come minimo dovrebbe pretendere migliori amministratori».
lunedì 28 gennaio 2019
CHIOGGIA ORTOMERCATO INCONTRA IL SENATORE VALLARDI (PRESIDENTE COMMISSIONE AGRICOLTURA) PER CHIEDERE IMPEGNI PRECISI
Si è tenuto venerdì 25 gennaio, al mercato ortofrutticolo di Brondolo, un incontro tra i soci (Opoveneto, Capo, Sico e SST) della società Chioggia Ortomercato che gestisce il mercato, le altre società che operano nella struttura, l'amministrazione comunale rappresentata dall'assessore all'agricoltura e mercati Daniele Stecco con il presidente della Commissione Agricoltura del Senato sen. Giampaolo Vallardi e l'on. Ketty Fogliani eletta nel territorio. Sono stati affrontati vari temi: innanzitutto le modifiche apportate con il punto 723 della Legge di Bilancio del 30/12/2018 n.145 all'art.24 del D.L. del 19/8/2016 n.175 che permettono il mantenimento della partecipazione pubblica (SST) in Chioggia Ortomercato fino al 31/12/2021 in virtù dei bilanci in attivo della società stessa nel triennio precedente (2014-15-16) alla ricognizione del 2017, bilanci che continuano ad esprimere un segno positivo anche nel 2017 e 2018.
Giuseppe Boscolo Palo, amministratore unico di Chioggia Ortomercato, nell'affermare che un primo risultato è stato ottenuto perché questo permetterà di uscire dallo status di proroga gestionale attraverso una delibera del consiglio comunale di affidamento del servizio di gestione a SST (società pubblica interamente controllata dal comune e proprietaria del compendio immobiliare del mercato di Brondolo) a cui deve seguire una nuova convenzione tra SST e Chioggia Ortomercato (i cui soci privati erano già stati individuati attraverso gara ad evidenza pubblica) per permettere a quest'ultima di stipulare nuovi contratti con gli operatori garantendo tempi utili per l'ammortamento degli investimenti strutturali che questi si apprestano a sostenere. L'assessore Daniele Stecco ho evidenziato le criticità derivanti dal limite di tre anni inseriti nella modifica e quindi della necessità di lavorare coesi per superare questa scadenza nel chiedere una deroga particolare al governo. Ha inoltre sottolineato l'importanza strategica che riveste il mercato di Brondolo nel quadro generale dei mercati veneti, ancor più oggi per il fatto che la Camera di Commercio Delta Lagunare di Venezia e Rovigo ha deciso di alienare il vicino mercato ortofrutticolo di Rosolina.
Il rilancio del ruolo del mercato ortofrutticolo di Brondolo non può prescindere da una razionalizzazione e riorganizzazione dei mercati, ricercando sinergie operative innanzitutto con i mercati di Padova (MAAP) e di Lusia per poter puntare a fornire servizi innovativi a 360 gradi. Infine è stato richiesto, da Giuseppe Boscolo Palo e da Cesare Bellò coordinatore del comitato radicchio dell'Organismo Interprofessionale, al senatore Vallardi un impegno della sua commissione sulla costituzione, oltre a quello frutticolo, del Catasto orticolo dato che questo settore esprime i 2/3 della PLV nazionale complessiva; di adoperarsi nell'individuare un processo per addivenire alla certificazione dei costi di produzione del radicchio da parte di un organismo terzo perché ad oggi assistiamo a proposte contrattuali che stanno "uccidendo" le aziende agricole, come evidenziato da uno studio del Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia IGP e da Chioggia Ortomercato; di approfondire, anche attraverso una audizione, la tematica “buone pratiche agricole-buone pratiche ambientali” in riferimento alla conservazione/sviluppo della biodiversità negli agrosistemi locali ed in risposta ai desiderata del consumatore europeo.
Giuseppe Boscolo Palo, amministratore unico di Chioggia Ortomercato, nell'affermare che un primo risultato è stato ottenuto perché questo permetterà di uscire dallo status di proroga gestionale attraverso una delibera del consiglio comunale di affidamento del servizio di gestione a SST (società pubblica interamente controllata dal comune e proprietaria del compendio immobiliare del mercato di Brondolo) a cui deve seguire una nuova convenzione tra SST e Chioggia Ortomercato (i cui soci privati erano già stati individuati attraverso gara ad evidenza pubblica) per permettere a quest'ultima di stipulare nuovi contratti con gli operatori garantendo tempi utili per l'ammortamento degli investimenti strutturali che questi si apprestano a sostenere. L'assessore Daniele Stecco ho evidenziato le criticità derivanti dal limite di tre anni inseriti nella modifica e quindi della necessità di lavorare coesi per superare questa scadenza nel chiedere una deroga particolare al governo. Ha inoltre sottolineato l'importanza strategica che riveste il mercato di Brondolo nel quadro generale dei mercati veneti, ancor più oggi per il fatto che la Camera di Commercio Delta Lagunare di Venezia e Rovigo ha deciso di alienare il vicino mercato ortofrutticolo di Rosolina.
Il rilancio del ruolo del mercato ortofrutticolo di Brondolo non può prescindere da una razionalizzazione e riorganizzazione dei mercati, ricercando sinergie operative innanzitutto con i mercati di Padova (MAAP) e di Lusia per poter puntare a fornire servizi innovativi a 360 gradi. Infine è stato richiesto, da Giuseppe Boscolo Palo e da Cesare Bellò coordinatore del comitato radicchio dell'Organismo Interprofessionale, al senatore Vallardi un impegno della sua commissione sulla costituzione, oltre a quello frutticolo, del Catasto orticolo dato che questo settore esprime i 2/3 della PLV nazionale complessiva; di adoperarsi nell'individuare un processo per addivenire alla certificazione dei costi di produzione del radicchio da parte di un organismo terzo perché ad oggi assistiamo a proposte contrattuali che stanno "uccidendo" le aziende agricole, come evidenziato da uno studio del Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia IGP e da Chioggia Ortomercato; di approfondire, anche attraverso una audizione, la tematica “buone pratiche agricole-buone pratiche ambientali” in riferimento alla conservazione/sviluppo della biodiversità negli agrosistemi locali ed in risposta ai desiderata del consumatore europeo.
giovedì 24 gennaio 2019
IL CONSIGLIO COMUNALE DI OGGI DEVE ESPRIMERSI RIGUARDO IL TERMINAL VGATE AL LARGO DI ISOLAVERDE: ENTRO DOMENICA LA RISPOSTA AL MINISTERO
Inizia alle ore 14.30 di oggi, venerdì 25 gennaio, la seduta del consiglio comunale di Chioggia dedicata interamente alla risposta che l'ente dovrà fornire entro dopodomani al Ministero per l'Ambiente, in merito al progetto di terminal intermodale d'altura presentato dalla società mestrina VGate e da realizzarsi eventualmente al largo di Isolaverde nei prossimi 13 anni.
Dopo due sedute di commissione, durante le quali le associazioni di categoria del turismo e il settore Urbanistica del Comune hanno espresso rispettivamente contrarietà e perplessità di ordine ambientale verso l'infrastruttura vocata all'arrivo di container dalla Cina, ora spetta alla politica intervenire nella fase di "scoping" (preliminare alla valutazione d'impatto ambientale). L'impresa diretta dallo spedizioniere veneziano Alessandro Santi si è detta disponibile a ulteriori approfondimenti a carattere ambientale. La seduta odierna, come sempre, è aperta al pubblico e trasmessa in diretta streaming nel sito del Comune, chioggia.org
Dopo due sedute di commissione, durante le quali le associazioni di categoria del turismo e il settore Urbanistica del Comune hanno espresso rispettivamente contrarietà e perplessità di ordine ambientale verso l'infrastruttura vocata all'arrivo di container dalla Cina, ora spetta alla politica intervenire nella fase di "scoping" (preliminare alla valutazione d'impatto ambientale). L'impresa diretta dallo spedizioniere veneziano Alessandro Santi si è detta disponibile a ulteriori approfondimenti a carattere ambientale. La seduta odierna, come sempre, è aperta al pubblico e trasmessa in diretta streaming nel sito del Comune, chioggia.org
NO GPL A ROMA, INCONTRO COL MINISTRO DELLA CULTURA E DEL TURISMO. IL SINDACO: "L'AVVOCATURA DI STATO NON HA DIFESO L'IMPIANTO"
È durata più di un'ora l'udienza di oggi, a Roma avanti alla VI sezione (ambiente) del Consiglio di Stato, che prevedeva la discussione dei due ricorsi in appello, uno presentato dal Comune di Chioggia e l'altro dal WWF, per chiedere che venissero riconosciuti da un lato l'abuso edilizio del deposito di gpl in Val da Rio, dall'altro l'assenza di titolo paesaggistico da parte della Commissione di Salvaguardia di Venezia, come prevede la Legge Speciale del 1973. Per l'amministrazione comunale erano presenti in aula il sindaco Alessandro Ferro e l'assessore all'Ambiente Marco Veronese.
«In attesa della sentenza – commenta il sindaco – siamo fiduciosi di riuscire a bloccare il deposito, anche per il fatto che l'Avvocatura di Stato non si è battuta per difendere l'impianto e non ha sostenuto la sua memoria difensiva, ma si è rimessa sostanzialmente alla decisione che prenderanno i giudici del Consiglio di Stato. È stata una giornata importante e tutti auspichiamo, come del resto hanno detto in una nota congiunta qualche giorno fa il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che possa essere accolta la tesi del Comune e riconosciuto il valore solo commerciale dell'autorizzazione del 2015 (riconoscendo l'opera come abusiva) o altresì dichiarata dal Consiglio di Stato la nullità dell’autorizzazione finale del deposito di gpl».
Fa eco l'assessore Veronese: «La discussione di oggi è stata incentrata soprattutto sulla mancata autorizzazione comunale edilizia e paesaggistica. L'impianto, ricordiamo, dovrebbe stoccare più di 9mila metri cubi di gas di petrolio liquefatti. C'è stata anche l'occasione per far presente ai giudici del Consiglio di Stato l'analisi dei rischi e degli eventi incidentali collegati sia all'esistenza dell'impianto in sé, che dista solo poche centinaia di metri dalle abitazioni e dalle attività economiche, ma anche del transito in laguna delle navi gasiere». Sindaco e vicesindaco, raggiunti poi dalla senatrice Orietta Vanin, dal senatore Giovanni Endrizzi, dalla deputata Arianna Spessotto, dalla consigliera regionale Erika Baldin, dal presidente del consiglio comunale Endri Bullo e dai consiglieri Paolo Bonfà e Daniele Padoan, sono stati ricevuti nel pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico, dove hanno interloquito con il Ministro della Cultura e del Turismo Alberto Bonisoli, con Elena Lorenzini -vicecapo di Gabinetto del ministro Di Maio- e con il collaboratore per la comunicazione Francesco Vanin.
«Al MISE abbiamo ripercorso tutte le criticità relative all'iter autorizzativo del deposito di stoccaggio di gpl in Val da Rio - aggiunge il sindaco Ferro - comprese quelle connesse all'eventuale passaggio e ormeggio delle navi gasiere nel il porto di Chioggia. A prescindere da cosa affermerà la sentenza del Consiglio di Stato, mi sento di dire che abbiamo tante altre carte da giocare». Conclude Veronese: «Siamo ottimisti e fiduciosi, perché i segnali dal governo ci sono e sono chiari. Il ministro Bonisoli ha inoltre sottolineato come la presenza del deposito di gpl possa influire negativamente sulla Laguna di Venezia nella sua interezza, che da più di trent’anni è inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco».
«In attesa della sentenza – commenta il sindaco – siamo fiduciosi di riuscire a bloccare il deposito, anche per il fatto che l'Avvocatura di Stato non si è battuta per difendere l'impianto e non ha sostenuto la sua memoria difensiva, ma si è rimessa sostanzialmente alla decisione che prenderanno i giudici del Consiglio di Stato. È stata una giornata importante e tutti auspichiamo, come del resto hanno detto in una nota congiunta qualche giorno fa il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che possa essere accolta la tesi del Comune e riconosciuto il valore solo commerciale dell'autorizzazione del 2015 (riconoscendo l'opera come abusiva) o altresì dichiarata dal Consiglio di Stato la nullità dell’autorizzazione finale del deposito di gpl».
Fa eco l'assessore Veronese: «La discussione di oggi è stata incentrata soprattutto sulla mancata autorizzazione comunale edilizia e paesaggistica. L'impianto, ricordiamo, dovrebbe stoccare più di 9mila metri cubi di gas di petrolio liquefatti. C'è stata anche l'occasione per far presente ai giudici del Consiglio di Stato l'analisi dei rischi e degli eventi incidentali collegati sia all'esistenza dell'impianto in sé, che dista solo poche centinaia di metri dalle abitazioni e dalle attività economiche, ma anche del transito in laguna delle navi gasiere». Sindaco e vicesindaco, raggiunti poi dalla senatrice Orietta Vanin, dal senatore Giovanni Endrizzi, dalla deputata Arianna Spessotto, dalla consigliera regionale Erika Baldin, dal presidente del consiglio comunale Endri Bullo e dai consiglieri Paolo Bonfà e Daniele Padoan, sono stati ricevuti nel pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico, dove hanno interloquito con il Ministro della Cultura e del Turismo Alberto Bonisoli, con Elena Lorenzini -vicecapo di Gabinetto del ministro Di Maio- e con il collaboratore per la comunicazione Francesco Vanin.
«Al MISE abbiamo ripercorso tutte le criticità relative all'iter autorizzativo del deposito di stoccaggio di gpl in Val da Rio - aggiunge il sindaco Ferro - comprese quelle connesse all'eventuale passaggio e ormeggio delle navi gasiere nel il porto di Chioggia. A prescindere da cosa affermerà la sentenza del Consiglio di Stato, mi sento di dire che abbiamo tante altre carte da giocare». Conclude Veronese: «Siamo ottimisti e fiduciosi, perché i segnali dal governo ci sono e sono chiari. Il ministro Bonisoli ha inoltre sottolineato come la presenza del deposito di gpl possa influire negativamente sulla Laguna di Venezia nella sua interezza, che da più di trent’anni è inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco».
IL CONSORZIO LIDI DI CHIOGGIA VUOLE GESTIRE IL KURSAAL: PRONTI 360MILA EURO PER LA RISTRUTTURAZIONE. "ATTENDIAMO RISPOSTA DAL COMUNE"
Il Comune chiama, gli albergatori di Sottomarina e il consorzio di promozione turistica Lidi di Chioggia rispondono. Due giorni fa la risoluzione del sindaco Ferro, pronto ad acquistare o a rilevare in comodato d’uso dalla Città Metropolitana il centro congressi Kursaal che langue sul lungomare; stamane, in una conferenza stampa, i vertici dell’ASA e del consorzio hanno illustrato i contenuti della loro manifestazione d’interesse -protocollata già l’8 novembre scorso- proprio per ottenere il diritto di uso dello stabile, da tempo murato per colpa dei vandali e del degrado. L’idea in capo ai Lidi di Chioggia consiste nella ristrutturazione straordinaria del bene per una cifra di 360mila euro, nel mantenimento dello stato di efficienza attraverso un programma annuale di interventi pari a 18mila euro, nella disponibilità delle proprie casse per far fronte agli allacciamenti e alle bollette del consumo elettrico, di acqua, gas e asporto rifiuti, oltre alla pulizia e alla custodia dell’immobile e dell’area verde circostante.
«Certo, se qualche altra associazione contribuisse con analogo investimento – ha detto Giuliano Boscolo, presidente di ASA – allora si potrebbe ragionare per l’acquisto del Kursaal». Scopo del progetto, che prevede una gestione di trent’anni, è ridare vita a una struttura centrale, pensata per accogliere non solo manifestazioni culturali e attrazioni, ma anche il cosiddetto “turismo dei congressi” che ha fatto la fortuna ad esempio di Jesolo e Rimini: molte associazioni di categoria e ordini professionali infatti vorrebbero rivolgersi a Sottomarina per ospitare convegni formativi, seminari di studio, assemblee a cui legare la promozione della città. Per far questo è comunque necessario che anche le strutture ricettive della città volgano ad essere aperte 365 giorni l’anno. Ora la palla passa al Comune: anche se l’ASA e il consorzio attendono ancora una risposta alla pregevole e moderna ipotesi di sistemazione sostenibile del lungomare, presentata lo scorso 2 agosto: da allora, né il sindaco né l’assessora all’Urbanistica Elga Messina si sono mai espressi nel merito.
«Noi ci crediamo davvero – ha detto Elena Boscolo Nata dell’ASA - perché il progetto porta benefici a tutti, non solo al settore turistico. Prevede piste ciclabili e passeggiate, spazi verdi e parcheggi». L’altro vicepresidente Paolo Boscolo Nale ha posto l’accento proprio su questi ultimi, e sulla riqualificazione della zona Reduci, ora che i terreni demaniali sono passati nella disponibilità del Comune, dal quale pare non arrivino decisioni: l’incertezza nel diritto mette non poco in allarme gli operatori. Domani intanto il consiglio comunale di Chioggia dovrà decidere cosa scrivere nella nota da inviare al Ministero per l’Ambiente, quanto al terminal intermodale d’altura VGate, che potrebbe sorgere meno di 3 miglia al largo di Isolaverde: in tal senso, i Lidi di Chioggia hanno protocollato le proprie osservazioni, che come ha ricordato Giuliano Boscolo sono centrate sul concetto di Chioggia città turistica e non dal futuro industriale.
la playlist video di tutti gli interventi:
«Certo, se qualche altra associazione contribuisse con analogo investimento – ha detto Giuliano Boscolo, presidente di ASA – allora si potrebbe ragionare per l’acquisto del Kursaal». Scopo del progetto, che prevede una gestione di trent’anni, è ridare vita a una struttura centrale, pensata per accogliere non solo manifestazioni culturali e attrazioni, ma anche il cosiddetto “turismo dei congressi” che ha fatto la fortuna ad esempio di Jesolo e Rimini: molte associazioni di categoria e ordini professionali infatti vorrebbero rivolgersi a Sottomarina per ospitare convegni formativi, seminari di studio, assemblee a cui legare la promozione della città. Per far questo è comunque necessario che anche le strutture ricettive della città volgano ad essere aperte 365 giorni l’anno. Ora la palla passa al Comune: anche se l’ASA e il consorzio attendono ancora una risposta alla pregevole e moderna ipotesi di sistemazione sostenibile del lungomare, presentata lo scorso 2 agosto: da allora, né il sindaco né l’assessora all’Urbanistica Elga Messina si sono mai espressi nel merito.
«Noi ci crediamo davvero – ha detto Elena Boscolo Nata dell’ASA - perché il progetto porta benefici a tutti, non solo al settore turistico. Prevede piste ciclabili e passeggiate, spazi verdi e parcheggi». L’altro vicepresidente Paolo Boscolo Nale ha posto l’accento proprio su questi ultimi, e sulla riqualificazione della zona Reduci, ora che i terreni demaniali sono passati nella disponibilità del Comune, dal quale pare non arrivino decisioni: l’incertezza nel diritto mette non poco in allarme gli operatori. Domani intanto il consiglio comunale di Chioggia dovrà decidere cosa scrivere nella nota da inviare al Ministero per l’Ambiente, quanto al terminal intermodale d’altura VGate, che potrebbe sorgere meno di 3 miglia al largo di Isolaverde: in tal senso, i Lidi di Chioggia hanno protocollato le proprie osservazioni, che come ha ricordato Giuliano Boscolo sono centrate sul concetto di Chioggia città turistica e non dal futuro industriale.
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mercoledì 23 gennaio 2019
BANDO PER LE AUTORIZZAZIONI AL COMMERCIO AMBULANTE ESTIVO SUL LITORALE: PIÙ SPAZIO AGLI ALIMENTARI, MENO ALL'ALTRA MERCE
Stretta sul commercio ambulante autorizzato lungo la battigia di Sottomarina e Isolaverde. In data 17 gennaio, la giunta comunale di Chioggia ha deliberato che, per la stagione estiva 2019, saranno disposte lungo il litorale 18 autorizzazioni per il commercio su area pubblica, in luogo delle 23 concesse fino al 2017 compreso. Di queste 18, ben 12 saranno destinate a operatori del settore alimentare e solo 6 a quello non alimentare. I nulla osta saranno validi per un anno, subordinati alla presentazione di apposita istanza: i richiedenti entreranno in una graduatoria che terrà conto dell’anzianità di esercizio, appartenenza a consorzi di tutela alimentare (con vendita di prodotti a km zero o comunque fabbricati in Italia), disponibilità di magazzini per il ricovero della merce, accorgimenti ambientali per gli imballaggi e i veicoli di trasporto. Vigerà inoltre il divieto di cessione dell’autorizzazione, e l’impossibilità di riservare un solo tratto di arenile preferenziale per ogni singolo operatore concessionario.
A giustificazione del giro di vite, la giunta chiama in causa anche la contestazione di sanzioni amministrative e penali con il sequestro di quantità ingenti di merce per infrazione, oltre alla revoca di quattro autorizzazioni su 18 per gravi violazioni avvenuta già nell’estate 2018: “Si è registrata – scrive la giunta - una caduta sistematica della domanda per i titoli ascrivibili al settore alimentare, in quanto dei 14 assegnabili solo 9 sono stati rilasciati”. L’intero disposto del bando potrebbe quindi portare all’ulteriore esplosione del fenomeno del commercio irregolare, trattandosi per lo più di capi d’abbigliamento, giocattoli e accessori, impossibilitati a concorrere per vie regolari sopra i 6 che verranno autorizzati: e questo nel permanere delle carenze di organico per quanto riguarda la polizia locale. Trova inoltre difficile comprensione il fatto che siano allargate le maglie per i concessionari alimentari, quando anche lo scorso anno cinque concessioni in materia sono andate deserte.
A giustificazione del giro di vite, la giunta chiama in causa anche la contestazione di sanzioni amministrative e penali con il sequestro di quantità ingenti di merce per infrazione, oltre alla revoca di quattro autorizzazioni su 18 per gravi violazioni avvenuta già nell’estate 2018: “Si è registrata – scrive la giunta - una caduta sistematica della domanda per i titoli ascrivibili al settore alimentare, in quanto dei 14 assegnabili solo 9 sono stati rilasciati”. L’intero disposto del bando potrebbe quindi portare all’ulteriore esplosione del fenomeno del commercio irregolare, trattandosi per lo più di capi d’abbigliamento, giocattoli e accessori, impossibilitati a concorrere per vie regolari sopra i 6 che verranno autorizzati: e questo nel permanere delle carenze di organico per quanto riguarda la polizia locale. Trova inoltre difficile comprensione il fatto che siano allargate le maglie per i concessionari alimentari, quando anche lo scorso anno cinque concessioni in materia sono andate deserte.
martedì 22 gennaio 2019
MENSE SCOLASTICHE, IL RESPONSABILE DI GEMEAZ IN COMMISSIONE: "IL CIBO SCADUTO ERA L'ECCEDENZA TORNATA INDIETRO DA UNA SCUOLA CHIUSA"
Come era prevedibile, la commissione consiliare convocata per discutere del caso dei cibi scaduti nel frigorifero del centro di cottura per le mense scolastiche in territorio comunale si è scaldata con gli interventi dei genitori, dell’azienda Gemeaz Elior e dei consiglieri, in particolare di opposizione. Mentre è ancora in corso l’indagine interna affidata all’avvocatura civica, il responsabile nazionale per la refezione alle scuole di Gemeaz, Stefano Barassi, ha spiegato cosa è successo nella fattispecie che ha portato i carabinieri a sequestrare 60 kg di cibo scaduto lo scorso 7 gennaio alle cucine di San Felice: «Si tratta dell’eccedenza tornata indietro da una scuola, nel frattempo chiusa. Materiale erroneamente congelato in attesa dello smaltimento da parte di un’azienda autorizzata, affinché non deperisse nel mentre. Sarebbe bastato mettere un cartello per avviso, tanto che il prodotto non sarebbe mai stato utilizzato». Barassi ricorda come «ogni dato, anche le scadenze, viene registrato automaticamente. Il laboratorio di analisi è esterno, e certifica che usiamo sempre prodotti freschi».
«Profondamente delusi e arrabbiati» si dicono i genitori, rappresentati in commissione da Damiano Colombo: «Non abbiamo più fiducia nell’amministrazione, ha fatto orecchie da mercante sul contratto integrativo. Nessun passo avanti visto finora, bisogna pensare a modelli completamente diversi di alimentazione, diversificando i menu». Colombo annota la «carenza di personale cronica nel centro cottura», e spinge per i prodotti a km zero: «Il 50% del cibo dei refettori viene gettato. No al filetto di pesce dall’Alaska quando c’è quello locale». A questo ha risposto la dirigente Daniela Ballarin: «L’introduzione di nuovi prodotti deve avere l’okay della ULSS per via della digeribilità, del valore nutrizionale. Anche per questo stiamo predisponendo dorsi di educazione alimentare per bambini e genitori».
La stessa dirigente ha anche dovuto rispondere agli attacchi del consigliere di minoranza Jonatan Montanariello, che nella veste di «genitore arrabbiato che vuole il meglio per i bambini» ha ipotizzato un «risarcimento ai genitori»: secondo l’esponente dell’opposizione, «l’amministrazione dice una cosa e ne fa un’altra. Ovvero, il giorno stesso in cui il sindaco parlava di rivedere o revocare il contratto con Gemeaz, il Comune staccava una fattura da 15mila euro alla società. Prima di pagare si doveva capire se fosse possibile una rivalsa».
Al che, appunto, Daniela Ballarin ha ribattuto che «i contratti si rispettano, così i loro adempimenti. Ogni passaggio e decisione fin qui è stato concertata coi genitori, dagli uffici che hanno fatto il loro dovere e in sede di commissione mensa. Se ci saranno rimostranze nei confronti di Gemeaz, si potrà andare in compensazione. Questo è un servizio pubblico, già c’è in opera l’appendice al contratto che inasprisce le sanzioni, e non è giusto suggerire comportamenti errati. Il fatto è grave di per sé, ma circoscritto, perché i successivi controlli non hanno riscontrato niente altro». Nel frattempo, i genitori compilano quotidianamente un report per ogni plesso scolastico relativo alla qualità e quantità delle portate, al gradimento dei piccoli e altre annotazioni eventuali; sono state implementate buone pratiche e controlli senza preavviso. Molti indizi lasciano intendere che non ci siano i presupposti per revocare l’appalto: «Resta comunque un’occasione – ha concluso la dirigente Ballarin – per migliorare il servizio a prescindere».
«Profondamente delusi e arrabbiati» si dicono i genitori, rappresentati in commissione da Damiano Colombo: «Non abbiamo più fiducia nell’amministrazione, ha fatto orecchie da mercante sul contratto integrativo. Nessun passo avanti visto finora, bisogna pensare a modelli completamente diversi di alimentazione, diversificando i menu». Colombo annota la «carenza di personale cronica nel centro cottura», e spinge per i prodotti a km zero: «Il 50% del cibo dei refettori viene gettato. No al filetto di pesce dall’Alaska quando c’è quello locale». A questo ha risposto la dirigente Daniela Ballarin: «L’introduzione di nuovi prodotti deve avere l’okay della ULSS per via della digeribilità, del valore nutrizionale. Anche per questo stiamo predisponendo dorsi di educazione alimentare per bambini e genitori».
La stessa dirigente ha anche dovuto rispondere agli attacchi del consigliere di minoranza Jonatan Montanariello, che nella veste di «genitore arrabbiato che vuole il meglio per i bambini» ha ipotizzato un «risarcimento ai genitori»: secondo l’esponente dell’opposizione, «l’amministrazione dice una cosa e ne fa un’altra. Ovvero, il giorno stesso in cui il sindaco parlava di rivedere o revocare il contratto con Gemeaz, il Comune staccava una fattura da 15mila euro alla società. Prima di pagare si doveva capire se fosse possibile una rivalsa».
Al che, appunto, Daniela Ballarin ha ribattuto che «i contratti si rispettano, così i loro adempimenti. Ogni passaggio e decisione fin qui è stato concertata coi genitori, dagli uffici che hanno fatto il loro dovere e in sede di commissione mensa. Se ci saranno rimostranze nei confronti di Gemeaz, si potrà andare in compensazione. Questo è un servizio pubblico, già c’è in opera l’appendice al contratto che inasprisce le sanzioni, e non è giusto suggerire comportamenti errati. Il fatto è grave di per sé, ma circoscritto, perché i successivi controlli non hanno riscontrato niente altro». Nel frattempo, i genitori compilano quotidianamente un report per ogni plesso scolastico relativo alla qualità e quantità delle portate, al gradimento dei piccoli e altre annotazioni eventuali; sono state implementate buone pratiche e controlli senza preavviso. Molti indizi lasciano intendere che non ci siano i presupposti per revocare l’appalto: «Resta comunque un’occasione – ha concluso la dirigente Ballarin – per migliorare il servizio a prescindere».
IL COMUNE RISTRUTTURERÀ IL KURSAAL: PRONTO IL PROGETTO DEGLI ALBERGATORI PER GESTIRLO A FINI TURISTICI
Il Comune vuole il Kursaal. Lo afferma una nota del sindaco Alessandro Ferro, che ricorda come «è tra le volontà dell’amministrazione comunale acquisire dalla Città Metropolitana il centro congressi sul lungomare a Sottomarina, per un valore di circa un milione e mezzo, così come stimato dall’Agenzia delle Entrate. Valuteremo in consiglio comunale per il comodato d’uso o per l’acquisizione, ma solo a seguito dell’impegno certo che ci sia qualche ente o associazione che si impegni a riqualificarlo e a gestirlo per convegni e per fini turistici, come già comunicato proprio in consiglio comunale. Qualora non ci fosse l’interesse di una gestione unanime e anche condivisa con il tavolo dell’OGD, dove siedono tutte le categorie del settore turistico e promozionale, ci rivolgeremo all’esterno con una manifestazione di interesse».
L’immobile del centro congressi Kursaal, attualmente murato a seguito degli atti di vandalismo e del degrado, è proprietà della Città Metropolitana di Venezia, e solo dal 2019 è stato inserito nel piano delle dismissioni. Ogni eventuale acquisizione dovrà attingere ai fondi della Legge Speciale e dell’avanzo di amministrazione, che saranno disponibili -come confermato dalla legge finanziaria di fine anno- solo dopo l’approvazione (a fine aprile) del rendiconto finanziario comunale per l’esercizio 2018. Càpita a fagiolo la presentazione di un’ipotesi di riqualificazione dello stabile, che sarà presentata giovedì dal consorzio di promozione Lidi di Chioggia e dall’Associazione Albergatori di Sottomarina, prodromo all’idea di una gestione in proprio a fini appunto turistici. Nella conferenza rientrerà di nuovo anche il progetto avveniristico per il lungomare, già illustrato nei mesi scorsi ma finora mai affrontato dal Comune.
L’immobile del centro congressi Kursaal, attualmente murato a seguito degli atti di vandalismo e del degrado, è proprietà della Città Metropolitana di Venezia, e solo dal 2019 è stato inserito nel piano delle dismissioni. Ogni eventuale acquisizione dovrà attingere ai fondi della Legge Speciale e dell’avanzo di amministrazione, che saranno disponibili -come confermato dalla legge finanziaria di fine anno- solo dopo l’approvazione (a fine aprile) del rendiconto finanziario comunale per l’esercizio 2018. Càpita a fagiolo la presentazione di un’ipotesi di riqualificazione dello stabile, che sarà presentata giovedì dal consorzio di promozione Lidi di Chioggia e dall’Associazione Albergatori di Sottomarina, prodromo all’idea di una gestione in proprio a fini appunto turistici. Nella conferenza rientrerà di nuovo anche il progetto avveniristico per il lungomare, già illustrato nei mesi scorsi ma finora mai affrontato dal Comune.
MENSE SCOLASTICHE, OGGI (ORE 16.30) COMMISSIONE CONSILIARE PER IL CASO DEI CIBI SCADUTI AL CENTRO DI COTTURA GEMEAZ
Avrà luogo oggi pomeriggio dalle ore 16.30, nella sala consiliare del municipio di Chioggia, la seduta della III commissione presieduta da Genny Mantoan, avente a tema la gestione delle mense scolastiche nel territorio comunale, affidate alla società Gemeaz Elior. L’iniziativa è un atto dovuto dopo la scoperta effettuata dai carabinieri di cibi scaduti nel frigorifero del centro di cottura a San Felice: la commissione mensa ha audito l’impresa, che si è giustificata con il mancato smaltimento delle derrate, peraltro mai giunte ai refettori. Da ieri anche due rappresentanti dei genitori, tra cui un cuoco, controllano in diretta la preparazione dei pasti destinati ai bambini, anche se il Comune non ha ancora escluso la revoca dell’appalto alla Gemeaz. Alla seduta odierna, aperta come sempre al pubblico, parteciperà l’azienda stessa oltre ai membri della commissione mensa.
sabato 19 gennaio 2019
ANCHE A CHIOGGIA, CAVARZERE E CONA ARRIVA IL REDDITO D'INCLUSIONE ATTIVA PROMOSSO DALLA REGIONE
La Regione Veneto ha approvato la prosecuzione del finanziamento del progetto di reddito d'inclusione attiva (R.I.A.) per l'anno 2019 e ha stanziato nuove risorse per sperimentare l'estensione del progetto, volto all’inclusione e al reinserimento sociale e lavorativo delle fasce deboli, a tutto il territorio regionale. Dal 1° febbraio 2019 parteciperanno anche i Comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona. Il RIA è un progetto regionale rivolto alle persone in carico ai Servizi Sociali dei Comuni aderenti ed è finalizzato al coinvolgimento attivo di cittadini in situazione di disagio socio-economico in prospettiva di un reinserimento sociale, valorizzandone le capacità e superando l’approccio puramente assistenziale di erogazione dei contributi economici.
«I cittadini coinvolti potranno svolgere delle attività a favore della comunità e a sostegno delle attività associative, di enti religiosi o parrocchie che ne faranno richiesta – spiega l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Chioggia, Luciano Frizziero – e ricevere un riconoscimento economico mensile tra 150 e 350 euro, a seguito dell'impegno dimostrato e della valutazione dell'assistente sociale. A seconda delle singole attitudini, verrà declinato un progetto individuale e sottoscritta una dichiarazione di impegno a firma dei diversi soggetti interessati. Come si colloca il RIA rispetto al reddito di cittadinanza? Aspetteremo di leggere i decreti attuativi del governo». Il progetto ha una durata di 6 mesi, rinnovabile per ulteriori 6 mesi. È rivolto anche ai cittadini che non hanno i requisiti per accedere al Reddito di Inclusione (REI) e rappresenta un'opportunità per rafforzare e integrare le attività già avviate di sostegno economico. Per gli enti e associazioni, il modulo è disponibile al sito web comunale nella sezione “Bandi e avvisi” e dovrà essere compilato e sottoscritto da parte del rappresentante legale dell'ente/associazione interessata e restituiti al Comune di Chioggia, settore Servizi Sociali.
«I cittadini coinvolti potranno svolgere delle attività a favore della comunità e a sostegno delle attività associative, di enti religiosi o parrocchie che ne faranno richiesta – spiega l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Chioggia, Luciano Frizziero – e ricevere un riconoscimento economico mensile tra 150 e 350 euro, a seguito dell'impegno dimostrato e della valutazione dell'assistente sociale. A seconda delle singole attitudini, verrà declinato un progetto individuale e sottoscritta una dichiarazione di impegno a firma dei diversi soggetti interessati. Come si colloca il RIA rispetto al reddito di cittadinanza? Aspetteremo di leggere i decreti attuativi del governo». Il progetto ha una durata di 6 mesi, rinnovabile per ulteriori 6 mesi. È rivolto anche ai cittadini che non hanno i requisiti per accedere al Reddito di Inclusione (REI) e rappresenta un'opportunità per rafforzare e integrare le attività già avviate di sostegno economico. Per gli enti e associazioni, il modulo è disponibile al sito web comunale nella sezione “Bandi e avvisi” e dovrà essere compilato e sottoscritto da parte del rappresentante legale dell'ente/associazione interessata e restituiti al Comune di Chioggia, settore Servizi Sociali.
L'ON.ANDREUZZA AI CONCESSIONARI BALNEARI: IMPEGNO A RISOLVERE LA SITUAZIONE DEI "PERTINENZIALI", IL CUI CANONE È AUMENTATO ANCHE DEL 4500%
Questa mattina la deputata leghista Giorgia Andreuzza ha fatto visita ai concessionari balneari di Sottomarina, riuniti nella sede di ASCOT in lungomare. All'incontro erano presenti i vertici dell'Associazione Albergatori e del consorzio di promozione turistica Lidi di Chioggia: si è parlato naturalmente del congelamento della direttiva Bolkestein che per altri quindici anni non verrà applicata ai balneari, anche grazie all'impegno di Andreuzza, "ufficiale di collegamento" tra i titolari di concessione e il governo. «Il suo impegno non si è esaurito - dice Giorgio Bellemo, presidente di ASCOT - dal momento che ora prosegue per ottenere una norma più precisa all'interno del decreto semplificazioni, attraverso un emendamento che salvaguardi i "pertinenziali"». Si tratta di concessionari che hanno avuto i beni incamerati, e che a seguito dell'applicazione dei valori OMI si sono visti aumentare i canoni anche del 4500%.
venerdì 18 gennaio 2019
TERMINAL VGATE AL LARGO DI ISOLAVERDE, PRONTA LA NOTA TECNICA DEL COMUNE: TANTE CRITICITÀ, POCHE OPPORTUNITÀ. MA ANCORA NESSUN SÌ O NO
Acconsentire o bloccare il terminal intermodale d'altura meno di tre miglia al largo di Isolaverde è una scelta irreversibile, per la Chioggia che verrà. Impensabile supporre di tornare indietro, smontare i viadotti, demolire la piattaforma, smantellare i collegamenti ferroviario e stradale. Per questo ben si comprende come i dieci giorni davanti all'amministrazione comunale, chiamata a esprimersi attraverso una nota da indirizzare al Ministero per l'Ambiente in sede di scoping, siano di quelli da far tremare le vene ai polsi. E così oggi pomeriggio, a commissioni congiunte e in assenza del sindaco (alla conferenza dei primi cittadini del litorale), il parere dei tecnici del settore Urbanistica e la bozza di ordine del giorno dei consiglieri da portare all'approvazione plenaria la prossima settimana non sono stati tranchant per un sì o per un no, né probabilmente lo saranno fino alla fine: anche se -nemmeno troppo tra le righe- sia l'architetto Gianni Favaretto sia la consigliera Elisa Busetto per la maggioranza, nel leggere i due documenti hanno elencato solo criticità, perplessità, motivi per negare l'approvazione al progetto della società mestrina VGate. Ma senza prendersi la responsabilità di esplicitarlo in maniera leggibile, con buona pace di chi sogna una politica decidente.
Per quanto riguarda gli uffici, i tempi contingentati non hanno spinto a dare una risposta "di pancia", come da più parti si è detto, ma aggiungere elementi alla discussione dei consiglieri affinché si esprimano in modo ragionato. Due sono i limiti generali ravvisati, oltre a una serie di questioni di dettaglio: fra i primi figura l'essere, la proposta, ritenuta «parziale e non sufficiente, vocata al solo traffico dei container». Ciò che secondo i tecnici comunali «getterebbe un'eredità pesante qualora anche altre merci avessero necessità di trovare alternative agli attuali percorsi in laguna». Inoltre, secondo elemento, l'idea di VGate per l'architetto Favaretto non darebbe «importanza al territorio: può essere trasformato in modo permanente? Prima vengono gli impatti, poi la funzionalità strutturale. Bisogna evitare che i primi vengano adeguati alla seconda».
Nel dettaglio, rileva l'assenza attuale delle infrastrutture a terra (Romea commerciale, Orte-Mestre, ferrovia), dato che le vie presenti non sono adeguate ad accogliere nuovi e ingenti traffici merci. Poi la modifica delle correnti marine a seguito dell'impianto, con effetto l'erosione in una zona dall'alto valore paesaggistico; la minaccia che verrebbe -sempre secondo l'amministrazione- portata all'ecosistems delle Tegnùe, che «non meritano una riduzione della loro complessità ecologica, dovuta al transito di navi di enormi dimensioni». Indi l'impatto visivo di un orizzonte non più libero e incontaminato, un valore per la comunità molto vasta di turisti e residenti (annesso deprezzamento degli immobili): la tutela del paesaggio ha un controvalore nell'economia. Infine, il mancato coinvolgimento dei Comuni contèrmini, l'impatto sulla pesca e sull'acquacoltura che nella nota compare come «non valutato», e il diporto nelle tante darsene della zona.
Dal canto suo il gruppo di maggioranza, il Movimento 5 Stelle, ha steso un'ipotesi di ordine del giorno da sottoporre ai colleghi -ma in realtà non c'è stato alcun voto in commissione- che riprende per sommi capi le critiche dei tecnici: la bozza impegnerebbe la giunta e il consiglio ad «approfondire gli aspetti delle ricadute sulla pesca, l'agricoltura, il turismo con particolare riferimento alla qualità dell'acqua, circostanza che per cinque anni ha consentito a Sottomarina e Isolaverde di fregiarsi della Bandiera Blu». Non secondaria la questione dei trasporti inadeguati (ma VGate si dice sicura che una volta approvato il progetto le opere viarie verrebbero realizzate), delle correnti marine, dei rumori e dell'impatto visivo. L'ordine del giorno, qualora approvato dalla prossima seduta del consiglio comunale in programma a metà della prossima settimana, impegna il sindaco e la giunta a instaurare la procedura del débat publique, coinvolgendo ancora la popolazione e le categorie. «È un progetto egocentrico - scrivono gli esponenti stellati - per come è stato presentato, parlando solo di sé e non di ciò che sta attorno». L'unica mitigazione, o compensazione, verrebbe da una pista ciclabile pleonastica: «VGate è carente quanto alle ripercussioni, trascura le esigenze di un territorio fragile alle foci e fino alla laguna, malamente interconnesso. Chi regge il Comune è per uno sviluppo sostenibile, come indicazione politica da inviare al Ministero».
Le opposizioni, nel solito clima acceso che ha spesso urtato l'emiciclo grillino, si aspettavano fatti espliciti se non concludenti già oggi, dal momento che non sono stati apportati nell'ultima settimana nuovi elementi rispetto all'audizione dello scorso giovedì con i vertici aziendali, mentre risale a un mese fa la pubblicazione online dell'intero progetto. Bilanciare opportunità e problemi va bene, come ha fatto Daniele Padoan (M5S), se poi si arriva a un dunque: la differenziazione delle fonti di reddito contrapposta alla vertenza ambientale, l'uscita dall'isolamento in antitesi alla salute e alle difficoltà di attraversamento stradale per chi abita lungo la Romea. Dai banchi della minoranza s'è levato scalpore per la comunicazione di un odg già pronto («preconfezionato», ha detto Barbara Penzo), di una nota tecnica effettiva: ma non era ciò che veniva richiesto oggi, dati i tempi strettissimi?
Nel merito, se Romina Tiozzo dice no al progetto, Beniamino Boscolo ringrazia VGate ma è del parere che la location scelta sia inopportuna: «Chioggia diventa città industriale o sviluppare le attività che ha già? Non ho la soluzione, ma ho visto le reazioni di chi lavora e vive a Isolaverde, con requisiti ambientali che altri posti non hanno». Senza entrare nel merito di una nuova ferrovia dedicata solo al trasporto merci, e del fatto che le Tegnùe vengono ricordate solo in questo frangente, è la stessa assessora Isabella Penzo a «riconoscere come difficile uno sviluppo turistico attraverso il progetto». Se Montanariello punta l'attenzione sul «controllare i processi, anziché subirli», trovando «scritto male» il documento di maggioranza («voterei un testo che a VGate rispondesse "no, ma diteci di più rispetto a un'idea che buona parte della città vede di cattivo occhio"»), Marco Dolfin è l'unico a lasciare sostanzialmente una porta aperta: «La nota si espone troppo sulle criticità e poco sulle opportunità. Non sono negativo, ma se Roma dà l'okay, noi possiamo dire la nostra o accettiamo?». È questo il fondamentale snodo attorno al quale gira la questione, di qui al 27 gennaio e anche oltre.
Per quanto riguarda gli uffici, i tempi contingentati non hanno spinto a dare una risposta "di pancia", come da più parti si è detto, ma aggiungere elementi alla discussione dei consiglieri affinché si esprimano in modo ragionato. Due sono i limiti generali ravvisati, oltre a una serie di questioni di dettaglio: fra i primi figura l'essere, la proposta, ritenuta «parziale e non sufficiente, vocata al solo traffico dei container». Ciò che secondo i tecnici comunali «getterebbe un'eredità pesante qualora anche altre merci avessero necessità di trovare alternative agli attuali percorsi in laguna». Inoltre, secondo elemento, l'idea di VGate per l'architetto Favaretto non darebbe «importanza al territorio: può essere trasformato in modo permanente? Prima vengono gli impatti, poi la funzionalità strutturale. Bisogna evitare che i primi vengano adeguati alla seconda».
Nel dettaglio, rileva l'assenza attuale delle infrastrutture a terra (Romea commerciale, Orte-Mestre, ferrovia), dato che le vie presenti non sono adeguate ad accogliere nuovi e ingenti traffici merci. Poi la modifica delle correnti marine a seguito dell'impianto, con effetto l'erosione in una zona dall'alto valore paesaggistico; la minaccia che verrebbe -sempre secondo l'amministrazione- portata all'ecosistems delle Tegnùe, che «non meritano una riduzione della loro complessità ecologica, dovuta al transito di navi di enormi dimensioni». Indi l'impatto visivo di un orizzonte non più libero e incontaminato, un valore per la comunità molto vasta di turisti e residenti (annesso deprezzamento degli immobili): la tutela del paesaggio ha un controvalore nell'economia. Infine, il mancato coinvolgimento dei Comuni contèrmini, l'impatto sulla pesca e sull'acquacoltura che nella nota compare come «non valutato», e il diporto nelle tante darsene della zona.
Dal canto suo il gruppo di maggioranza, il Movimento 5 Stelle, ha steso un'ipotesi di ordine del giorno da sottoporre ai colleghi -ma in realtà non c'è stato alcun voto in commissione- che riprende per sommi capi le critiche dei tecnici: la bozza impegnerebbe la giunta e il consiglio ad «approfondire gli aspetti delle ricadute sulla pesca, l'agricoltura, il turismo con particolare riferimento alla qualità dell'acqua, circostanza che per cinque anni ha consentito a Sottomarina e Isolaverde di fregiarsi della Bandiera Blu». Non secondaria la questione dei trasporti inadeguati (ma VGate si dice sicura che una volta approvato il progetto le opere viarie verrebbero realizzate), delle correnti marine, dei rumori e dell'impatto visivo. L'ordine del giorno, qualora approvato dalla prossima seduta del consiglio comunale in programma a metà della prossima settimana, impegna il sindaco e la giunta a instaurare la procedura del débat publique, coinvolgendo ancora la popolazione e le categorie. «È un progetto egocentrico - scrivono gli esponenti stellati - per come è stato presentato, parlando solo di sé e non di ciò che sta attorno». L'unica mitigazione, o compensazione, verrebbe da una pista ciclabile pleonastica: «VGate è carente quanto alle ripercussioni, trascura le esigenze di un territorio fragile alle foci e fino alla laguna, malamente interconnesso. Chi regge il Comune è per uno sviluppo sostenibile, come indicazione politica da inviare al Ministero».
Le opposizioni, nel solito clima acceso che ha spesso urtato l'emiciclo grillino, si aspettavano fatti espliciti se non concludenti già oggi, dal momento che non sono stati apportati nell'ultima settimana nuovi elementi rispetto all'audizione dello scorso giovedì con i vertici aziendali, mentre risale a un mese fa la pubblicazione online dell'intero progetto. Bilanciare opportunità e problemi va bene, come ha fatto Daniele Padoan (M5S), se poi si arriva a un dunque: la differenziazione delle fonti di reddito contrapposta alla vertenza ambientale, l'uscita dall'isolamento in antitesi alla salute e alle difficoltà di attraversamento stradale per chi abita lungo la Romea. Dai banchi della minoranza s'è levato scalpore per la comunicazione di un odg già pronto («preconfezionato», ha detto Barbara Penzo), di una nota tecnica effettiva: ma non era ciò che veniva richiesto oggi, dati i tempi strettissimi?
Nel merito, se Romina Tiozzo dice no al progetto, Beniamino Boscolo ringrazia VGate ma è del parere che la location scelta sia inopportuna: «Chioggia diventa città industriale o sviluppare le attività che ha già? Non ho la soluzione, ma ho visto le reazioni di chi lavora e vive a Isolaverde, con requisiti ambientali che altri posti non hanno». Senza entrare nel merito di una nuova ferrovia dedicata solo al trasporto merci, e del fatto che le Tegnùe vengono ricordate solo in questo frangente, è la stessa assessora Isabella Penzo a «riconoscere come difficile uno sviluppo turistico attraverso il progetto». Se Montanariello punta l'attenzione sul «controllare i processi, anziché subirli», trovando «scritto male» il documento di maggioranza («voterei un testo che a VGate rispondesse "no, ma diteci di più rispetto a un'idea che buona parte della città vede di cattivo occhio"»), Marco Dolfin è l'unico a lasciare sostanzialmente una porta aperta: «La nota si espone troppo sulle criticità e poco sulle opportunità. Non sono negativo, ma se Roma dà l'okay, noi possiamo dire la nostra o accettiamo?». È questo il fondamentale snodo attorno al quale gira la questione, di qui al 27 gennaio e anche oltre.
OGGI A COMMISSIONI RIUNITE IL PARERE DEL COMUNE DI CHIOGGIA AL PROGETTO "V-GATE" AL LARGO DI ISOLAVERDE: SARÀ UN NO?
Si riuniranno ancora una volta oggi pomeriggio dalle ore 16 la IV, V e VI commissione consiliare in seduta congiunta, per esaminare la presentazione della nota di risposta che il Comune è tenuto a consegnare entro il 27 gennaio al Ministero per l'Ambiente e la tutela del Territorio e del Mare, relativa al progetto di un terminal intermodale d'altura al largo di Isolaverde. L'iniziativa è stata lanciata dalla società mestrina VGate ed è al momento alla fase di scoping, preliminare alla valutazione d'impatto ambientale da parte del Ministero: la fase consiste appunto nell'audizione e nel parere di tutti gli enti sensibili al progetto, come il Comune, la Città Metropolitana, l'Autorità Portuale di Sistema, la Regione Veneto e la Capitaneria di Porto.
Lo scorso giovedì 10 gennaio c'era già stata un'altra seduta congiunta delle medesime commissioni, con l'impresa in questione e le categorie economiche del turismo, durante la quale queste ultime hanno manifestato un parere negativo alla realizzazione dell'opera. Anche il Comune, per quanto è dato capire dalla risolutezza e dalla velocità della risposta che verrà presentata oggi, dovrebbe orientarsi in qualche modo contro l'ipotesi del terminal a meno di 3 miglia da Isolaverde.
Lo scorso giovedì 10 gennaio c'era già stata un'altra seduta congiunta delle medesime commissioni, con l'impresa in questione e le categorie economiche del turismo, durante la quale queste ultime hanno manifestato un parere negativo alla realizzazione dell'opera. Anche il Comune, per quanto è dato capire dalla risolutezza e dalla velocità della risposta che verrà presentata oggi, dovrebbe orientarsi in qualche modo contro l'ipotesi del terminal a meno di 3 miglia da Isolaverde.
giovedì 17 gennaio 2019
MENSE SCOLASTICHE, LA SITUAZIONE SI VA NORMALIZZANDO: PROTOCOLLO D'INTESA CON CRITERI STRINGENTI PER L'IMPRESA CONCESSIONARIA
Alla data odierna l'amministrazione comunale, formalizzata immediatamente la contestazione e la richiesta di chiarimenti alla società Gemeaz Elior in merito a quanto accaduto nel centro cottura di Sottomarina, sta attendendo di ricevere le controdeduzioni scritte da parte della stessa impresa (nel termine di rito di 15 giorni) sulla base delle quali adottare i conseguenti provvedimenti, nonché la documentazione e i chiarimenti
da parte dei Carabinieri che hanno eseguito le operazioni di verifica. Il primo rapporto in merito all'accaduto è stato intrattenuto con la ULSS 3 presente alle operazioni condotte dai Carabinieri, che ha rassicurato l'amministrazione in merito al fatto che non è stata rilevata anomalia nel ciclo produttivo relativo al confezionamento dei pasti. I Carabinieri hanno passato in rassegna la documentazione relativa alle derrate utilizzate per il confezionamento dei pasti rispetto agli stessi pasti prodotti, ed è stata riscontrata la conformità dei dati a convalida che la merce scaduta non è mai entrata nel ciclo produttivo.
«La relazione e le comunicazioni con i genitori sono continue – spiega il sindaco Alessandro Ferro – e l'amministrazione comunale si riserva una decisione in merito all'eventuale prosecuzione del rapporto contrattuale con l'azienda, di concerto con i genitori stessi, solo quando saranno ottenute risposte alla documentazione richiesta. Verificata la documentazione, partirà il procedimento sanzionatorio nel rispetto del contratto. Attualmente si sta predisponendo un protocollo d'intesa costituente un'appendice al contratto in essere, che sancisca l'obbligatorietà di alcune buone pratiche a garanzia della qualità del servizio, come l'analisi microbiologiche da parte di ente accreditato dalla Regione Veneto su tutti i refettori e il centro cottura, l'inserimento di prodotti a chilometro zero e il rafforzamento delle sanzioni previste per l'inosservanza delle clausole contrattuali, giacché l'amministrazione non è disponibile a tollerare nessun'altra inadempienza che possa ulteriormente pregiudicare la fiducia della stessa, oltre che delle famiglie, nei confronti del servizio».
Nel frattempo in questi giorni il settore Pubblica Istruzione sta ricevendo i report dei genitori, che non hanno evidenziato problemi rilevanti. La qualità e la freschezza del cibo si attesta come buona, solo una segnalazione per il poco sale nel minestrone. Tutti gli allievi stanno mangiando in mensa, molti sono assenti da scuola a causa di raffreddamenti e influenze di stagione. L'idea di consumare il panino in alternativa al pranzo, in segno di protesta, non ha mai avuto seguito oltre al primo giorno dalla conoscenza dei fatti contestati, avendo lasciato spazio a forme di collaborazione e controllo costruttive finalizzate ad accertare il buon andamento del servizio e l'innalzamento degli standard qualitativi. L'amministrazione comunale accoglierà l'idea di un gruppo di genitori di programmare incontri di educazione alimentare con esperti in materia, anche in funzione della costruzione dei menu oggetto del prossimo appalto, che saranno poi vagliati e autorizzati dai competenti uffici dell'ULSS. Infine, una seduta di commissione consiliare relativa alla gestione della mensa scolastica è convocata per martedì 22 gennaio alle ore 16.30 in municipio.
«La relazione e le comunicazioni con i genitori sono continue – spiega il sindaco Alessandro Ferro – e l'amministrazione comunale si riserva una decisione in merito all'eventuale prosecuzione del rapporto contrattuale con l'azienda, di concerto con i genitori stessi, solo quando saranno ottenute risposte alla documentazione richiesta. Verificata la documentazione, partirà il procedimento sanzionatorio nel rispetto del contratto. Attualmente si sta predisponendo un protocollo d'intesa costituente un'appendice al contratto in essere, che sancisca l'obbligatorietà di alcune buone pratiche a garanzia della qualità del servizio, come l'analisi microbiologiche da parte di ente accreditato dalla Regione Veneto su tutti i refettori e il centro cottura, l'inserimento di prodotti a chilometro zero e il rafforzamento delle sanzioni previste per l'inosservanza delle clausole contrattuali, giacché l'amministrazione non è disponibile a tollerare nessun'altra inadempienza che possa ulteriormente pregiudicare la fiducia della stessa, oltre che delle famiglie, nei confronti del servizio».
Nel frattempo in questi giorni il settore Pubblica Istruzione sta ricevendo i report dei genitori, che non hanno evidenziato problemi rilevanti. La qualità e la freschezza del cibo si attesta come buona, solo una segnalazione per il poco sale nel minestrone. Tutti gli allievi stanno mangiando in mensa, molti sono assenti da scuola a causa di raffreddamenti e influenze di stagione. L'idea di consumare il panino in alternativa al pranzo, in segno di protesta, non ha mai avuto seguito oltre al primo giorno dalla conoscenza dei fatti contestati, avendo lasciato spazio a forme di collaborazione e controllo costruttive finalizzate ad accertare il buon andamento del servizio e l'innalzamento degli standard qualitativi. L'amministrazione comunale accoglierà l'idea di un gruppo di genitori di programmare incontri di educazione alimentare con esperti in materia, anche in funzione della costruzione dei menu oggetto del prossimo appalto, che saranno poi vagliati e autorizzati dai competenti uffici dell'ULSS. Infine, una seduta di commissione consiliare relativa alla gestione della mensa scolastica è convocata per martedì 22 gennaio alle ore 16.30 in municipio.
BENIAMINO BOSCOLO: "RIAPRIRE IL KURSAAL, E MAGARI ACQUISTARLO AL COMUNE". PRESENTATO UN ORDINE DEL GIORNO AL CONSIGLIO
Si ritorna a parlare del degrado del Kursaal in lungomare Adriatico, da tempo chiuso al pubblico e addirittura murato dopo le incursioni dei vandali. Il consigliere comunale Beniamino Boscolo ha presentato un ordine del giorno per chiedere di riaprirlo: «Mai come adesso lo si può fare. Basta che l'amministrazione si metta a parlare seriamente con la Città Metropolitana di Venezia, si metta a lavorare sulle richieste e sui progetti di gestione presentati dalle categorie turistiche, e questa volta ha anche l'opportunità di utilizzare un avanzo di amministrazione di decine di milioni, magari per acquistarlo oppure ristrutturarlo per un comodato d'uso».
Al momento l'immobile versa in uno stato di assoluto degrado, fra scritte sui muri con lo spray e vegetazione incolta: «Come la colonia Turati e l'arena Duse, è un pessimo biglietto da visita per Sottomarina», conclude Boscolo.
Al momento l'immobile versa in uno stato di assoluto degrado, fra scritte sui muri con lo spray e vegetazione incolta: «Come la colonia Turati e l'arena Duse, è un pessimo biglietto da visita per Sottomarina», conclude Boscolo.
mercoledì 16 gennaio 2019
COMITATO NO GPL A ROMA GIOVEDÌ 24 PER MANIFESTARE DAVANTI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI IN ATTESA DELLA SENTENZA
Conto alla rovescia per la sentenza relativa al deposito di gpl, che sarà pronunciata al termine dell'udienza di giovedì prossimo, 24 gennaio, dal Consiglio di Stato. Come annunciato, il comitato No Gpl sta organizzando gli autobus per manifestare il giorno stesso a piazza Montecitorio, davanti alla sede della Camera dei Deputati: la partenza sarà alle 4 del mattino da piazza Europa, per poi effettuare fermate in viale Mediterraneo, a Borgo San Giovanni e in campo Marconi a Chioggia. I manifestanti avranno con sé un gazebo, volantini e bandiere, magliette e gigantografie dell'impianto: l'invito è esteso alle forze politiche, ai parlamentari del territorio e alle categorie economiche. Il costo del viaggio è 40 euro, rientro previsto alle 23 dalla Capitale: obbligatorio prenotare e versare la quota preliminarmente alla bottega di prodotti equi e solidali Il Mappamondo, sotto palazzo Goldoni in centro storico.
martedì 15 gennaio 2019
UN ANNO DI CENTRO SERVIZI ANZIANI: PER OVVIARE ALLE DIFFICOLTÀ LOGISTICHE DELLE TRE SEDI SI VA VERSO LA CHIUSURA DI VIA DEL BOSCHETTO?
Un anno di centro servizi per gli anziani è stato il tema della conferenza stampa che ieri pomeriggio il consiglio d’amministrazione e la direzione dell’IPAB ha tenuto nella residenza Arcobaleno di Sottomarina. Sotto il focus dei relatori, il presidente Ortensio Crepaldi, i consiglieri Giorgio Filippo, Erika Boscolo Pantalin e Francesca Avanzi, il vicedirettore vicario Piergiorgio Penzo hanno percorso dodici mesi di azioni, interventi, novità e manutenzione, verso un 2019 chiamato a consolidare la qualità e la quantità dei servizi offerti agli ospiti. In primis, nell’anno che si è appena chiuso è stato dato ruolo all’appalto socio-assistenziale e al potenziamento del servizio notturno con 6 operatori sociosanitari e 2 infermieri a rotazione: come ha spiegato il vicedirettore Penzo, prima non tutti i nuclei della casa di riposo erano presidiati da una presenza qualificata anche di notte. Inoltre i dipendenti del CSA hanno un nuovo contratto. Per quanto riguarda l’implementazione di benefit all’utenza, è stata rinnovata anche la convenzione per i pasti a domicilio: 150 sono quelli che partono ogni giorno dal lunedì al sabato dalla cucina della casa di riposo e vengono consegnati a casa agli anziani, 30 la domenica per le situazioni più critiche segnalate dai servizi sociali. Soprattutto, non sono aumentate le rette per l’anno in corso, anche in virtù del fatto che la Regione Veneto contribuisce per 1500 euro mensili alla cura di ciascuno dei 175 ospiti.
Non è stato taciuto dal presidente Ortensio Crepaldi che lo scorso ottobre ignoti sono entrati nelle strutture dell’istituto per scassinare i distributori di bevande, creando apprensione per l’incolumità degli anziani, anche se questi non sono stati raggiunti ai piani superiori. A tal proposito, l’installazione di telecamere già prevista è stata accelerata in accordo con le forze dell’ordine per il monitoraggio esterno, quindi non degli ospiti né degli operatori. Sempre con questi fini, è stato lanciato l’appalto per la sistemazione dei cancelli e il miglioramento dell’illuminazione. Il nodo delle opere di consolidamento è centrale, tanto che dal 21 gennaio prenderanno il via i lavori di ristrutturazione alla residenza Girasole in viale Tirreno, primi di un piano straordinario. Ma su tutto, pende la difficile logistica di un istituto diviso in tre sedi, separate dalla trafficatissima via del Boschetto: con una provocazione (o forse no), Crepaldi punta all’ipotesi di chiudere alla mobilità la strada in questione nell’arco di due anni, all’interno del progetto che recupera e “arreda” Forte Penzo, per cui l’amministrazione comunale sta valutando la soluzione. «Qualche progetto si è visto, anche se non ancora definito ed esternato», ha riferito il presidente del cda.
Nell’anno appena iniziato, prioritaria la nomina di un nuovo direttore: si dovrà addivenire a un nuovo bando, poiché i due contattati dopo aver partecipato e vinto la gara hanno preferito altre destinazioni. Continuerà sicuramente la procedura avviata all’ufficio del Registro assieme al Comune per la permuta dei beni, dato che al momento le sedi dell’IPAB sono di proprietà comunale mentre edifici del calibro di palazzo Morosini e di palazzo Ravagnan sono in quota al CSA. Passi avanti si profilano per l’hospice e la realizzazione di 24 posti letto per anziani non autosufficienti, frutto anche del clima definito «positivo» all’interno del consiglio di amministrazione, in assenza di contenziosi professionali o giudiziali.
Non è stato taciuto dal presidente Ortensio Crepaldi che lo scorso ottobre ignoti sono entrati nelle strutture dell’istituto per scassinare i distributori di bevande, creando apprensione per l’incolumità degli anziani, anche se questi non sono stati raggiunti ai piani superiori. A tal proposito, l’installazione di telecamere già prevista è stata accelerata in accordo con le forze dell’ordine per il monitoraggio esterno, quindi non degli ospiti né degli operatori. Sempre con questi fini, è stato lanciato l’appalto per la sistemazione dei cancelli e il miglioramento dell’illuminazione. Il nodo delle opere di consolidamento è centrale, tanto che dal 21 gennaio prenderanno il via i lavori di ristrutturazione alla residenza Girasole in viale Tirreno, primi di un piano straordinario. Ma su tutto, pende la difficile logistica di un istituto diviso in tre sedi, separate dalla trafficatissima via del Boschetto: con una provocazione (o forse no), Crepaldi punta all’ipotesi di chiudere alla mobilità la strada in questione nell’arco di due anni, all’interno del progetto che recupera e “arreda” Forte Penzo, per cui l’amministrazione comunale sta valutando la soluzione. «Qualche progetto si è visto, anche se non ancora definito ed esternato», ha riferito il presidente del cda.
Nell’anno appena iniziato, prioritaria la nomina di un nuovo direttore: si dovrà addivenire a un nuovo bando, poiché i due contattati dopo aver partecipato e vinto la gara hanno preferito altre destinazioni. Continuerà sicuramente la procedura avviata all’ufficio del Registro assieme al Comune per la permuta dei beni, dato che al momento le sedi dell’IPAB sono di proprietà comunale mentre edifici del calibro di palazzo Morosini e di palazzo Ravagnan sono in quota al CSA. Passi avanti si profilano per l’hospice e la realizzazione di 24 posti letto per anziani non autosufficienti, frutto anche del clima definito «positivo» all’interno del consiglio di amministrazione, in assenza di contenziosi professionali o giudiziali.
sabato 12 gennaio 2019
IL DEPOSITO DI GPL DIVENTA UN CASO NAZIONALE: LANCIATA IERI LA "CARTA DI CHIOGGIA". E IL COMITATO PUNTA ALLA DELOCALIZZAZIONE
Chioggia come simbolo. L’affollata presentazione di un volume scritto dal magistrato Antonio Abrami, ieri pomeriggio all’auditorium San Nicolò, è stata il pretesto per contribuire a fare assumere un rilievo ancora più nazionale al caso del deposito di gpl in Val da Rio. Non solo infatti all’iniziativa del comitato Attuare la Costituzione hanno partecipato insigni personalità del diritto e della scienza -primo fra tutti l’ex presidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena- ma anzi lo spettro della vicenda si è collegato ai temi dell’acqua, della protezione medica, dell’impatto economico («costi rilevantissimi e benefici zero per la città», è stato detto) in altre situazioni consimili lungo il suolo italiano.
Tanto che al termine del convegno è stata presentata la Carta di Chioggia 2019, che chiede l’istituzione di una Corte Europea per l’ambiente, del dipartimento di Giustizia Ambientale e una Procura nazionale per la salute. Per quanto riguarda la battaglia No Gpl, alle fasi cruciali con l’udienza romana del 24 gennaio, delocalizzazione è sempre più la parola d’ordine e l’obiettivo ribadito anche ieri dal comitato, ovvero spostare l’impianto praticamente ultimato in altra sede, lontana dalle abitazioni e dalle attività. Ma è lo stesso Abrami a spronare gli attivisti a continuare comunque in sede civile la contesa, con una causa collettiva per lesioni ai diritti universali di salute e sicurezza: «La via giudiziaria è quella maestra», si è ripetuto più volte al folto pubblico, tra cui esponenti delle categorie economiche e molti studenti dell'istituto tecnico Cestari Righi.
Tanto che al termine del convegno è stata presentata la Carta di Chioggia 2019, che chiede l’istituzione di una Corte Europea per l’ambiente, del dipartimento di Giustizia Ambientale e una Procura nazionale per la salute. Per quanto riguarda la battaglia No Gpl, alle fasi cruciali con l’udienza romana del 24 gennaio, delocalizzazione è sempre più la parola d’ordine e l’obiettivo ribadito anche ieri dal comitato, ovvero spostare l’impianto praticamente ultimato in altra sede, lontana dalle abitazioni e dalle attività. Ma è lo stesso Abrami a spronare gli attivisti a continuare comunque in sede civile la contesa, con una causa collettiva per lesioni ai diritti universali di salute e sicurezza: «La via giudiziaria è quella maestra», si è ripetuto più volte al folto pubblico, tra cui esponenti delle categorie economiche e molti studenti dell'istituto tecnico Cestari Righi.
CONTRIBUTI REGIONALI PER LA MOBILITÀ, CHIOGGIA TAGLIATA FUORI. DOLFIN: "UN'ALTRA OCCASIONE PERSA DALLA GIUNTA"
La Regione Veneto, lo scorso luglio, aveva lanciato un bando di cofinanziamento per interventi a favore della mobilità e della sicurezza stradale nei Comuni. In questi giorni è stata diffusa la graduatoria, formulata secondo diversi punteggi per l’assegnazione dei contributi, in base al numero di abitanti (il 70% sotto i 5mila residenti, il 50% sopra, per un massimo di 300mila euro). A tale campagna hanno partecipato 265 città, tra cui Venezia, Campolongo Maggiore, Dolo, Fiesso d’Artico e Mirano: manca invece nella lista il Comune di Chioggia, che non ha presentato alcuna domanda. Un’occasione perduta, a parere del consigliere leghista Marco Dolfin: «Un’altra opportunità svanita, sì, e non è la prima. C’è anzi da vergognarsi per il “non operato” della giunta Ferro: il bando era funzionale date le mancanze nel territorio, con possibili ammodernamenti per la rete viaria, opere iniziate da completare, percorsi pedonali e segnali». Dolfin rincara la dose: «Bisogna essere pronti a intercettare i fondi, ma purtroppo rimaniamo basiti del fatto che Comuni più piccoli riescono a portare a casa i contributi mentre noi non riusciamo a farlo. Alla faccia di quanto i 5 Stelle promettevano prima delle elezioni, annunciando più volte che si sarebbero attivati per istituire un ufficio apposito, volto alla partecipazione ai bandi... I risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti, siamo diventati la cenerentola della provincia. Riflettano il sindaco e la maggioranza, forse un loro passo indietro sarebbe più salutare», conclude l’esponente dell’opposizione.
DEPOSITO GPL, GIUSEPPE CASSON RISPONDE AI MINISTRI DEL M5S: "RIDICOLI, ANNULLINO IL DECRETO AUTORIZZATIVO INVECE DI SCARICARMI RESPONSABILITÀ"
Non si fa attendere la replica di Giuseppe Casson alla nota diffusa ieri dai ministri del Movimento 5 Stelle, a proposito della sentenza che il 24 gennaio il Consiglio di Stato dovrà esprimere in merito ai ricorsi presentati dal Comune di Chioggia e dal WWF riguardo il deposito di gpl in costruzione a Val da Rio. L’ex sindaco, chiamato in causa da Di Maio, Toninelli e Bonisoli, parla esplicitamente di «comiche ridicole»: secondo Casson, «i Ministeri che hanno gestito interamente il procedimento di autorizzazione del deposito, con un decreto interministeriale, riconoscono di aver emesso un atto nullo, ma ne attribuiscono la responsabilità al Comune, commettendo un errore tecnico madornale. Se riconoscono come nullo il decreto, prendano le decisioni conseguenti: ne hanno tutti i poteri! Sono loro, oggi, lo Stato. Ma invece di decidere -tipico del M5S che ad ogni livello nulla fa e nessuna responsabilità assume- mandano una nota al Consiglio di Stato auspicando che venga riconosciuta la nullità del loro provvedimento! Non decidono nulla e lasciano ad altri, cioè ai giudici, la responsabilità di decidere».
Casson afferma che il ruolo del Comune è stato «marginalissimo in una vicenda gestita interamente dallo Stato: è stato reso un parere (che peraltro ho sempre riconosciuto come sbagliato) dalla struttura tecnica comunale, senza che ci sia mai stato alcun coinvolgimento della parte politica, della quale non esiste un atto che sia uno o un qualsiasi documento o lettera a mia firma». Nella sua dichiarazione a Chioggia Azzurra, l’ex primo cittadino postula che «il mancato coinvolgimento della giunta e della parte politica è legato alla volontà di Roma di chiudere il procedimento senza che venissero svolti i necessari procedimenti di VIA e di variante al PRP, con i quali vi sarebbe stato il necessario coinvolgimento dell’intera città. Come ho detto pubblicamente in più occasioni – prosegue Giuseppe Casson - Roma ha deciso di chiudere la “partita” d’imperio e in modo platealmente illegittimo alla metà del primo tempo, senza consentire che venisse svolta la restante parte della partita, quella più importante e decisiva!
Di tutto questo e di numerose altre illegittimità ho scritto diffusamente in diversi esposti alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. È quindi una procedura pregna ed infarcita di vizi di ogni genere, per esclusiva responsabilità dei Ministeri procedenti. Quanto, da ultimo, alla Commissione di Salvaguardia, la convocazione deve essere fatta dagli enti che gestiscono la procedura, in questo caso dai Ministeri stessi! Il richiamo della legge speciale alla convocazione da parte del sindaco va evidentemente riferito alle sole procedure che siano di diretta gestione comunale, non invece a quelle interamente governate da altri enti, in questo caso MISE e MIT».
Casson afferma che il ruolo del Comune è stato «marginalissimo in una vicenda gestita interamente dallo Stato: è stato reso un parere (che peraltro ho sempre riconosciuto come sbagliato) dalla struttura tecnica comunale, senza che ci sia mai stato alcun coinvolgimento della parte politica, della quale non esiste un atto che sia uno o un qualsiasi documento o lettera a mia firma». Nella sua dichiarazione a Chioggia Azzurra, l’ex primo cittadino postula che «il mancato coinvolgimento della giunta e della parte politica è legato alla volontà di Roma di chiudere il procedimento senza che venissero svolti i necessari procedimenti di VIA e di variante al PRP, con i quali vi sarebbe stato il necessario coinvolgimento dell’intera città. Come ho detto pubblicamente in più occasioni – prosegue Giuseppe Casson - Roma ha deciso di chiudere la “partita” d’imperio e in modo platealmente illegittimo alla metà del primo tempo, senza consentire che venisse svolta la restante parte della partita, quella più importante e decisiva!
Di tutto questo e di numerose altre illegittimità ho scritto diffusamente in diversi esposti alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. È quindi una procedura pregna ed infarcita di vizi di ogni genere, per esclusiva responsabilità dei Ministeri procedenti. Quanto, da ultimo, alla Commissione di Salvaguardia, la convocazione deve essere fatta dagli enti che gestiscono la procedura, in questo caso dai Ministeri stessi! Il richiamo della legge speciale alla convocazione da parte del sindaco va evidentemente riferito alle sole procedure che siano di diretta gestione comunale, non invece a quelle interamente governate da altri enti, in questo caso MISE e MIT».